mercoledì 3 novembre 2010

SANREMO: BELLA CIAO e GIOVINEZZA

"Bella ciao" al Festival di Sanremo? E allora, come in una sorta di automatica ma anche un po’ stupida par condicio, sul palco dell’Ariston va cantata anche «Giovinezza». Come se l’antico e nobile canto di lavoro delle mondine, poi diventato inno della Resistenza da cui è nata la Repubblica italiana, potesse essere messo sullo stesso piano dell’indimenticata solfa delle squadracce fasciste.

Sono tempi da fine impero. Sanremo - e la Rai - ovviamente non fanno eccezione. E lo si capisce anche da questi piccoli episodi. Alla presentazione del regolamento della 51.a edizione del Festival, che si svolgerà dal 15 al 19 febbraio, ieri c’era attesa per le norme che dovrebbero ridimensionare il peso preponderante che il televoto - già padre padrone di tanti programmi televisivi che hanno mandato troppi cervelli all’ammasso - ha avuto negli ultimi anni.

Ma è bastata una proposta del conduttore Gianni Morandi («Vorrei che si cantasse ”Bella ciao”, secondo me bisogna farlo e lo faremo»: ha detto riferendosi alla serata evento dedicata ai 150 anni dell’unità d’Italia), per provocare subito una reazione da parte del direttore artistico Gianmarco Mazzi. Che non ha perso occasione per sollecitare l’esecuzione sul palco dell’Ariston anche di ”Giovinezza”, «che è passata alla storia come inno del fascismo ma nacque come canzone della goliardia toscana (in realtà di quella piemontese - ndr) nei primi del '900».

Il parto del Festival di Sanremo, tradizionalmente lungo e difficile, quest’anno è stato ancor più complicato. Tanto che qualche settimana fa Morandi stava per rinunciare all’incarico. Poi le cose si sono messe a posto all’italiana, e fra una Belen Rodriguez che la Rai spera di veder arrivare nella città dei fiori senza l’ingombrante fidanzato Corona e una Elisabetta Canalis che ha già fatto sapere che il suo bel Clooney non ci pensa nemmeno a sedersi in platea, è nata anche quest’idea della serata di giovedì 17 febbraio dedicata ai 150 anni dell’unità del Paese, con le canzoni che hanno fatto da colonna sonora alla storia d’Italia, interpretate dai 14 big in gara.

Morandi, figlio di un ciabattino analfabeta di Monghidoro che la domenica vendeva l’Unità porta a porta, ci ha subito messo dentro una canzone che fa parte del patrimonio della nostra musica popolare e che per un uomo di sinistra è anche parte della storia migliore di questo Paese. Non poteva immaginare che Mazzi, uomo di destra come il direttore di Raiuno Mazza, rilanciasse con l’inno delle camicie nere. Ma tant’è.

Scontate le critiche da sinistra. Bersani è incredulo: «Non ci credo, non è possibile, se fosse vero dovrebbero vedersela con noi». Il ministro La Russa: «Basta con le code di paglia, ”Giovinezza” la cantavano milioni di italiani». Storace: «È così bella, sarebbe un tonificante anche per l’Auditel». Ma persino la Lega Nord prende le distanze, anche se col fine di sponsorizzare ”Va pensiero”. «”Giovinezza” è una canzoncina - ha detto il senatore Giuseppe Leoni, fra i fondatori della Lega - che ricorda un periodo buio della storia di questo Paese. Non entriamo nel merito di ”Bella ciao”, ma con il motivo del ventennio si giustifica un momento che agli italiani ha dato solo sofferenze e sangue. Si canti piuttosto ”Va pensiero”, bello da ascoltare, che trasmette emozione e commozione».

E siamo a quella che doveva essere la notizia, ma che dinanzi a questi colpi d’ingegno viene derubricata. Dopo che nelle ultime due edizioni il Festival era stato vinto da Marco Carta e Valerio Scanu, trionfatori di ”Amici”, che dal ”talent show” di Maria De Filippi si erano portati in dote legioni di giovani e giovanissimi televotanti, gli organizzatori hanno capito che il meccanismo del televoto andava attenuato. Alla richiesta dell’Antitrust di eliminare dal voto le utenze business (non si potranno dunque comprare pacchetti di voti ingaggiando i call center), si aggiunge da quest’anno ”uno strumento correttivo”, una sorta di ”golden share” della sala stampa dell'Ariston, valida solo nella serata finale, che potrà bilanciare il televoto del pubblico a casa. Al Codacons non basta: chiede l’eliminazione totale del televoto.

Il voto della sala stampa (e per la categoria Giovani della giuria radio) sarà dunque la novità di quest’anno. Canti politici a parte. Basterà per dare ossigeno al Festival? Chi può dirlo...

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