giovedì 2 giugno 2011

DISCHI - GANG + sade


Ecco un disco da suonare in questi giorni in cui, dopo il voto delle amministrative e in attesa di quello per i referendum, molti dicono che in giro si respira un’aria nuova, di svolta, di cambio d’epoca. Si tratta di “La rossa primavera” (Edel - Latlantide) dei Gang, storica formazione del folk-rock italiano (il loro primo album è dell’84), capitanata dai fratelli marchigiani Sandro e Marino Severini.

Che dicono: «E’ un disco dedicato a tutti quelli che non hanno mai smesso di cantare la lotta per la Liberazione, perchè senza di loro non avremmo conosciuto queste canzoni e nemmeno le storie che le hanno ispirate. Quelle che, assieme a tante altre, compongono la stagione di quel grande umanesimo che è la Resistenza».

Nell’album, che giunge a ben cinque anni dal precedente lavoro in studio “Il seme e la speranza” (chissà, forse per farlo uscire hanno aspettato di cogliere nell’aria quel clima nuovo di cui si diceva...), troviamo riletture di canti tradizionali, famose canzoni d'autore italiane in qualche modo ispirate dalla lotta contro il nazifascismo, ma anche brani del loro repertorio.

Fra i canti tradizionali rivisitati ci sono “Fischia il vento”, che apre il disco, e poi “La Brigata Garibaldi”, “Quei briganti neri” e “Festa d'aprile”.

Fra le cover: “Poco di buono” di Claudio Lolli, “Le storie di ieri” di Fabrizio De André e Francesco De Gregori, “Su in collina” di Francesco Guccini, “Pane giustizia e libertà” di Massimo Priviero, “Dante di Nanni” degli Stormy Six, “Tredici” degli Yo Yo Mundi.

Fra i brani del gruppo, sono invece state scelte nuove versioni di “Eurialo e Niso”, scritta con Massimo Bubola, “La pianura dei sette fratelli”, “Aprile” e “4 Maggio 1944 in memoria”.

Nei solchi si respira aria di canzone politica e di quegli anni Settanta che furono stagione anche di grandi speranze, oltre che di derive assai discutibili. E le quindici canzoni, riproposte in ordine sparso, quelle storiche accanto ai brani d’autore, formano un unicum fatto di musica, di sogni, di speranze di un domani migliore: sentimenti che valgono oggi come valevano ieri. E testimoniano la scelta del gruppo «di stare ancora oggi dalla parte giusta, quella della resistenza contro i nuovi e i vecchi fascismi. Ora e sempre».

Ai Gang - che in questo disco hanno collaborato con i romani Ned Ludd - va riconosciuto il merito di tener viva la fiammella della canzone politica, della musica che non vuol essere solo intrattenimento o merce da produrre con l’occhio sempre attento al fatturato, ma arte popolare con la quale diffondere idee, passioni, speranze.



- SADE Sono passati quasi trent’anni, da quando rimanemmo abbagliati dal fascino esotico e dalla classe immensa di Helen Sade Adu, all'anagrafe Helen Folasade Adu, per tutti solo Sade, cantante anglonigeriana (padre nigeriano, madre britannica, natali africani ma crescita inglese). Dall’84 dell’album di debutto “Diamond life”, la parte migliore di quel decennio musicalmente assai controverso ha avuto anche la sua magica voce. Con quell’inconfondibile e raffinato mix di r&b, jazz e pop. Lo scorso anno la signora è tornata con “Soldier of love” (quarto Grammy in carriera e altri due milioni e mezzo di copie vendute, oltre alla cinquantina già in cassaforte), ora vuol farsi conoscere dai più giovani con questo doppio cd che ripropone le sue cose migliori: da “Your love is king” a “Smooth operator”, da “Hang on to your love” a “The sweetest taboo”. Ci sono anche quattro inediti: “Still in love with you”, “Love is found”, “I would never have guessed” e “The moon & the sky’ remix feat. Jay Z”.  

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