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giovedì 21 novembre 2013
QUERELLE TEDDY RENO / VEDOVA LUTTAZZI
Teddy Reno scrive a Rossana Luttazzi e lamenta: in occasione della mostra Lelioswing (già “rifiutata” da Trieste e da poco inaugurata a Roma, ai Mercati di Traiano) ti sei dimenticata di me, che pure ho avuto un ruolo determinante all’inizio della carriera del compianto Luttazzi. In quella mostra non vengo citato, c’è solo una mia foto. Non basta: anche nel cd nel quale hai coinvolto “gli amici più cari di Lelio” ti sei scordata di me, che suo amico fraterno sono sempre stato. E non basta ancora: hai scordato che un tuo collaboratore discografico (il friulano Alberto Zeppieri), auspicando una collaborazione fra noi, voleva organizzare spettacoli intitolati “Lelioswing con Teddy Reno”. Ultimo sgarbo: non mi hai nemmeno invitato all’inaugurazione.
Insomma, roba grossa. A supporto della quale “el mulo Ferucio” (Teddy Merk Ricordi, in arte Teddy Reno, triestino, che a luglio ha compiuto la bella età di 87 anni) allega una lettera autografa di Luttazzi, datata “Trieste, 18 luglio 2009”, nella quale l’artista gli rinnovava sensi di ammirazione e amicizia. Concludendo con questo post scriptum: «Se vedaremo in Piaza Unità, e a casa mia (terzo pian e sei finestre sula piaza, son ’ssai contento).
Ma Rossana, che da qualche settimana non vive più a Trieste, dove si era trasferita anni fa con Lelio che aveva scelto di tornare dov’era nato, a passar per smemorata e scortese non ci sta. E risponde piccata.
A proposito della mostra: sei stato informato male, non è vero che c’è un’unica tua foto, ci sono molte più cose. E tante cose che scrivi («non tutte, solo le vere...») sono pubblicate nel libro/catalogo. Delle proposte di collaborazione con la Fondazione Luttazzi «non ne so nulla, non rispondo di lettere scritte da altri, rispondo solo di quelle scritte da me». Concludendo: l’invito all’inaugurazione ti è stato inviato, «anche al tuo telefonino svizzero». Finale conciliante: «Spero di vederti presto a visitare la mostra».
Potremmo chiudere qui, archiviando la piccola querelle alla voce “incomprensioni fra anziano artista e vedova di altro artista”. Ma la lettura del lungo scritto di Teddy Reno alla signora Luttazzi apre interessanti squarci sulla storia, la collaborazione e l’amicizia fra due dei tre maggiori protagonisti della musica leggera italiana espressi dalla città di Trieste dal dopoguerra a oggi (il terzo, a nostro avviso, è Lorenzo “Pilade” Pilat, laddove ci sembra invece inopportuno inserire nella lista la monfalconese Elisa, solo perchè è nata al Burlo e sulla carta d’identità c’è scritto Trieste...).
“El mulo Ferucio”, anzichè godere serenamente dei ricordi (e dei proventi) di una straordinaria carriera, tende spesso a lamentare mancanza di attenzione dalla città natale, dai colleghi artisti, forse dall’universo mondo. Ritiene probabilmente di aver subito dei torti, di non essere stato onorato abbastanza, ma ciò fa parte delle opinioni personali.
La lettera a Rossana, dopo aver doverosamente ricordato il suo prossimo recital, intitolato “My way” (alla Sinatra, insomma...), si conclude cristianamente con la speranza di ri-lavorare con Luttazzi in paradiso. E con l’auspicio perfiduccio, rivolto alla signora, di passare «almeno una giornata di purgatorio, prima di raggiungerci in paradiso».
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