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martedì 19 aprile 2011
ELISA TORNA VEN. AL ROSSETTI
L’avevamo lasciata giusto un mese fa, sulle note del bis “Luce, tramonti a Nordest”, in un Politeama Rossetti tutto esaurito per il ritorno a casa della nostra piccola grande Elisa. Sotto gli occhi orgogliosi di parenti (mamma e nonna in testa...) e amici, oltre che del suo pubblico, cresciuto anno dopo anno. Ora ritorna, venerdì alle 21, sempre al Rossetti, per quella che a tutti gli effetti è stata concepita come la seconda parte dello spettacolo.
Per la verità, nelle altre città toccate dal tour, cominciato trionfalmente il 4 marzo da Roma, questo “Ivy I & II” va in scena una sera dopo l’altra. E’ successo anche due settimane fa al “Nuovo” di Udine: la prima sera la popstar monfalconese presenta lo spettacolo dedicato all’acqua, la sera successiva quello dedicato al fuoco. A Trieste, per problemi di disponibilità di date del tour e del teatro, i due appuntamenti vanno invece in scena a distanza di un mese l’uno dall’altro.
Ma non è un problema, visto che si tratta di due concerti comunque diversi per scaletta, strumentazione e scenografia, all’interno di un unico viaggio musicale. Un doppio show che ruota attorno agli elementi primari della natura cioè l’acqua e il fuoco: prima l’acqua e il Nord e le canzoni del recente “Ivy”, poi il fuoco e il Mediterraneo e l’Africa e i brani dell’album ”Lotus”, uscito nel 2003.
Il primo, quello visto a Trieste un mese fa, era caratterizzato da atmosfere nordiche e sognanti (nel secondo tempo con l’ausilio del coro di voci bianche Artemia, di Torviscosa...), con una radice “rock celtica” e una scaletta incentrata maggiormente sui brani di “Ivy”, il disco pubblicato il 30 novembre scorso. Quello scenario lascerà il posto, nel concerto che arriva venerdì al Rossetti, a suggestioni più calde e terrene, quasi soul, con una matrice che la stessa Elisa definisce “afro-tribale” e una scaletta per gran parte occupata dai brani di “Lotus”.
“Ivy” (termine inglese che si pronuncia “aivi” e che in italiano significa edera) è una sorta di concept-album quasi autobiografico nel quale ogni canzone racconta un frammento di vita reale. Con cover che spaziano da “1979” degli Smashing Pumpkins a “Ho messo via” di Ligabue, da “I never came” dei Queens of the Stone Age a “Pour que l’amour me quitte” di Camille («la cantavo sempre alla mia piccola Emma Cecile per farla addormentare, e successivamente ho cominciato a cantarla anche ai concerti...»), fino a duetti con Fabri Fibra e Giorgia. Ma ci sono anche brani inediti della stessa Elisa e dieci rivisitazioni di suoi grandi successi, tra i quali “Lullaby” e “Ti vorrei sollevare”, “Una poesia anche per te” e “Rainbow”, “Gli ostacoli del cuore” e “Forgiveness”.
Al cd è allegato anche un docu-film di cinquanta minuti nel quale l’artista parla della sua musica, delle canzoni, dello stesso album, delle emozioni che hanno caratterizzato il suo percorso artistico, in un viaggio che ripercorre le tappe dell’opera. La regia è affidata a Danni Karlsson, che ha inserito dei brevi set registrati in mezzo alla natura.
A proposito di cover. Nel nuovo singolo dei Negramaro, “Basta così”, la voce di Elisa torna a duettare con quella di Giuliano Sangiorgi, il cantante della band salentina. Ricreando la magia di “Ti vorrei sollevare”, risentita un mese fa anche a Trieste, che i due artisti avevano cantato assieme nel 2009.
“Basta così” è il terzo singolo estratto dall’album “Casa 69”, con cui i Negramaro sono recentemente ritornati in scena: una ballata densa di poesia e musicalità, arricchita dall’orchestra di Mauro Pagani, che descrive come il senso di vera libertà si possa raggiungere solo assieme agli altri, e non in solitudine. E chissà se Elisa avrà voglia di farla sentire anche al pubblico triestino di venerdì sera...
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