mercoledì 27 aprile 2011

DISCHI - NOEMI + paul simon


Va di moda parlar male dei talent show. Ma va ammesso che, se non ci fosse stata per esempio la vetrina di “X Factor”, oggi la musica italiana non avrebbe fra le sue migliori protagoniste al femminile una certa Noemi.

Sopravvissuta felicemente a un nome d’arte tristemente noto ai tempi dei suoi esordi (dopo non aver vinto “X Factor” nel 2009, ha ben figurato a Sanremo nel 2010, mentre per mezza Italia Noemi era una biondina neomaggiorenne indicata come la causa del divorzio del presidente del Consiglio...), la ventinovenne Veronica Scopelliti con ogni probabilità oggi si arrabatterebbe ancora fra localini romani e concorsi per giovani di belle speranze, se non le si fosse presentata l’occasione del talent show di Raidue.

“RossoNoemi” (Sony Bmg) è il suo secondo album, che arriva un anno e mezzo dopo quello d’esordio, intitolato “Sulla mia pelle” e nobilitato dalla collaborazione con Francesco Bianconi dei Baustelle e dal duetto con Fiorella Mannoia in “L’amore si odia”, che è stato anche un singolo di successo.

Nelle nuove canzoni si nota un’ulteriore crescita a livello di personalità e di maturità interpretativa. Le sonorità richiamano esplicitamente gli anni Settanta, il periodo musicale dal quale la cantante ha sempre detto di esser stata influenzata. Persino la copertina è un omaggio a quegli anni fertilissimi per la musica.

Qualcuno ha già parlato di Noemi come di “una Vasco al femminile”. Ovviamente si tratta di un’esagerazione, dovuta probabilmente alla presenza nel disco del brano “Vuoto a perdere”, firmato proprio da Vasco Rossi e Gaetano Curreri. E figlio di una circostanza che merita di essere ricordata.

Noemi aveva infatti scherzosamente dichiarato un anno fa, in un’intervista a Repubblica, che sarebbe stata disposta a lavare i piatti per un anno al Blasco nazionale, pur di lavorare con lui. Il rocker di Zocca ha letto, ha ascoltato il disco e le ha regalato questo brano che ovviamente è finito dritto filato nel nuovo album.

Ma il disco non vive soltanto del pezzo firmato Vasco (che a un certo punto dice: ”Sono diventata grande senza neanche accorgermene...”). Fra i brani vanno segnalati anche “Fortunatamente”, “Sospesa”, “Dipendenza fisica”. Ma colpiscono anche l’atmosfera rhythm’n’blues di “Up!” e le tentazioni melodiche di “Poi inventi il modo”, firmata da Federico Zampaglione.

Per rendere speciale questo suo secondo album, Noemi è volata a San Francisco da Corrado Rustici, nello studio dove Santana registrò “Supernatural”. E visto che c’era, è andata a visitare la casa di Janis Joplin. Giusto per capire quali sono i suoi punti di riferimento.



- PAUL SIMON, “SO BEAUTIFUL OR SO WHAT” (Concord/Universal)

A ottobre compie settant’anni. Ma l’età non lo obbliga a vivere solo sui fasti passati. Sugli inizi londinesi da folk singer, sull’epopea di “The sound of silence” e “Mrs Robinson” con Art Garfunkel, sulle intuizioni world di “Graceland” e di tutto quello che è arrivato dopo. Paul Simon dimostra di aver conservato arte e genialità, dietro la voce inconfondibile e quell’aria da intellettuale newyorkese. E dopo alcune prove incerte torna ai vertici della sua miglior creatività con questa raccolta di canzoni nelle quali parla di vita e di morte, di bellezza e di guerra, sul filo di un bilancio esistenziale sempre difficile da stilarsi. Brani come “Getting ready for Christmas day” profumano di una leggerezza che è stata sempre la cifra stilistica del piccolo grande uomo del New Jersey. Ma vanno segnalati anche “Rewrite” e “The afterlife”, “Question for the angels” e “Love and the hard times”... Ballate eleganti, testi poetici, atmosfere rarefatte. Roba di classe, insomma.

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