mercoledì 31 ottobre 2012

DEEP PURPLE estate 2013 in friuli

Fuori piove e fa freddo. Ma il primo botto dell’estate musicale 2013, ancora molto lontana, l’ha già messo a segno il Friuli. Mercoledì 24 luglio, al Festival di Majano, giunto alla 53.a edizione, arriveranno infatti i Deep Purple. La leggendaria band inglese, che ha scritto la storia del rock, arriverà in Italia per tre tappe del tour europeo che accompagnerà la pubblicazione del nuovo album, di cui non è ancora stato svelato il titolo, e che arriva a otto anni dal precedente “Rapture of the deep”, ottimamente accolto dai fan vecchi e nuovi. I nuovi, conquistati da una ricchissima discografia e da brani diventati degli autentici classici, non erano nemmeno nati quando nel 1968, a Hertford, Inghilterra, sulle ceneri del gruppo Roundabout (che aveva la sua punta di diamante nel cantante Chris Curtis) nacquero appunto i Deep Purple. Che erano l’organista Jon Lord (musicista di formazione classica, diplomato al conservatorio), il chitarrista Ritchie Blackmore, il batterista Ian Paice, il bassista Nick Simper e il cantante Rod Evans. Primo album “Shades of Deep Purple”, cui sarebbero seguiti “The book of Taliesyn” (nello stesso ’68) e “Deep Purple” (1969), quest’ultimo comprendente alcuni brani incisi con un’orchestra sinfonica. Già, l’orchestra. Perchè guardando a ritroso la storia del rock dell’ultimo mezzo secolo, si può affermare senza tema di smentita che i Deep Purple sono stati, con Black Sabbath e Led Zeppelin, gli antesignani di quell’hard rock, il cosiddetto “rock pesante” da cui sono poi nati l’heavy metal e altri generi e sottogeneri. Ma con una particolarità. In tempi in cui nessuno parlava di contaminazioni, il gruppo spaziava senza timori fra blues e rock, fra jazz e folk, spingendo la propria curiosità fino alla musica orientale e alla classica. Col risultato di passare alla storia per aver coltivato le prime commistioni fra temi musicali neoclassici e suoni e ritmi figli del blues e del rock. Dunque un debutto poco hard, per quelli che sarebbero diventati i maestri del genere. A innescare il cambiamento, come riconobbero gli stessi componenti del gruppo, fu l’arrivo sulle scene dei Led Zeppelin. «Da quel momento - disse una volta Ritchie Blackmore - decidemmo che quella era la musica che volevamo suonare anche noi...». Detto e fatto. Grazie a un’intuizione di quelle che fanno la differenza. Anzichè assoldare un secondo chitarrista, l’organista Jon Lord collegò l’Hammond a un amplificatore Marshall per chitarra. Col risultato di creare quel suono che divenne in breve uno dei marchi di fabbrica della band. “Deep Purple in rock”, uscito nel 1970, fece il botto. A livello di vendite, di conseguenti tour, di popolarità. “Fireball”, del ’71, fu meno gradito dal pubblico per gli esperimenti fra blues, rock e country. “Machine head”, del ’72, grazie soprattutto al brano “Smoke on the water” (quale chitarrista in erba non si è cimentato con quel classico riff...?), completò il botto cominciato due anni prima. Nello stesso anno anche il live “Made in Japan”, tuttora considerato una pietra miliare della storia del rock. In questi quarant’anni, oltre a vendere più di cento milioni di copie, i Deep Purple hanno alternato cose buone e meno buone, separazioni e reunion, momenti di silenzio e altri di attività, attraverso vari cambi di formazione. Attualmente il gruppo è formato, oltre che dal batterista Ian Paice e dal cantante Ian Gillan, unici membri originari, dal chitarrista Steve Morse, dal bassista Roger Glover e dal tastierista Don Airey. La realizzazione del nuovo album, molto atteso dai fan, ha visto il gruppo chiuso in sala di registrazione per molti mesi. Un periodo di lavoro lungo, che ha costretto la band a rinunciare al tour estivo. Il disco, a sentire le dichiarazioni di Steve Morse, potrebbe essere uno degli ultimi in studio della band. Ma la lunga preparazione e gli otto anni trascorsi dal lavoro precedente, uniti al grande professionismo di questi musicisti, permettono di aspettarsi un album all’altezza della tradizione della band. La tournèe dell’estate prossima segnerà il ritorno dal vivo dopo due anni di assenza dalle scene. E che in Italia toccherà Roma, Vigevano il 21 luglio, Roma il 22 (nell’ambito della rassegna “Rock in Rome”) e appunto Majano, in piazza Italia, il 24 (unica tappa nel Nordest, che dunque calamiterà l’arrivo di molti spettatori anche da fuori regione). Il tour italiano è organizzato da Barley Arts. La data friulana da Azalea Promotion e Pro Majano, in collaborazione con la Regione Fvg e Barley Arts. Prevendite su www.ticketone.it e nei circuiti abituali. Info: www.azalea.it e www.promajano.it

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