domenica 16 giugno 2013

KISS lun 17-6 villa manin, codroipo

Conto alla rovescia per uno degli eventi rock dell’estate musicale del Friuli Venezia Giulia. Lunedì alle 21, a Villa Manin, concerto dei Kiss: prima delle due tappe italiane (martedì al Forum di Assago, Milano) del tour mondiale della celebratissima band statunitense. A due anni di distanza dalla precedente apparizione tricolore. E a tre settimane dal debutto rock della stagione, con i Green Day sotto la pioggia in piazza Unità, a Trieste. Differenza non da poco: quel concerto si svolse in un clima decisamente autunnale, per quello di lunedì il meto prevede temperature da estate piena... Sono passati giusto quarant’anni. Era infatti il gennaio del ’73 quando il bassista Gene Simmons e il chitarrista Paul Stanley (all’anagrafe rispettivamente Eugene Klein e Stanley Eisen, reduci dall’avventura non particolarmente fortunata con una band chiamata Wicked Lester) tengono alcune audizioni a New York per cercare un chitarrista solista, che trovano nel vulcanico e originalissimo Ace Frehley. Il batterista invece lo avevano già trovato leggendo un’inserzione su Rolling Stone, la bibbia del rock, pubblicata da Peter Criscuola, un passato in alcune jazz band, che per l’occasione cambia il proprio nome in Peter Criss. La formula su cui i quattro decidono di puntare è il rock duro, con aggiunta di trucchi pesanti e costumi e stivaloni che non passerebbero inosservati nemmeno a un Gay Pride. Ispirandosi al teatro Kabuki, ognuno si dipinge la faccia di bianco, con disegni legati una maschera. Ecco allora che Simmons assume le sembianze di un demone (The Demon), Stanley quelle del figlio delle stelle (The Starchild), Frehley l’uomo dello spazio (The Spaceman), Criss quello del gatto (The CatMan). Un vezzo che diventa subito il marchio di fabbrica della band, quello che la rende unica, inconfondibile, giocando su un’ambiguità all’epoca osata soltanto da un certo David Bowie. Una curiosità. La scritta “Kiss”, con le due “s” a forma di fulmini, furono opera del chitarrista Ace Frehley. Richiamando involontariamente il simbolo delle Ss naziste, furono all’epoca oggetto di forte polemica, soprattutto in Germania, dove gli album furono poi pubblicati con una variante grafica del nome-logo, al fine di evitare strumentalizzazioni e accuse di apologia del nazismo. Un’altra polemica fu legata al presunto significato del nome, secondo alcuni acronimo di Knights In Satan’s Service: ricostruzione smentita dagli stessi Simmons e Stanley. Ma veniamo alla musica, ai concerti, ai dischi. Fra l’album d’esordio (semplicemente “Kiss”), pubblicato nel febbraio ’74, e il recente “Monster” (da cui il nome di questa tournèe: “Monster Tour”), uscito nell’ottobre scorso, si dipana una carriera da grandi numeri: venti album in studio e vari “live” e “greatest hits”, centotrenta milioni di dischi venduti, ventiquattro dischi d’oro, dieci di platino. Anche se è soprattutto dal vivo che i Kiss (attualmente formati, dopo vari cambiamenti, accanto ai padri fondatori Stanley e Simmons, dal chitarrista Tommy Thayer e dal batterista Eric Singer) sviluppa le sue enormi potenzialità. Lasciando lo spettatore a bocca aperta. L’ultimo album ha riportato il gruppo ai suoni e alle atmosfere delle origini, quelle che hanno caratterizzato capolavori come “Destroyer” e “Love gun”, ancora amatissimi dai fan di ieri e di oggi. E brani come “Detroit rock city”, “Love gun”, “Shout it out loud”, “I was made for loving you”, “Black diamond”, “Lick it up” e “I wanna rock’n’roll all nite” fanno ormai parte della storia del rock. Lunedì a Villa Manin, nello spettacolo che ha debuttato il primo giugno a Stoccolma, i Kiss proporranno l’ennesima macchina da spettacolo ricca di novità ed effetti a sorpresa. Basti segnalare che il megapalco sarà dominato da un gigantesco ragno meccanico mobile che traporterà i quattro musicisti sulle teste degli spettatori. «Un giorno finirà - ha detto Simmons a Stoccolma -, ma spero che lo faremo in un momento di ascesa, invece di cadere verso il basso. Deve essere grande fino all’ultimo istante. Abbiamo ancora cinque o dieci anni al top...». La serata di lunedì sarà aperta alle 20 dai californiani Rival Sons (debutto nel 2008 con “From the fire”, poi “Pressure and time” e l’anno scorso “Head down”). Cancelli aperti alle 18. Attesi fra i sei e gli ottomila spettatori, almeno la metà in arrivo anche da Austria, Slovenia e Croazia.

Nessun commento:

Posta un commento