mercoledì 19 giugno 2013

ADDIO A CLAUDIO ROCCHI

«8 gennaio 1951, Capricorno sono nato e qualcosa già finiva, devo aver pianto come un matto forse mancavi tu...». La data di nascita di Claudio Rocchi - morto ieri dopo una lunga malattia - era scritta in una delle sue prime, bellissime canzoni. Di quelle che all’alba degli anni Settanta hanno fatto sognare una generazione di ragazzi appassionati di musica e politica, fra sogni e impegno sociale. Nel ’69, a soli diciotto anni, Rocchi debutta come bassista degli Stormy Six. Nel ’70 esce il primo album solista, “Viaggio”. L’anno dopo “Volo magico n. 1”, nel ’72 “La norma del cielo (Volo magico n. 2)”. È la sua trilogia psichedelica e visionaria, che rimarrà insuperata. Canzoni come “La tua prima luna” (“sei finito in un prato mangiando una mela comprata passando dal centro, dove i tuoi amici parlavano ancora di donne e di moto e tu ti fumavi la gioia di essere riuscito a fuggire di casa, portandoti dietro soltanto la voglia di non ritornare...») diventano manifesti generazionali per adolescenti inquieti. Negli stessi anni, nel contenitore radiofonico di “Per voi giovani” (con Paolo Giaccio, Mario Luzzatto Fegiz e Carlo Massarini), Rocchi ha un suo spazio nel quale propone le sue musiche preferite: Carole King, James Taylor, gli artisti della West Coast americana, alcuni italiani... Dopo l’underground arrivano il periodo mistico, gli anni in India, gli arancioni, Hare Krishna, l’abbandono della forma canzone per approdare all’elettronica e alla sperimentazione. Che sono la cifra stilistica della sua produzione musicale “adulta”. Nel ’94 pubblica l’album “Claudio Rocchi (Lo scopo della luna)”, con i vecchi amici milanesi, duettando con Alice nella canzone “L’umana nostalgia”. Altre cose, produzioni, film, idee varie. Due anni fa “In alto”, suo diciannovesimo album solista. Nonostante la malattia, stava lavorando a un nuovo progetto.

Nessun commento:

Posta un commento