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giovedì 29 maggio 2014
2CELLOS ven e sab a trieste, rossetti
Mischiano Vivaldi e gli Ac/Dc. Elton John, prima di volerli con sé in tour, li ha definiti «la cosa più emozionante vista dal vivo dai tempi del concerto londinese di Jimi Hendrix al Marquee Club negli anni Sessanta...». Sono Luka Šulic (sloveno di Maribor, classe 1987) e Stjepan Hauser (croato di Pola, classe 1986), ovvero i 2Cellos: venerdì e sabato suonano a Trieste, al Rossetti. Prima sera già “sold out” da tempo, per la seconda ci sono ancora dei biglietti.
Stjepan, come vi siete conosciuti?
«Eravamo considerati rivali prima di unirci, c’è sempre stata un po’ di tensione tra di noi, ma anche amicizia. Ci incontravamo da bambini alle gare e alle “masterclass” in Croazia. Sin dal primo momento c’è sempre stata una forte chimica tra di noi. Durante i camp estivi in cui entrambi eravamo presenti dodici anni fa, ognuno di noi usciva e andava a far festa, quando poi stavamo da soli - e magari ci ubriacavamo - iniziavamo subito a duettare. Dopo quelle esperienze era difficile vedersi ma ci seguivamo a distanza e ci confrontavamo sulle rispettive carriera e sul successo».
Finchè...?
«Dieci anni dopo ci siamo incontrati a Londra e da lì è partito tutto. Noi da sempre avremmo voluto fare qualcosa assieme, ma non c’era mai stata la possibilità, perché abbiamo sempre studiato e vissuto in posti diversi. Quando c’è stata la possibilità di trovarsi nello stesso posto nello stesso momento, abbiamo subito deciso di cambiare il mondo assieme e di fare qualcosa di unico, folle ed eccitante. E il primo video che abbiamo fatto assieme, “Smooth criminal”, ha davvero cambiato le nostre vite».
Ricordate qualcosa della guerra nell’ex Jugoslavia?
«Eravamo troppo piccoli per essere consapevoli di cosa stesse succedendo. Luka è cresciuto a Maribor e io a Pola, siamo stati fortunati che la guerra non abbia colpito le nostre zone. E oggi siamo come fratelli».
Anni fa avreste immaginato un successo planetario?
«La nostra carriera è cominciata tre anni fa, mi sembra folle tutto quel che ci è successo in un periodo così breve della vita. Non avremmo mai pensato di poter fare queste esperienze neanche in un periodo dieci volte più lungo».
Il ruolo del web?
«Non saremmo qua senza internet. È un mezzo democratico, non importa da dove vieni o dove vivi, puoi essere anche nel posto più imbucato del pianeta. Non devi più convincere grandi capi su quel che stai facendo, puoi essere totalmente indipendente e crearti la tua “fan base” online. Tutto ciò che fai è frutto della tua visione, della tua creatività, del tuo talento, della tua originalità e del tuo lavoro».
Quando avete deciso di unire rock e classica?
«Entrambi da sempre abbiamo cercato di fare cose differenti e rivoluzionarie, ma ciò è successo quando io e Luka ci siamo incontrarti a Londra dopo tanti anni. Io vivevo lì e stavo finendo i miei studi, mentre Luka venne per laurearsi e così ci ritrovammo e nacque tutto. Decidemmo di fare qualcosa di unico, folle ed eccitante che potesse portare l’attenzione delle masse ai violoncelli e alla musica classica».
Nell'ultimo video partite con Vivaldi, poi passate agli Ac/Dc. Cosa li accomuna?
«Vivaldi era una rockstar, ai suoi tempi... Noi pensiamo che la canzone “Thundestruck” abbia dei momenti perfetti per mescolarsi con degli elemnti barocchi e virtuosi pertanto Vivaldi era la scelta perfetta».
Quel complimento di Elton John?
«È stato sicuramente il più importante complimento che mai potessimo immaginarci, lui è una leggenda vivente, un’icona, è stato un onore davvero grande».
Il tour con lui?
«Abbiamo girato il mondo in tour con lui per tre anni: un’esperienza unica. Abbiamo imparato a esibirci davanti a vere folle negli stadi e nelle arene. Abbiamo imparato molto cosa significhi andare in tour, sullo show business e abbiamo avuto l’opportunità di imparare dal migliore».
Soddisfatti del docufilm?
«A dir la verità non abbiamo ancora avuto il tempo per vederlo».
In Asia e Oceania com’è andata?
«Magnificamente. Abbiamo appena concluso il tour in Australia, tutti gli show hanno fatto il “sold out” e il pubblico è stato fantastico. L’atmosfera e il calore della gente sono stati qualcosa d’indescrivibile».
Conoscete Trieste?
«Sì, io molto bene. Vengo da Pola, perciò ci sono stato molte volte. Quand’ero bambino, tantissimi miei concittadini e tantissimi istriani venivano a Trieste ogni weekend a fare shopping. Era normale perché quella volta non c’erano grandi centri commerciali in Croazia. Inoltre mio fratello attualmente studia a Trieste, pertanto io mi sento come fossi a casa. È una città bellissima».
Prossimo obbiettivo o progetto?
«Stiamo lavorando a un nuovo album e speriamo di fare videoclip ancor più divertenti. Gli obiettivi principali sono sempre quelli di cercare di mantenere la creatività e di fare ancora di più musica nostra...».
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