mercoledì 21 maggio 2014

COLDPLAY, ghost stories

Mediaticamente coperto dalla chiacchieratissima separazione fra il loro cantante e leader Chris Martin e la bella Gwyneth Paltrow, è uscito il sesto album dei Coldplay. In un mondo in cui ormai il gossip la fa da padrone in (quasi) tutti i settori, purtroppo dobbiamo fare questa premessa, se è vero com’è vero che giornali, siti e notiziari radio e tv hanno nelle ultime settimane dato molto più spazio all’addio fra i due belli che al nuovo lavoro di uno dei gruppi più importanti del panorama pop inglese degli ultimi anni. Ma siamo qui, nel nostro piccolo, per rimediare. Diciamo subito che “Ghost stories” (Warner) è un altro buon album all’interno di una discografia composta tutta di lavori che meritano di sopravvivere alla stretta attualità, essendo godibili anche a distanza di anni. Che poi è la differenza fra la buona musica e quella “usa e getta”. A due anni e mezzo da “Mylo xyloto”, considerato da molti come l’album più leggero della band, queste “storie fantasma” confermano Martin e compagni come degli ottimi artigiani della musica contemporanea. Non hanno puntato in passato, né cominciano a farlo adesso, alle rivoluzioni e ai grandi, epocali cambiamenti. Nei loro brani trovi esattamente quello che ti aspetti: un mainstream del pop costruito con gusto ed eleganza, sempre attento alle nuove tendenze che si sviluppano sulla scena musicale contemporanea, ma con la saggia (e furba) attenzione a non lasciarsi travolgere dall’innamoramento di un minuto per una nuova moda. Album in qualche modo omogeneo, sicuramente più del precedente “Mylo xyloto”. Secondo alcuni con un certo approccio minimalista, che a nostro avviso è soltanto la capacità di scrivere e suonare e cantare musiche semplici ma assolutamente non per questo banali. Forse la vera forza dei Coldplay, quella che ha permesso loro di scalare in pochi anni classifiche di vendite e di gradimento, sta proprio qui: arrivare al cuore della gente con melodie lineari e armonie mai complesse. L’unica band classica, l’unica affiancabile agli artisti e gruppi che la classicità se la sono guadagnata sul campo e dopo molti anni, fra quelli emersi nel nuovo millennio. “Always in my head” apre le danze, fra cori quasi angelici e chitarre beat. “Midnight”, “True love” e “A sky full of stars” potrebbero entrare fra i classici della casa. In copertina un disegno di Mila Fürstová, che nello streaming su iTunes si trasforma in un video animato con la regia di Alasdair + Jock della Trunk Animation. Il disegno raffigura due ali stilizzate, che a guardarle con altro intento potrebbero anche rappresentare un cuore spezzato, anci, “a broken heart”. E torniamo alla notazione iniziale...

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