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sabato 7 febbraio 2015
FARIAN SABAHI stasera a trieste, Iran, Teheran
Ieri pomeriggio era in una grande azienda vicino Udine, a spiegare ad alcuni manager il “suo” Iran, ottanta milioni di abitanti e dunque di potenziali consumatori. Oggi alle 17, terrà al Caffè San Marco di Trieste un reading dal suo ultimo libro “Noi donne di Teheran”, un racconto sulle origini della capitale iraniana e sulle sue contraddizioni, sui diritti delle delle minoranze religiose e delle donne. Con lei, la vicesindaca Fabiana Martini e la giornalista Viviana Valente.
Lei è Farian Sabahi, nata nel ’67 ad Alessandria da padre iraniano (in Italia dal ’61) e da madre piemontese. Docente universitaria ed editorialista del Corriere della Sera, scrive di questioni islamiche per il Sole 24 Ore ed è autrice di vari volumi sull’Iran e lo Yemen.
«È un testo nato per il teatro - spiega -, il che mi ha costretto a cambiare registro di scrittura rispetto all’abituale linguaggio giornalistico. È anche un testo autobiografico che leggo in prima persona femminile davanti al pubblico, pur non essendo un’attrice».
Ancora Farian: «L’Iran è un paese multiculturale e mutireligioso, sospeso fra passato e presente, fra Oriente e Occidente. Da anni lo spiego agli italiani, molti mi ringraziano, ma alcuni iraniani mi hanno rimproverato il titolo. In effetti non ho mai vissuto a Teheran, dove sono andata tante volte e dove la mia famiglia ha una casa. Mi sento italiana e iraniana al tempo stesso».
Il reading ha per sottofondo musiche di Ludovico Einaudi e per sfondo tante immagini che accompagnano il testo. «Metto in primo piano - prosegue la docente - i paradossi e le contraddizioni di Teheran, per esempio l’obbligo del foulard per le donne che però sono la maggioranza fra gli studenti universitari, soprattutto nelle materie scientifiche. Penso davvero che Teheran, così diversa da Istanbul e Il Cairo, le altre due megalopoli mediorientali, sia una città donna».
«Nel libro, che è un pretesto per raccontarne la storia, ci sono molti versi poetici. La poesia è la seconda lingua madre per i persiani, è normale intercalare versi nel parlare quotidiano. E poi c’è sempre l’idea del viaggio, perchè viaggiare è vivere due volte. Mi piace infine trovare delle analogie fra Italia e Iran: si pensi che Teheran è sullo stesso parallelo di Lampedusa e che tanti riti religiosi dei due paesi si somigliano...».
«Che cosa insegno ai manager? Tante piccole cose - conclude Farian Sabahi - che riguardano la cultura, la storia, il business, le usanze. Per esempio spiego che non bisogna mai far vedere la suola delle scarpe, nemmeno casualmente, magari quando uno è seduto in attesa all’aeroporto e appoggia il piede sul trolley: è considerato un gesto di grande offesa. Meglio evitare...».
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