martedì 16 maggio 2006

S’intitola «L’alfabeto degli amanti» lo spettacolo che Michele Zarrillo propone questa sera al Politeama Rossetti, nell’ambito di un tour partito un mese fa e che ha fatto tappa sabato sera a Zurigo e ieri a Verona, al Teatro Filarmonico. Il titolo è quello dell’ultimo album ma anche della canzone - scritta con l’abituale socio Vincenzo Incenzo - con cui il quarantanovenne cantautore romano ha partecipato all’ultimo Festival di Sanremo, finalista nella categoria Uomini, nella quale è stato battuto soltanto da quel Povia che poi si è aggiudicato anche la vittoria finale.
Un concerto che promette momenti emozionanti, grazie alle doti interpretative e alla indiscussa classe dell’artista, che ha saputo affinare nel corso degli anni la sua miscela fatta di canzone d’autore, pop e melodia.
Una carriera ormai lunga, quella di Zarrillo. Classe 1957, comincia giovanissimo a mettersi in luce come cantante e chitarrista sulla scena musicale romana degli anni Settanta. Nel ’72 è già allo storico raduno di Villa Pamphili con i suoi Semiramis, nel ’74 è il cantante e chitarrista del Rovescio della Medaglia, gruppo rock d’avanguardia. Conclusa questa esperienza, firma come autore canzoni per interpreti del calibro di Ornella Vanoni e Renato Zero. Nell’81 lo ritroviamo a Sanremo, con «Su quel pianeta libero». Al festivalone è il vincitore delle Nuove Proposte nell’87 col brano «La notte dei pensieri».
Il «nuovo Zarrillo» a questo punto è già nato: non più il cantante rock degli esordi, ma il dotato interprete melodico che fa tesoro delle esperienze passate. Torna a Sanremo varie volte. Per esempio nel ’92, con una «Strade di Roma» scritta a quattro mani con Venditti. E poi nel ’94, con quella «Cinque giorni» che rimane un classico del suo repertorio e traina al successo l’album «Come uomo tra gli uomini». Ma anche nel ’96, con «L’elefante e la farfalla» (album omonimo).
Nel corso degli anni il canzoniere dell’artista romano si è arricchito di vari capitoli («L’amore vuole amore», «La notte dei pensieri», «Una rosa blu»...), e la sua popolarità è uscita dai confini nazionali. I suoi dischi vengono infatti distribuiti e apprezzati in vari paesi europei. E soprattutto in Spagna, dove la sua «Cinco dias», traduzione letterale di «Cinque giorni», diventa un successo da primi posti in classifica.
Gli anni recenti sono ancora legati al Festival di Sanremo, dove Zarrillo torna nel 2001 con «L’acrobata», nel 2002 con «Gli angeli», quest’anno - come si diceva - con «L’alfabeto degli amanti».
Nel concerto che arriva questa sera a Trieste, il cantautore presenta le canzoni del nuovo album e ovviamente tutti in suoi classici. Sul palco, con lui, che si alterna fra pianoforte e chitarre, ci saranno Alfredo Golino alla batteria, Cesare Chiodo al basso, Lorenzo Maffia alle tastiere, David Pieralisi e Roberto Di Virgilio alle chitarre, Giuseppe Bono al violino.

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