domenica 18 febbraio 2007

di Carlo Muscatello

TRIESTE «Mi devo calmare, in fondo sono soltanto un comico...». Beppe Grillo se lo dice da solo, ma ormai lo sa lui per primo, che non è vero. E lo sanno i settemila che ieri sera hanno affollato il PalaTrieste per la seconda tappa del suo nuovo tour, dopo il debutto della sera prima a Pordenone.

Titolo dello spettacolo: «Reset». Come dire ricominciare tutto daccapo, ripartire dal basso, chiudere con i potenti della politica, dell’economia, delle banche. Formare piccoli gruppi di persone capaci di incidere nelle piccole realtà su grandi temi come il lavoro, l’energia, l'ambiente, i rifiuti, l’informazione, la Rete... Perchè «la democrazia è conoscenza». Uno spettacolo che, unito allo straordinario seguito del suo blog, porta a compimento la mutazione di Grillo: ieri comico, poi fustigatore di costumi, oggi informatore, forse domani guru e magari capopopolo.

Sbuca dalle retrovie una manciata di minuti dopo le ventuno. Luci ancora accese in sala, chiede: «Possiamo andare...?». Vede subito un neonato in braccio alla mamma e lo punta: «Poverino, neanche una babysitter ti hanno trovato. E pensa, tu hai già un debito di 23 mila euro...». Serve giusto per scaldare l’atmosfera. Poi lancia subito la sua proposta: «Voglio che questo palasport diventi un palazzo della ragione, come avveniva in passato, nelle antiche democrazie. Mica come ora, che le decisioni importanti vengono prese senza i cittadini, che sono invisivibili...».

Parte subito la prima di una lunga serie di stoccate e battutine al sindaco. «Dov’è Dipiazza, so che c’è, lui è uno che deve apparire...». Ci mette un secondo a identificarlo, seduto nella stessa fila col suo vice e il portavoce, ognuno con rispettiva signora. «E Illy? Quello va, viene, scompare, ogni tanto dice qualcosa sul rigassificatore...».

Grillo racconta dello studioso triestino che da Miramare studia e protegge il colibrì («uno che impollina duemila fiori al giorno, mica come Dipiazza, che ne stenta una alla settimana... ops, mi scusi signora...»). Sindaco e governatore l’anno scorso gli avevano promesso dei finanziamenti, non è successo quasi nulla. «Mi ha scritto dal Perù, pare che Dipiazza gli abbia mandato cinquemila euro della vostra Ici...».

Il tempo di una puntatina sull’attualità di giornata («A Vicenza si aspettavano i morti, invece sono andate le mamme e non è successo niente: c’erano duecentomila persone, per la questura milledue...»), e il nostro si risistema davanti alla fila degli amministratori locali: «Napolitano ha fatto quel discorso. Io dico basta con la Giornata del ricordo, della memoria. Voglio una Giornata del futuro. Ci vuole coraggio per dimenticare, per andare avanti, per non finire come israeliani e palestinesi che continuano ad ammazzarsi per una striscia di deserto...».

Si gira e sibila a un signore: «Siete tanti, non morite più. Siamo il popolo più vecchio del mondo: o troviamo un nuovo sistema delle pensioni, o ci serve un modo per farne fuori un po’. Magari li facciamo girare davanti al vostro inceneritore...».

Di nuovo attualità con i brigatisti che si nascondevano nel sindacato. «Non voglio essere frainteso, ma come fa un sindacalista, che è un conservatore, un osservatore del mondo del lavoro, a diventare brigatista?». Sul megaschermo scorre la lista dei 246 morti sul lavoro nel 2006. «Caduti sul lavoro? No, assassinati sul lavoro. In questo paese dov’è normale che la Cia prenda uno, lo porti in Egitto e lo torturi per quattro anni. Segreto di Stato? Ma qui non c’era nessun segreto e forse non c’è neanche lo Stato...». L’applauso che parte è più forte dei precedenti.

Si continua con i «Meetup» (ne parliamo nell’articolo qui sotto), Grillo chiama alcuni rappresentanti del gruppo triestino: presentano un breve filmato che parla della ferriera di Servola, dell’inceneritore, delle polveri sottili, del problema dei rifiuti, della raccolta differenziata. Si parla di pannolini («occupano il 20 per cento delle discariche...»), degli assorbenti femminili, di soluzioni ecologiche e riutilizzabili. «I rifiuti sono un problema culturale. Anzi, i rifiuti siamo noi...».

Da lì al discorso sulle fonti di energia il passo è breve. «Per il gas abbiamo scelto di dipendere dal Kgb, da Putin, che se dici qualcosa che non gli va ti manda un po’ di polonio...». Si rifionda da Dipiazza, più volte bersagliato nel corso della serata: avvicina le mani alla sua pelata (rilanciata in primo piano sul megaschermo) come se fosse una sfera di cristallo e sibila: «Vedo un futuro strano, molto strano...».

Poi attacca questa «sinistra che è quasi peggio della destra. Ci avevano promesso che avrebbero tolto le leggi ad personam di Berlusconi, ma non ci avevano detto che alla giustizia avrebbero messo Mastella. Se no col cavolo che li avremmo votati. Basta! Io non voglio che le mie tasse vadano a questi cialtroni truffatori...». E continua: «Sono andato da Prodi. Gli ho portato dei problemi. Lui ha chiuso gli occhi e ha sorriso. Ho chiesto al portavoce se stava male. Mi ha detto che fa sempre così. È finita che abbiamo preso una camomilla gigante...».

Grillo è scatenato. Ora tocca all’informazione, al Tg3 e a Repubblica «che danno le notizie a metà, tralasciando la parte più importante». Mentre all’estero c’è già il giornale elettronico, e il New York Times ha annunciato che forse fra cinque anni sparirà l’edizione cartacea e uscirà solo sul web. Tocca alla Rai, ai suoi dodicimila dipendenti: sul megaschermo la lunga lista degli assunti che guarda caso sono figli, fratelli e sorelle, mogli e mariti, nipoti e cognati di politici o altri dipendenti...

Ma tutto questo mondo, azzarda il comico-guru, potrebbe finire. Anche grazie a quello straordinario strumento di democrazia diretta che è la Rete, col suo blog celebrato a livello internazionale, che in un anno si è insediato fra i primi quindici al mondo. «Dobbiamo resettare tutto, basta con gli intermediari...».

Ancora dalla Rete. Il mercato e il mondo parallelo di Second Life, il vettore di telefonia gratuita Skype, le nuove tecnologie Wi-Max. Lascia a Dipiazza un’antenna e implora: «Diventate un Comune virtuoso...». «E noi continuiamo con Buttiglione, con Bertinotti, con D’Alema che dice: il primo computer senza coperchio lo compro...». Dopo un’ora e mezzo l’uomo ha bisogno di un po’ d’acqua. Poi vede un tale e si riprende subito: «Una bretella così non la vedevo da anni...».

Il discorso vira sulle banche, sui costi medi dei servizi bancari che in Italia sono ovviamente i più cari (con annessa scheda esplicativa sul megaschermo). E le offerte di credito al consumo che nascondono trappole da usuraio. E il sito inglese «Zopa.com» dove è possibile prestare o ricevere in prestito denaro senza passare attraverso la mediazione delle banche. E ancora i nostri venticinque parlamentari condannati con sentenza passata in giudicato, e Telecom, e Tronchetti Provera, e...

A Trieste, quasi due ore filate di spettacolo. Col solito trionfo di pubblico, per quello che ieri era un comico e da tempo è qualcosa di diverso. Beppe Grillo sarà domani e<WC1> martedì al palasport Carnera di Udine e giovedì nuovamente al palasport di Pordenone. E sempre su www.beppegrillo.it

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