domenica 25 febbraio 2007



Il settantenne Pippo Baudo che martedì sera apre il 57.o Festival di Sanremo è il m<IP>iglior simbolo di questa Italia gerontocratica che non va né avanti né indietro. Poco importa che al suo fianco ci sia l’ilare trentenne svizzera Michelle Hunziker, poco importa che per il resuscitato Dopofestival sia stato richiamato in servizio il cinquantenne folletto piemontese Piero Chiambretti. Il Sanremo di quest’anno ha soprattutto la sua faccia. La faccia di Pippuzzo nostro, giunto alla dodicesima conduzione del Festival e all’ennesima resurrezione. Lui, che nel ’68 era già su quel palco, è uno che è capace di imporre la sua debordante presenza e l’estroversa personalità in qualsiasi contesto. Sanremo, poi, è praticamente casa sua...

Ma vediamo le novità del Festival di quest’anno. Eliminate le categorie degli ultimi anni, si torna ai Campioni (venti) e ai Giovani (quattordici). Non sono previste eliminazioni per i primi, mentre soltanto otto dei secondi partecipano alla finale. Martedì e mercoledì: dieci Campioni e sette Giovani per sera (di cui quattro passano il turno), con contorno di ospiti stranieri (Norah Jones, Scissors Sisters, Take That...). Giovedì tutti e venti i Campioni, che propongono la loro canzone in una nuova versione, accompagnati da un collega italiano o straniero. Venerdì finale dei Giovani con proclamazione del vincitore e spazio ai superospiti italiani: Elisa, Franco Battiato, Tiziano Ferro, Gigi D’Alessio, Gianna Nannini, Renato Zero... Sabato finalissima con proclamazione del vincitore, a cui si arriverà mettendo assieme il voto della giuria demoscopica, della giuria di qualità e del pubblico attraverso il televoto.

La settimana scorsa è stata disinnescata anche una piccola grande bomba. Sembrava che il Festival venisse messo a rischio dal comma della Finanziaria che pone un tetto (250 mila euro) ai compensi dei consulenti esterni delle aziende pubbliche e partecipate pubbliche qual è la Rai. E come si fa con i compensi miliardari per il povero Pippuzzo (l’anno scorso Panariello ha preso un milione di euro), per l’ex signora Ramazzotti, per gli eventuali megaospiti stranieri dell’ultimo minuto (400 mila euro l’anno scorso per John Travolta, 350 mila per Mike Tyson l’anno prima...)?

Ma siamo in Italia, signori, dove una soluzione si trova sempre, soprattutto per favorire chi incassa in pochi giorni o minuti cifre con tanti zeri. Non ha importanza se al governo c’è la destra o la sinistra... Ecco allora che l’altro giorno, dopo alcune giornate di trepidazione, è finalmente arrivata la circolare che ha sbloccato la situazione. Si è mosso addirittura un ministro, quello per l'Innovazione e la Funzione pubblica, che ha spiegato che il tetto «non riguarda i professionisti: Pippo Baudo può quindi andare a Sanremo». Il Paese ringrazia. Cgil e Codacons hanno urlato un po’, ma chi vuoi che li ascolti...

Torniamo alle canzoni. Quest’anno dovrebbe vincere quella degli Zero Assoluto, il duo romano che l’anno scorso non ha vinto ma ha sbancato le classifiche con «Svegliarsi la mattina». Stavolta propongono «Appena prima di partire», canzone d’amore rassicurante e fischiettabile, di quelle sussurrate, com’è nel loro stile da fidanzatini in gita scolastica.

Gli altri. Francesco (ex Dj Francesco), per uscire dal target di cantante per ragazzini, ha chiamato in causa il papà, che è Robi Facchinetti dei Pooh. Ne è venuto fuori un duo familiare e questa canzone: «Vivere normale». Lo stesso problema, cioè cambiare pubblico, ce l’ha Paolo Meneguzzi: con «Musica» fa un po’ il verso all’epopea rocchettara degli Europe.

Altra coppia familiare quella dei fratelli Gianni e Marcella Bella, siciliani come il padrone di casa. Non lasceranno traccia. Torna anche Al Bano, che l’anno scorso era dato per sicuro ma poi non venne scelto: si affida a una canzone scritta dal figlio Yari e da Renato Zero. E tornano anche Milva (con un brano di Giorgio Faletti, «The show must go on», che parla di artisti falliti) e Nada, Tosca (che vinse qualche anno fa con Ron e ora propone l’originale «Il terzo fuochista») e Mango.

Ma il ritorno più legato al passato è quello di Johnny Dorelli, che ha appena compiuto settant’anni, ed era già al Festival nei lontani anni Cinquanta: vinse infatti nel ’58 e nel ’59, un po’ all’ombra di Domenico Modugno, con «Nel blu dipinto di blu» e «Piove». Stavolta canta l’elegante «Meglio così», scritta dai quasi ottantenni Gianni Ferrio e Giorgio Calabrese. Spazio ai giovani, insomma.

L’oscar del nome sconosciuto spetta di diritto a Piero Mazzocchetti, ma Baudo garantisce che in Germania è da tempo un’autentica star. Fra i giovani, ma nella categoria dei Campioni, tornano Simone Cristicchi, i rocchettari Velvet e Leda Battisti.

Promettono bene gli Stadio, la canzone d’autore di Fabio Concato, il fascino di Antonella Ruggiero, la voce jazz di Amalia Grè, l’ecletticità di Daniele Silvestri (altro candidato al podio). Ma soprattutto l’outsider Paolo Rossi, il teatrante monfalconese sempre più di casa a Trieste, che propone a sorpresa «In Italia si sta male», testo inedito di Rino Gaetano, il cantautore calabrese morto in un incidente stradale nel 1980: parole, quelle del titolo, che evidentemente valgono in ogni stagione. Dunque anche nell’Italia nel 2007.

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