REMO ANZOVINO
Di lui, nel settembre scorso, Vincenzo Mollica ha detto al Tg1: «Uno dei momenti più belli della 64.a Mostra del Cinema di Venezia è stato il concerto di Remo Anzovino, che ha materializzato, mentre suonava, le figure di Louise Brooks e Tina Modotti...».
Che poi quella del noto giornalista della Rai è soltanto una delle lodi incassate dal pianista e compositore di Pordenone, che domani alle 21.15 presenta in prima nazionale al Teatro Miela («abbiamo fatto - dice - solo una sorta di anteprima a Roma, all’Auditorium della Conciliazione...»), nell’ambito della rassegna «L’inutile indispensabile», dedicata a Erik Satie, il suo nuovo spettacolo intitolato «Tabù».
«L’idea del tabù - spiega Anzovino, classe 1976, che divide l’attività musicale con la professione di avvocato penalista - è nata dalla danza omonima che ho scritto per questo spettacolo, che è anche un disco che sto ultimando di registrare a Udine. I tabù sono quelli musicali ma anche personali da infrangere, da abbattere, da superare. Pensavo, scrivendo queste musiche, che le certezze di ieri sono diventate i tabù di oggi: che ne so, farsi una famiglia, metter sù casa, trovare un lavoro, costruirsi un futuro certo. Ma ci sono anche i tabù della sessualità, della spiritualità, persino quelli della metropoli, con le sue frenesie, le sue regole codificate. Una cosa è certa: l’idea del tabù comporta quella della trasgressione. Non appena c’è un divieto scatta l’impulso a non osservarlo».
Ma vediamo chi è Remo Anzovino, il cui primo album «Dispari», uscito l’anno scorso, è stato a lungo in testa alla classifica dei dischi jazz su iTunes. «Ho avuto una formazione eclettica - spiega il musicista, che è autore di oltre cinquanta fra colonne sonore e musiche di scena - alternando un percorso accademico agli studi jazz, ma anche alla mia passione per la musica sinfonica e per l’opera. Anni fa ho cominciato a scrivere colonne sonore per vecchi film del muto: la prima cineteca con cui ho lavorato è quella di Bologna, poi ho collaborato anche con le ”Giornate” di Pordenone».
Ancora Anzovino: «Ho sempre cercato di non perseguire un linguaggio didascalico. Esempio: Charlot corre, la musica va di corsa; Charlor ride, la musica gli va dietro. A furia di scrivere a un certo punto mi sono accorto che avevo in mano un certo numero di temi musicali. Ho cominciato a suonarli dal vivo assieme al fisarmonicista udinese Gianni Fassetta, e ci siamo accorti che quelle musiche potevano avere una vita autonoma, indipendente dai film. Ed è cominciato tutto...».
L’album «Dispari» (RaiTrade/Risorgive/Cni) è un lavoro strumentale che raccoglie un brano ispirato a Tina Modotti («Que viva Tina!») e alcuni temi composti per capolavori del muto come «Nosferatu», «I misteri di un'anima», «Il Circo». Musica di grande atmosfera, melodie avvolgenti che vari programmi televisivi (da «Ballarò» su Raitre a «Otto e Mezzo» su La7) hanno utilizzato nell’ultimo anno. Il suo «Cammino nella notte» è stato inserito nella compilation «Chill out - Blue» (allegata all’Espresso), accanto a nomi come Amy Winehouse, Mario Biondi e l'Orchestra di Piazza Vittorio. Anche Simone Cristicchi ha scelto il suo brano «L'immagine ritrovata» come tema principale del documentario «Dall'altra parte del cancello» (distribuito in dvd) e dello spettacolo teatrale «Centro di Igiene Mentale». E la fama del musicista/avvocato pordenonese è arrivata fino a New York, dove una piccola etichetta lo ha pubblicato per il mercato americano.
Ora arriva «Tabù». «Lo spettacolo - conclude Anzovino - è lo sviluppo di quello presentato a Venezia. Propone una scaletta con composizioni originali accompagnate da immagini in bianco e nero di classici film anni Trenta e Quaranta. Anzi, i brani vengono quasi commentati dagli spezzoni dei film montati in sequenza differente dall'originale ma funzionale a renderne visiva la musica. Con me suonano Gianni Fassetta alla fisarmonica e mio fratello Marco Anzovino alle chitarre».
La pubblicazione dell’omonimo album è prevista per quest’estate.
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