GRILLO 4
Dai palasport alle piazze e ritorno. Ovvero: forse il momento d’oro di Beppe Grillo volge al tramonto. È questa la sensazione dopo le tappe regionali (Trieste, ma anche Udine e Pordenone) del suo nuovo spettacolo «Delirio», di cui ieri abbiamo già riferito a caldo.
Innanzitutto i numeri. Un anno e mezzo fa il comico/fustigatore genovese richiamava seimila spettatori al PalaTrieste e praticamente altrettanti, divisi in due sere, nel più piccolo palasport udinese. L’altra sera, quattromila biglietti staccati - e molti spazi vuoti - nella moderna struttura di Valmaura e una sola serata sufficiente per accontentare il pubblico friulano al Carnera. Mancano dunque all’appello diverse migliaia di persone. E i dati che arrivano dalle altre città toccate dal tour vanno nella stessa direzione.
Ma non è solo una questione di numeri. In passato gli show di Grillo erano un esilarante fuoco di fila di battute, gag, sfottò. Si rideva a crepapelle. L’uomo poteva esserti simpatico o meno, potevi anche essere convinto che fosse uno di quelli che predicano bene e razzolano male, con le sue dichiarazioni dei redditi multimilionarie e le sue tante contraddizioni (oggi magnifica la Rete, in uno spettacolo di pochi anni fa distruggeva sul palco lo schermo di un computer, dicendone peste e corna...), ma non potevi fare a meno di apprezzarne l’esplosiva capacità di mettere alla berlina i potenti e questo mondo che non funziona.
Poi è cambiato qualcosa. Con le piazze del «Vaffa», con i referendum, con il ruolo di fatto politico che il nostro ha assunto nel disastrato panorama italiano degli ultimi dodici/ventiquattro mesi. Il risultato è che oggi, e ormai da tempo, Beppe Grillo non è più un comico ma non sarà mai - né vuole essere - un politico. Anche se sponsorizza le liste civiche per le prossime amministrative, anche se elogia pubblicamente Di Pietro («l’unico che fa opposizione, anche se non sa parlare e mette ansia...»), anche se ospita nel foyer dei palasport i banchetti per la raccolta delle firme contro il Lodo Alfano.
Oggi Grillo è approdato in una sorta di zona grigia, fra spettacolo e politica, in qualche modo respinto dall’uno e dall’altra. E il suo nuovo show, sempre meno spettacolo e sempre più comizio, mostra un po’ la corda. Nelle due ore abbondanti dell’altra sera al PalaTrieste, i momenti di stanchezza sono stati parecchi. Le battute sono le solite. E le testimonianze dell’Associazione Esposti Amianto di Monfalcone sono commoventi e toccanti, a tratti persino strazianti, ma non contribuiscono certo ad alzare il tono della serata. Che si conclude con un dubbio: il fenomeno Grillo ha già imboccato la parabola discendente? Lo sapremo presto.
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