martedì 5 gennaio 2010

NEL 2010...


«Che cosa racconteremo, ai figli che non avremo, di questi cazzo di anni zero...?», cantava l’anno scorso Vasco Brondi (alias Le Luci della Centrale Elettrica, ovvero una delle cose più interessanti uscite in Italia nel decennio trascorso) in una delle sue liriche più taglienti.

Risposta: poco, quasi nulla. Almeno per quanto riguarda l’universo musicale. Popolato da pochissimi grandi vecchi che hanno ancora qualcosa da dire, molti piccoli vecchi che raschiano disperatamente - a volte in maniera imbarazzante - il fondo del barile, rari giovani di valore, tanti ragazzotti per i quali andrebbe resuscitato il vecchio detto ”braccia sottratte all’agricoltura”, troppe meteore da una botta e via, che magari hanno venduto quattro dischi di numero e pensano di essere già delle star.

Sullo sfondo: cattivo gusto e talent show imperanti, case discografiche in via di liquidazione, megaconcerti che sono rimasti l’ultima fonte di guadagno sicuro (per gli artisti e per gli organizzatori), internet che rischia di produrre un effetto di sovraffollamento peggiore di quello televisivo quando offriva ”un quarto d’ora di notorietà a tutti”.

Un panorama desolante? Può darsi. Ma è proprio in queste situazioni apparentemente senza speranze che a volte nascono le rivoluzioni, i sommovimenti che fanno tabula rasa, le ondate che ripuliscono la spiaggia e offrono nuova linfa al domani. Non abbandonate le speranze, dunque. E prendete nota mentalmente di alcune (presunte, ipotetiche, sedicenti...) novità in arrivo.

DISCHI. A fine gennaio arriva il nuovo album dei Baustelle, il trio di Montepulciano che ha rappresentato - assieme al citato Vasco Brondi e, volendo essere generosi, al celebratissimo dalla critica Dente (all’anagrafe Giuseppe Peveri) - una delle cose migliori degli ultimi anni. A seguire i nuovi dischi di Negramaro, Daniele Silvestri, Biagio Antonacci, Gianluca Grignani...

Fra gli stranieri, a febbraio esce ”Scratch my back”, primo album di cover di Peter Gabriel (e se anche un genio assoluto come l’ex Genesis si mette a fare le cover, vuol dire che siamo proprio a fine corsa...). Ma si aspetta anche il nuovo album della talentuosa ma birichina Amy Winehouse: a ormai quattro anni da ”back to black”, si dovrà capire se la ragazzaccia vuole mettere la testa a posto o preferisce passeggiare sulla via dell’autodistrizione, personale e artistica.

Altre cosucce. Madonna ha ingaggiato il produttore Brendan O’Brian (uno che ha resuscitato Pearl Jam e Rage Against Machine...) per tentare di risollevarsi dopo il flop di ”Hard candy”. Fra un concerto in quasi play-back e l’altro, davanti a folle adoranti a prescindere, e disposte a sborsare cento e rotti euro pur di esserci, la signora Ciccone uscirà dunque con un nuovo album. Comunque andrà, sarà un successo: il suo nuovo contratto discografico è infatti con la Live Nation, che ne gestisce anche le tournèe, l’immagine, il merchandising. Dunque...

In calendario anche il nuovo disco degli U2 (dovrebbe arrivare prima dell’estate, in tempo per lanciare il prossimo tour), di Jennifer Lopez (”Love”, atteso anche questo prima dell’estate), Tom Waits (che continua ad alternarsi fra cinema e musica: il disco dovrebbe arrivare in autunno), Ringo Starr (nel suo ”Y not” è riuscito a convincere l’altro Beatle superstite, il grande Paul McCartney, a cantare due canzoni assieme...).

LIVE. La chicca arriva subito, il 22 gennaio, con il concerto denominato ”Work in progress” al Vox Club di Nonantola, in provincia di Modena. Un luogo per piccoli numeri e un titolo misterioso per celare un ritorno atteso oltre trent’anni: Lucio Dalla e Francesco De Gregori assieme, sullo stesso palco, proprio come avvenne prima nel 1978 e subito dopo nel lungo tour dell’estate ’79. Che fece tappa anche allo Stadio Friuli di Udine, nel giugno ’79, e il concerto si tenne nonostante la tromba d’aria che nel pomeriggio di quel giorno si abbattè sulla zona.

Il titolo della tournèe - la prima dopo la stagione degli incidenti e della ”musica è di tutti, biglietto non si paga”, che avevano tenuto per diversi anni lontani dall’Italia le star straniere - era ”Banana Republic”, che poi divenne anche un disco e un film. Tutti di grande successo, come la sigla che chiudeva i concerti, la giocosa ”Ma come fanno i marinai”.

In quel tour, assieme ai due capobanda, c’era anche Rosalino Cellamare, appena ribattezzatosi con il nuovo nome Ron, che cantava ”I ragazzi italiani”. Chissà allora se il 22 gennaio andrà a trovare a Nonantola i due vecchi amici e colleghi. E chissà soprattutto se la tappa emiliana rimarrà una semplice rimpatriata o se verrà ricordata come il ”numero zero” di un tour che, nel caso si concretizzasse, diventerebbe automaticamente uno dei più attesi dell’estate italiana.

Fra i tour già certi, c’è quello mondiale degli AC/DC, per la cui unica tappa italiana (19 maggio allo Stadio Friuli di Udine, apertura del tour europeo dopo otto anni di assenza) si sono già mobilitati a tempo di record fan italiani e stranieri. Risultato: 40 mila biglietti bruciati in pochi giorni (35 mila venduti nei primi tre giorni, il resto nella settimana successiva), di cui oltre la metà fuori regione e su internet (costo dal 57 agli 86 euro). Gli organizzatori dichiarano di avere in ufficio ancora solo qualche decina di biglietti. Dunque un clamoroso ”tutto esaurito” a cinque mesi dall’evento. Praticamente un record.

Altri in arrivo: i già citati U2 (tappe italiane il 6 agosto a Torino, l’8 ottobre a Roma), Vasco Rossi (dal 5 febbraio a Milano, tappe anche nelle capitali europee), Tokio Hotel (dal 25 marzo, tappa anche a Padova), Whitney Houston (3 maggio a Milano, 4 a Roma), Kiss (18 maggio a Milano), Rod Stewart (21 giugno a Verona), Elton John (19 e 20 settembre a Roma). E ancora Michael Bolton, Joss Stone, Spandau Ballet, Muse, Michael Bublè, Prodigy, forse Bob Dylan.

Il 6 aprile comincia da Conegliano il tour di Elisa. Per tutto il resto, c’è da aspettare un po’.

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