martedì 16 febbraio 2010

60.o SANREMO


Sessantesimo Sanremo: è quasi tutto pronto. Si parte martedì, si va avanti fino a sabato notte, coi vincitori e le polemiche e tutto il resto (superospiti superpagati, pax televisiva con Mediaset, sciocchezzuole di contorno...), per quella che è sempre meno rassegna canora e sempre più spettacolo televisivo.

Vi ricordate com’era bello quando Sanremo era il Festival della canzone italiana? Non sono passati tanti anni. C’erano i cantanti, le canzoni, le gente si divideva a favore degli uni o delle altre, e più del responso delle giurie (sempre contestate) valeva quasi sempre la ”prova finestra” del pubblico: il motivo più fischiettato dalla gente la mattina dopo, il brano più trasmesso dalla radio nelle settimane successive, il disco ai vertici delle classifiche di vendita nei mesi primaverili era quello che legava per davvero il suo nome al Festival di quell’anno.

Quest’anno si comincia male, malissimo. Dalla conduttrice, Antonellona Clerici, più adatta a quei programmi di mezzogiorno per massaie intente a preparare manicaretti che alla musica, sino a certe inquietanti presenze come tal Emanuele Filiberto, nipote dell’ultimo re d’Italia e figlio di quel signore più noto alle cronache nere e rosa che agli affari di stato.

Il giovin pretendente al trono fa parte di un trio con Pupo e il tenore Luca Canonici. La loro ”Italia amore mio” minaccia sfracelli già dal titolo. Nella serata dei duetti l’allegra brigata ha coinvolto nientemeno che il ct della nazionale, Marcello Lippi, che però ha promesso di non cantare. E rischia di incrociare lo sgradito Antonio Cassano (superospite superpagato).

Chissà come la prenderà Toto Cutugno, che torna sul luogo del delitto dopo diversi anni, con il brano ”Aeroplani”: stavolta sul palco dell’Ariston sfila qualcuno - lo strano trio, appunto - più nazionalpopolare di lui.

Altro concorrente che non ama passare inosservato: Povia. È al quarto Sanremo, il terzo in gara. Uno l’ha anche vinto, nel 2006. L’anno scorso ha cavalcato le polemiche con ”Luca era gay e adesso sta con lei...”. Stavolta fa di peggio: va a scomodare la vicenda di Eluana Englaro, che meriterebbe solo tanto silenzio e tantissimo rispetto, per regalarci ”La verità”. Vi bastino i primi versi: «Mamma papà ora vi vorrei parlare...».

Un altro vincitore recente è Simone Cristicchi (”Ti regalerò una rosa”, tre anni fa), che sceglie di tornare all’ironia degli esordi con ”Meno male”. Dicono che quel verso (”Che bella Carla Bruni... Sarko-no Sarko-sì...”) sia all’origine del mancato ritorno al Festival della ”première dame”. Anche se fosse, ce ne faremmo una ragione.

Uno che invece a Sanremo ha vinto due volte (”Si può dare di più” con Morandi e Tozzi, ’87; ”Mistero”, ’93) e ancora ha voglia di tornare è Enrico Ruggeri: per ”La notte delle fate” si porta dietro la compagna Andrea Mirò, che dirigerà l’orchestra.

E passiamo ai vincitori fra i giovani delle ultime tre edizioni, quest’anno tutti nel girone principale. Arisa, rivelazione lo scorso anno con ”Sincerità” (al piano Lelio Luttazzi), sembra voler ripercorrere la stessa strada e ci riprova con ”Malamoreno”.

I veronesi Sonohra avevano vinto due anni fa: ora tornano con ”Baby” e si rivolgono sempre alla platea dei giovanissimi. E Fabrizio Moro, che aveva vinto tre anni fa con ”Pensa”, sempre e solo fra i giovani, stavolta propone ”Non è una canzone”.

Una che fra i giovani non ha mai vinto ma prima o poi era chiaro che l’avrebbero infilata di riffa o di raffa fra i big è Irene Fornaciari. Pur di essere promossa, si fa scortare dai Nomadi: assieme canteranno ”Il mondo piange”, scritta da papà Zucchero. Dite che è raccomandata? Ma no, cosa andate a pensare...

Reparto talent show. Marco Mengoni, talentuoso vincitore del recente ”X Factor”, canta ”Credimi ancora” ed è fresco di televoto, sistema che ha portato lo scorso anno al trionfo sanremese di Marco Carta e influenzerà anche il podio di quest’anno. Dalle penultime edizioni di ”X Factor” e ”Amici” arrivano anche Noemi (no, non quella di ”papi”, quella che ha duettato con la Mannoia...) e Valerio Scanu.

Completano l’appello tre artisti da ascoltare con attenzione: Malika Ayane, Irene Grandi e Nino D’Angelo. La cantante di madre italiana e padre marocchino torna a Sanremo con ”Ricomincio da qui”, promettendo un’altra oasi di classe ed eleganza. La rocker toscana si riaffida a Francesco Bianconi dei Baustelle, che ha scritto per lei ”La cometa di Halley” (e che già le aveva regalato ”Bruci la città”, non ammessa in passato al Festival e poi premiata ugualmente da un grande successo). L’ex scugnizzo è invece l’unico a sfruttare l’apertura del Festival 2010 al dialetto: la sua ”Jammo ja” parla napoletano ma promette sprazzi di world music.

Da ultimo, Morgan. Che, come noto, non ci sarà. Dicono che ”La sera” sia una canzone molto bella e particolare. Ma l’ex Bluvertigo è incappato nella nota intervista nella quale ha ammesso di assumere cocaina. Ciò gli è valso la squalifica e un’esposizione mediatica senza pari, che non aveva ottenuto nemmeno in tre edizioni di giurato a ”X Factor”. Lui, che ha sempre giocato a fare l’artista ”maledetto”, dopo lo scivolone è apparso ovunque, persino da Vespa, come uno scolaretto pentito che giura ”non lo faccio più”. Della sua vicenda, condita da quintali di ipocrisia, si è parlato fin troppo. Anche senza di lui, godetevi il Festival. Sempre che non abbiate di meglio da fare.

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