CORRADO GUZZANTI
Non ci resta che ridere, verrebbe da dire. Magari risate amare, come quelle suscitate ieri sera al PalaTrieste da Corrado Guzzanti con il suo ”Recital”. Spettacolo che gira - con varie riprese - da un anno, ma viene continuamente aggiornato dai tanti riferimenti all’attualità politica più stretta.
Si parte con un Giulio Tremonti trasformato in ministro del Re Sole, con tanto di abiti settecenteschi. Non fa in tempo a placare le folle che protestano sotto la sua finestra (”La crisi è finita, adesso se avete fame è psicosomatica...”), che viene incastrato nella classica intervista sui temi dell’attualità.
E allora sotto con il grande cetriolo globale che vola basso, per questo bisogna andare raso muro sperando che se lo becchi qualcun altro. Con la social card che io volevo chiamare la carta del morto di fame. Con gli italiani che hanno eletto il truffatore anche se lo sanno che i giudici hanno ragione, ma proprio per questo è meglio avercelo amico che nemico. L’intervistatrice non capisce? Chiaro, perchè sei donna e pure comunista. E comunque se non ce la fate ad arrivare alla fine del mese, tranquilli: non è mica una gara...
Guzzanti, romano, classe ’65, figlio del giornalista e politico Paolo, fratello di Sabina e Caterina (che lo affianca nello show assieme alla storica spalla Marco Marzocca), dagli ”Avanzi” televisivi del ’92 ai ”Fascisti su Marte” cinematografici di pochi anni fa ha sempre creato personaggi di due tipi: </CF>da un lato le creazioni originali, quali il regista Rokko Smithersons, l’istrionico e “coatto” adolescente Lorenzo, il santone Quelo, la procace conduttrice Vulvia, il gerarca fascista Barbagli, il poeta Brunello Robertetti; dall’altro le imitazioni di personaggi reali, come Emilio Fede, Antonello Venditti, Gabriele La Porta, Giovanni Minoli, Umberto Bossi, Romano Prodi, Francesco Rutelli, Gianni Baget Bozzo, Edward Luttwak, Vittorio Sgarbi, Gianfranco Funari, Walter Veltroni.
Alcuni di questi sono tornati anche ieri sera, alternati alle gag nelle quali l’artista si presenta con la sua faccia - e la sua voce - vera. ”Questo governo ha cominciato subito togliendo le mignotte dalla strada. E dove le mettiamo, direte voi. Ingenui... Riaprire le case chiuse? Perchè le case, ne basta una...”.
Ma non si pensi a una comicità a senso unico. Quando impersona Bertinotti che spiega la crisi della sinistra, Guzzanti sa picchiare anche meglio: ”Dividersi è bello e giusto. E noi ci dividiamo anche quando la pensiamo alla stessa maniera...”. La caricatura, completa di erre moscia, è vecchia ma funziona sempre. Quasi quanto la verà novità: una parodia di Antonio Di Pietro che sembra più vero dell’originale.
Con Padre Federico (Marzocca) cerca di spiegare l'esistenza di Dio e la difficoltà di comunicazione con i fedeli. Il top si raggiunge quando allo stralunato sacerdote, impegnato nel tentativo di educare le nuove generazioni ai rischi della droga e dello sballo in discoteca, si affianca una Miss Italia sciocca e tonta (Caterina Guzzanti), per la verità non troppo diversa dall’interpretazione che la sorellina fa del ministro della pubblica istruzione Maria Stella Gelmini.
Ma il mattatore, ovviamente, è sempre e soltanto e comunque lui, il padrone di casa, capace di calarsi in tanti personaggi, tratteggiandone i tic e quant'altro serva a farli capire, senza essere mai volgare (”no, non è volgarità, è satira...”). In un crescendo di gag divertenti e a tratti strepitose.
Il suo segreto è forse riuscire a stare sempre in bilico fra la satira dissacrante e l’esagerazione delirante. Gabriele La Porta, la presentatrice Vulvia di Rieducation Channel, padre Florestano Pizzarro...
A Trieste, spettacolo lungo ma mai noioso. E successo affettuoso per poco meno di duemila spettatori. A Udine, due mesi fa, erano oltre tremila. Torniamo al discorso già fatto di una piazza, quella triestina, che risponde meno di altre. Ma Corrado Guzzanti, che è bravo davvero, in questo non c’entra nulla.
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