sabato 20 febbraio 2010

SANREMO 3


Sessantesimo Sanremo: fra i giovani ha vinto il napoletano Tony Maiello con ”Il linguaggio della resa”. Festival ormai alla serata finale. Arrivati a sabato, come sempre, conta chi vince, chi lega il suo nome a quest’edizione del 2010. Ma andiamo per ordine.

Ieri sera partenza con la musica da discoteca del dj francese Bob Sinclair e il comico di ”Zelig” Johnny Groove (al secolo Giovanni Vernia). Che scambia Antonellona Clerici per Lady Gaga (ma con una qual somiglianza «con quella che faceva la pasta in tv») e chiede dov’è ”dj Vessicchio".

Malika Ayane, affiancata dalla prima ballerina della Scala di Milano, Sabina Brazzo, apre la nuova sfilata dei big ancora in gara, che sono tornati a essere dodici dopo il ripescaggio giovedì notte di Valerio Scanu e del trio Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici.

Sono proprio loro tre - dopo il passaggio di Simone Cristicchi con il Coro dei minatori di Santa Fiora, Irene Grandi con Marco Cocci, Irene Fornaciari e i Nomadi con Mousse T & Suzie, Marco Mengoni con il Solis String Quartet, - a scatenare i fischi e le proteste di parte della platea e a provocare un piccolo caso.

Come annunciato, per riproporre la loro ruffianissima (e orrenda) ”Italia amore mio”, si presentano scortati dalle Divas in tricolore ma soprattutto da Marcello Lippi. Che non canta ma pretende di spiegare il perchè della sua presenza («sono qui perchè per una canzone con questo titolo non poteva non esserci il ct della nazionale di calcio. Qui c'è della sostanza, non ha importanza come il brano viene cantato...»), infilando un pensiero agli italiani all’estero, un ricordo del ct della nazionale di ciclismo Franco Ballerini e ovviamente una citazione, con tanto di immagini sul megaschermo, della vittoria di quattro anni fa in Germania. Citazione bissata poi anche nel testo, riveduto e corretto per l’occasione («in quella notte di Berlino...»). Peccato che, a norma di regolamento, che non prevede discorsi di presentazione, i tre andrebbero squalificati. Per ora si sono beccati dal pubblico dell’Ariston il coro ritmato ”a casa, a casa...”.

A risollevare le sorti della serata arriva la superstar Jennifer Lopez, canzone, balletto e intervista di rito. Niente male per un compenso, si dice, di 850 mila dollari. Più tardi, la regina del pop riappare e arriveranno pure gli idoli dei giovanissimi, i tedeschi Tokyo Hotel. Il cui compenso sarà sicuramente più basso.

Torniamo ai cantanti in gara. Valerio Scanu ancora con Alessandra Amoroso, Arisa con Lino Patruno e la sua Jazz Band, Enrico Ruggeri con i suoi vecchi Decibel (con i quali fece il suo primo Sanremo, fra i giovani, esattamente trent’anni fa: e per l’occasione, il cantautore milanese rispolvera gli occhialoni bianchi vintage dell’epoca...), Noemi con i Kataklò, Fabrizio Moro con Jarabe De Palo e Dj Jad (Articolo 31), Povia con Marco Masini.

Ma quella di ieri è stata anche la serata della finale dei giovani, girone quest’anno denominato Nuova Generazione. Al solito, sono rimasti stritolati dalla macchina del festivalone, guadagnando un po’ d’attenzione più per la polemica della quindicenne Jessica Brando (che giovedì, non potendo cantare dopo mezzanotte in quanto minorenne, era presente solo con un filmato registrato in prova) che per le canzoni.

Ha vinto Tony Maiello (dal primo ”X Factor”, prodotto da Mara Maionchi), gli altri finalisti erano Luca Marino e Nina Zilli. Che è sembrata quella dotata di maggiore personalità, con la sua ”L’uomo che amava le donne”. A lei il Premio della critica.

Ma si diceva del vincitore - o della vincitrice - di stasera. Che potrebbe essere Marco Mengoni ma anche Malika Ayane. Con dietro un gruppetto di possibili ”terzi incomodi”, formato da Valerio Scanu, Simone Cristicchi, Arisa e Noemi.

Come già detto, i giovani che provengono dai talent show (Mengoni, Scanu, Noemi ma anche il giovane Maiello) possono contare su una schiera di fan abituati a mobilitarsi con il televoto. Ha funzionato lo scorso anno per Marco Carta, potrebbe funzionare di nuovo, anche se il peso del televoto stavolta è stato ridotto con l’inserimento delle preferenze espresse dai componenti dell’orchestra.

Cristicchi e Arisa hanno due canzoni che funzionano. Una vittoria della Ayane, metà milanese e metà marocchina, scoperta fra i giovani di Sanremo dell’anno scorso, sarebbe invece l’affermazione della qualità. La sua ”Ricomincio da qui” è infatti - assieme a ”La cometa di Halley” di Irene Grandi ma anche all’eliminata ”Jammo ja” di Nino D’Angelo - la cosa migliore del Festival di quest’anno. Nel complesso deboluccio.

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