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martedì 19 luglio 2011
DISCHI - CAROLE KING e JAMES TAYLOR + jovanotti
Carole King e James Taylor , com’eravamo. E come siamo. Due nomi incisi a caratteri indelebili nella storia del pop statunitense. Nomi legati soprattutto a una canzone, “You’ve got a friend”, scritta da lei (dicono per lui) e poi interpretata da entrambi, separatamente, anche se la versione più popolare è rimasta quella firmata da lui. Tempo fa i due si sono ritrovati sul palco del Troubadour sul Santa Monica Boulevard a West Hollywood, Los Angeles, a celebrare il mezzo secolo del locale (che vide nascere artisti come Jackson Browne, David Crosby, Randy Newman, Joni Mitchell, Neil Young...) ma anche i quarant’anni passati dal loro incontro, su quel palcoscenico. Ne sono venuti fuori il “Troubadour Reunion Tour”, che ha girato gli Stati Uniti, ma anche due dischi: “Live at The Troubadour” e “Troubadours” (entrambi cd e dvd su etichetta Hear Music). Dentro si respira la miglior canzone americana di quegli anni. Brani tuttora godibilissimi che si intitolano - in ordine sparso, alcuni dell’una e alcuni dell’altro - “So far away” e “Machine gun kelly”, “Carolina in my mind” e “It's too late”, “Smackwater Jack” e “Will you love me tomorrow?”, “Country road” e “Fire and rain”, “Sweet Baby James” e “I feel the earth move”, “You can close your eyes” e ovviamente il gioiellino “You’ve got a friend”. Quando si incontrarono su quel palco, nel 1970, i due avevano storie diverse alle spalle. Carole King, nome d'arte di Carole Klein (New York, 9 febbraio 1942), era autrice affermata, in coppia con il marito Gerry Goffin. Pare che gli stessi Beatles avessero citato la coppia Goffin-King come fonte d’ispirazione per l’originalità. Dopo il divorzio la crisi, da cui la signora uscì alla grande con l’album “Tapestry”, del ’71: quattro Grammy e oltre venti milioni di dischi venduti in tutto il mondo. James Vernon Taylor (Belmont, Massachusetts, 12 marzo 1948), dopo una giovinezza funestata da un ricovero in un ospedale psichiatrico per depressione e seri problemi di tossicodipendenza, nel ’68 si ritrovò a Londra a incidere il suo primo album per la Apple, etichetta dei Beatles. E al disco collaborarono anche Paul McCartney e George Harrison (che si ispirò alla “Something in the way she moves” dell’americano per scrivere la sua celebre “Something”). Ma il successo arrivò un paio d’anni dopo, al ritorno negli States, con l’album “Sweet Baby James”. Quell’incontro di quarant’anni fa suggellò dunque la collaborazione fra due giovani artisti che stavano vivendo la loro stagione creativa migliore. In tutti questi anni si sono persi e ritrovati tante volte. Ma quella immortalata da questi dischi, assieme alla band storica, è senz’altro quella da ricordare. E consegnare all’enciclopedia della musica popolare del Novecento.
- FRANTI e JOVANOTTI
Dicono che sarà il tormentone dell’estate. Di certo sarà un pezzo che ascolteremo molte volte. “The sound of sunshine” è il nuovo singolo di Michael Franti, voce e autore degli Spearhead, cantato in duetto con Jovanotti (nella foto). Il brano ha anticipato l’uscita del nuovo, omonimo album di Michael Franti and Spearhead. Non è la prima volta che il cantante/attivista statunitense e Lorenzo Cherubini lavorano insieme. Nel ’99 i due cantano “Dal basso”, brano contenuto nel disco “Capo Horn” di Jovanotti; nel 2008 arriva una nuova collaborazione, in “Mani libere”, nell’album “Safari”. E l’artista americano è stato ospite del Safari Tour. Quest’anno un altro duetto, nel brano “Battiti di ali di farfalla”, nell’album “Ora” di Jovanotti, e una nuova esibizione assieme, al Forum di Assago, a maggio. Ora questo brano carico di energia positiva, “allegro e arioso, che cerca di immortalare quella sensazione che si prova svegliandosi la mattina, tirare le tende e vedere che c’è una giornata di sole di
fronte a noi”, come spiega Franti. Atmosfera divertente, quasi sudamericana.
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