venerdì 14 settembre 2012

meridiano su EUGENIO SCALFARI

Celebrato in vita. Privilegio che spetta a pochissimi. Fra questi c’è oggi Eugenio Scalfari, classe 1924, nato a Civitavecchia da famiglia di origine calabrese, rimasto l’ultimo dei grandi giornalisti della sua generazione a tenere accesa la fiammella di un impegno e un ruolo pubblico - nel giornalismo, nella politica, nell’economia, in anni recenti persino nella filosofia - nati nell’immediato dopoguerra. Il “Meridiano” che Mondadori (casa editrice berlusconiana) pubblica martedì, intitolato “La passione dell’etica, Scritti 1963-2012”, annunciato quasi due anni fa, è il riconoscimento di ciò. «È un’opera - ha detto Scalfari ieri a Repubblica, il quotidiano da lui fondato nel ’76, dopo essere stato nel ’55 fra i fondatori dell’Espresso - che ricomprende la mia doppia vita: scrittore e giornalista. E le due cose solo in parte hanno coinciso. Non è un caso che non abbia mai scritto un libro sul giornalismo». Già, i libri. Una passione che ha sempre affiancato, e in qualche modo completato, il sacro fuoco del giornalismo. Nel quale Barbapapà (così lo chiamavano in redazione) è stato un fuoriclasse assoluto, in grado di rinnovare e per certi versi rivoluzionare la storia della stampa italiana. I nostri giornali non sarebbero quello che oggi sono, se non ci fossero stati Espresso e Repubblica. Il “Meridiano” - ottantotto articoli e sei libri, per complessive 1.984 pagine - si avvale di un saggio storico-intellettuale di Alberto Asor Rosa, di una bibliografia ragionata di Angelo Cannatà e di un “Racconto autobiografico” scritto per l’occasione, di cui riportiamo un estratto qui a sinistra. Alcuni lo vorrebbero senatore a vita, non certo per l’antico rapporto di amicizia con Napolitano, al quale l’altro giorno ha presentato il libro al Quirinale. Altri, più maliziosi, pensano addirittura che questa “celebrazione in vita” possa essere un aiuto proprio per l’ingresso a Palazzo Madama. Nell’altro ramo del Parlamento, Scalfari era entrato invece nel ’68, eletto come indipendente nelle file del Partito Socialista. Un’esperienza breve. Quasi una piccola parentesi, nella lunga storia di questo protagonista della vita pubblica italiana degli ultimi sessant’anni.

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