mercoledì 9 gennaio 2013

IL RITORNO DI DAVID BOWIE

David Bowie è tornato. È vivo, verrebbe da dire che “lotta assieme a noi”, e nel suo caso - come vedremo - non si tratta di un fatto scontato. Il video del nuovo singolo, “Where are we now?”, è arrivato - prima sul sito www.davidbowie.com, poi rilanciato un po’ ovunque - quasi a sorpresa ieri, nel giorno del suo sessantaseiesimo compleanno. Una sorta di lussuosa anteprima dell’album, “The next day”, annunciato per l’11 marzo. Il brano è una malinconica ballata, straniata e straniante, che cattura l’ascoltatore già dopo il primo ascolto. Profuma di ricordi e di Berlino, non solo per le immagini in bianco e nero della città, immortalata nel video prima della caduta del Muro. Il richiamo è forte anche nell’atmosfera, nei suoni che rimandano agli anni in cui il Duca bianco visse nella capitale tedesca, realizzando fra il ’77 e il ’79 la famosa Trilogia berlinese (“Low”, “Heroes” e “Lodger”). È un ritorno che emoziona. L’artista inglese non realizzava un disco esattamente da dieci anni, da quel “Reality” pubblicato nel 2003, lavoro peraltro non eccelso. Nel 2004 fu costretto a interrompere un tour per un malore, causato da seri problemi cardiaci risolti - si spera - con un’angioplastica coronarica. Dal 2006 sembrava si fossero perse le sue tracce. Anche il tentativo degli organizzatori delle Olimpiadi di Londra, l’estate scorsa, di farlo partecipare con tanti suoi colleghi alla cerimonia inaugurale dei Giochi non ebbe buon esito. Ora questo singolo, e presto l’album con quattordici nuovi brani (diciassette nella versione “de luxe”). A dimostrare che l’artista che tanta parte ha avuto nella storia del pop-rock degli ultimi quaranta e più anni (il primo album, “David Bowie”, è del ’67; il secondo, “Space Oddity”, quello già della consacrazione, del ’69...) non ha ancora rinunciato a creare. “Ashes to ashes”, il campione dell’ambiguità - anche sessuale - è rinato dalle sue stesse ceneri. Ma si diceva del video. Diretto dall’artista multimediale statunitense Tony Oursler, è ambientato in un vecchio magazzino. Al centro, due pupazzi: uno con il volto animato di Bowie, l’altro dalle fattezze femminili. Attorno cianfrusaglie, rimasugli, fantasmi di epoche trascorse, su uno schermo le immagini citate. L’album sarà il trentesimo in studio di una carriera nella quale il nostro - che ha segnato trasversalmente arte, moda, stile, liberazione sessuale, critica sociale - ha venduto qualcosa come 140 milioni di dischi. A marzo, quando uscirà, Bowie sarà celebrato anche con una mostra al Victoria and Albert Museum, a Londra, dedicata a manoscritti delle liriche delle sue opere, fotografie, strumenti musicali, bozzetti per le scenografie dei concerti, e una sessantina dei costumi originali indossati nelle sue molteplici incarnazioni. Pare che Fazio stia tentando di portarlo a Sanremo.

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