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mercoledì 30 gennaio 2013
nuovo disco BAUSTELLE; e nuovo Mario BIONDI
Il tempo che passa e nemmeno te ne accorgi. Il passato che si scontra con il presente. La morte non è argomento tabù ma semplicemente “trasformazione, passaggio di stato”. Argomenti che non ti aspetteresti di trovare nelle canzoni. Tantomeno come tema portante del nuovo album di un gruppo rock. E invece...
S’intitola “Fantasma” (Warner), è il nuovo, splendido lavoro dei Baustelle, secondo molti il miglior gruppo rock italiano di questi tempi confusi. A tre anni dall’uscita de “I mistici dell’Occidente”, che aveva fatto provare al trio di Montepulciano l’ebbrezza dei vertici delle classifiche di vendita, la scelta è stata quella di abbandonare la strada che aveva garantito il successo per perlustrare territori nuovi.
Scelta coraggiosa, che dimostra il valore e l’importanza di quell’alchimia scattata ormai diversi anni fa (il primo album, “Sussidiario illustrato della giovinezza”, è del 2000; questo è il sesto capitolo della discografia) tra Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini.
La lavorazione del disco, realizzato con la FilmHarmony Orchestra di Wroclaw/Breslavia (Polonia), ha impiegato due anni. Anche se la registrazione, avvenuta nelle terre dell’orchestra, è durata due giorni. Preceduti e seguiti da una lunga lavorazione a Montepulciano, dove il Comune ha messo a disposizione nientemeno che la Fortezza Medicea.
N’è venuto fuori quello che in altri tempi sarebbe stato chiamato un “concept album”, diciannove tracce - tra brani cantati e schegge strumentali - che ruotano appunto attorno al tema del tempo. Atmosfera terrena e spirituale al tempo stesso. Persino citazioni dalle colonne sonore del cinema horror. Una sorta di viaggio in cui il tutto suona in maniera naturale, non c’è artifizio, nulla che dia l’impressione di esser stato costruito a tavolino.
Disco ambizioso, ricco di omaggi al cinema e alla musica classica del Novecento. Lavoro che non delude le aspettative, la miglior uscita italiana dell’anno peraltro appena cominciato. Ne “L’estinzione della razza umana” abbastanza espliciti i riferimenti a Berlusconi: «Cavalieri del lavoro simili a Gesù, non votiamo gli uomini, non li votiamo più». Il tema della morte è al centro di “Monumentale”, dove si invita a lasciar perdere “i programmi coi talenti”, “i salotti coi talenti e le baldracche”. “Non credo al mercato, produce demenza, io credo nel caos e nella violenza” è uno dei versi più provocatori di “Nessuno”. “La morte (non esiste più)” è il singolo apripista, originariamente scritto per Celentano, che però non l’ha ancora inciso.
Anteprime “live” il 19 febbraio a Bari, il 20 a Roma, il 23 a Firenze, il 25 a Milano. Tutte con l’Ensemble Simphony Orchestra diretta da Enrico Gabrielli, che ha curato gli arrangiamenti. Dall’8 marzo il tour vero e proprio, debutto a Torino.
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MARIO BIONDI, “SUN” (Sony). Il crooner catanese è attualmente l’artista italiano più internazionale della nostra scena. Dopo due anni di lavoro tra Milano e Los Angeles, New York e Londra, “Sun” è il suo nuovo disco, che lo conferma voce per eccellenza del “new soul”, in Italia e nel mondo. Lavoro di alta qualità, dal respiro internazionale, prodotto dallo stesso Biondi con Jean Paul Maunick, alias Bluey, leader della storica band jazz britannica Incognito. Fra gli ospiti la magica Chaka Khan, che interpreta con Biondi e Incognito il brano “Lowdown”. “Shine on” è il primo singolo, con arrangiamento d’archi firmato Simon Hale. Al Jarreau duetta col nostro in “Light to the world”. E un’autentica novità del disco è la presenza di un brano in italiano, “La voglia, la pazzia l’idea”. «Questa volta - dice Biondi - è nato tutto dall’incontro con Bluey, che ha portato il suo modo di fare funk nella mia musica. La collaborazione è partita con il mio album precedente, “If”, e da lì ci sono venute alcune idee...».
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