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venerdì 11 gennaio 2013
NEGRITA acustici 29-3 al Rossetti
Scordatevi i Negrita elettrici, caciaroni e rockettari che avete imparato ad apprezzare come una delle migliori band italiane degli ultimi anni. Quelli che venerdì 29 marzo arriveranno in tour anche a Trieste, per un concerto al Rossetti, hanno infatti appena “ripudiato” le chitarre elettriche e i volumi alti necessari nei palasport per abbracciare la dimensione acustica dei teatri.
«La formula dell’unplugged - rivela Paolo Bruni, in arte Pau, da sempre voce della band - non è una cosa nuova per noi, perchè negli anni Novanta, quando siamo nati suonando nei club, alternavamo spesso concerti elettrici ad altri acustici. Andavamo spesso, io e i due chitarristi Drigo e Cesare, a suonare in giro in versione trio. Ci facevamo chiamare Negrita Blues Brothers, per distinguere i concerti da quelli elettrici firmati semplicemente Negrita».
La band toscana, reduce da un lungo tour “tradizionale” nei palasport, debutta in questa nuova versione con una “data zero” il 14 febbraio al Teatro Comunale di Cagli, in provincia di Pesaro e Urbino. Per poi girare mezza Italia, prima della conclusione prevista al momento per il 7 aprile al Teatro degli Arcimboldi, a Milano.
«Sarà un’esperienza completamente diversa per noi - prosegue il cantante - e proprio in questi giorni siamo chiusi in studio a fare le prove. La dimensione è molto affascinante e tra le tante canzoni stiamo provando anche “Cambio” in una versione particolare che ci sta piacendo molto».
“Cambio” è uno dei brani più noti della band, che nel ’94 precedette come singolo la pubblicazione del primo album, intitolato semplicemente “Negrita”. Il gruppo è attualmente formato, oltre che dal citato cantante, da Enrico “Drigo” Salvi (chitarra e voce), Cesare “Mac” Petricich (chitarra e cori), Franco “Frankie” Li Causi (basso) e Cristiano Dalla Pellegrina (batteria).
Nel concerto che arriverà a Trieste alterneranno brani conosciuti dal pubblico e altri che in questi quasi vent’anni di carriera sono rimasti un po’ in secondo piano. «L’idea - conclude Pau - era di pescare pezzi suonati solo nei tour immediatamente successivi all’uscita degli album a cui appartengono, così come quella di riprendere per l’occasione brani che, per un motivo o per l’altro, non abbiamo mai suonato dal vivo».
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