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martedì 29 gennaio 2013
RICHARD GALLIANO stasera a udine
Ama il jazz ma anche la classica, la musica popolare e il grande cinema. E se la musica di Astor Piazzolla è ancora viva e vitale, parte del merito va anche a lui, Richard Galliano, il sessantaduenne musicista francese di origini italiane che stasera alle 20.45 suona al “Nuovo” di Udine.
È considerato dalla critica il miglior fisarmonicista contemporaneo. Con l’ingombrante strumento, secondo il parere di molti inadatto al jazz, comincia a fare conoscenza a soli quattro anni, sotto l’insegnamento del padre Luciano. A quattordici scopre il jazz e rimane folgorato dal trombettista Clifford Brown, del quale «ho copiato - disse una volta - tutti i chorus, impressionato dal suo tono, dall’energia e il fraseggio che riusciva a sviluppare sulla tonante base ritmica di Max Roach».
Da lì, una carriera che lo ha portato a lavorare con i più grandi: da Chet Baker a Ron Carter, da Michel Petrucciani a Jan Garbarek, flirtando anche con gli italiani Enrico Rava e Paolo Fresu, e senza dimenticare mostri sacri della canzone francese come Juliette Greco e Charles Aznavour.
Ma si diceva della sua passione per la classica. Nel 2010 il musicista ha firmato un contratto di esclusiva discografica con la prestigiosa etichetta Deutsche Grammophon, per la quale ha registrato un album interamente dedicato alla musica di Bach. Un disco che, con quarantamila copie vendute, è stato il più venduto dell’anno nel settore della classica.
Il tempo di incassare un successo di questa portata ed ecco, nel 2011, un nuovo album dedicato stavolta alle musiche da film del compositore italiano Nino Rota. Affiancato da John Surman al sax soprano, Galliano ha regalato una lettura jazz delle celebri melodie di classici del cinema come “La strada” e “Il padrino” (con un suo notevole assolo al trombone), “La dolce vita” e “Amarcord”, senza dimenticare “Otto e mezzo”.
Come in un gioco di rimpiattino, il prossimo lavoro bazzica nuovamente il mondo della classica. Ad aprile esce infatti, sempre per la Deutsche Grammophon, un album con le “Quattro stagioni” e altre arie di Vivaldi: fisarmonica e quintetto d’archi, per una rilettura che promette di essere diversa da tutte le (tante) altre.
Ma non è finita. Visto che Galliano si considera innanzitutto un jazzista, nei “ritagli di tempo” fra un concerto e l’altro sta lavorando, sull’asse New York-Los Angeles, con jazzisti a stelle e strisce, a un disco calato per intero nel genere afroamericano. Stasera a Udine, nella scaletta del concerto, ci sarà solo l’imbarazzo della scelta.
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