martedì 8 aprile 2014

BOB GELDOF, NUOVA TRAGEDIA: MUORE LA FIGLIA PEACHES

Ancora una tragedia nella vita di Bob Geldof, sessantaduenne musicista e attivista irlandese, famoso soprattutto per il concerto benefico Live Aid. La figlia Peaches Honeyblossom Geldof, venticinque anni, nata a Londra nell’89, è morta misteriosamente nella sua villa alle porte di Wrotham, nella contea sud-orientale inglese del Kent. Secondo la polizia britannica, il decesso della giovane donna è avvenuto “all’improvviso” e per ragioni al momento “inesplicabili”. La madre di Peaches, la giornalista rock Paula Yates, era morta nel settembre del 2000, a quarantuno anni, stroncata da un’overdose di eroina. La nonna paterna era morta anni prima per un’emorragia cerebrale. E a livello di “famiglia allargata”, nel ’97 si era suicidato Michael Hutchence, cantante degli Inxs e nuovo compagno della Yates, dopo il divorzio nel ’96 da Geldof. Peaches era la secondogenita del musicista, che ha altre due figlie: Fifi Trixibelle di 31 anni e Little Pixie di 23. Ha inoltre ottenuto la custodia di Tiger Lily, nata dall’unione dell’ex moglie con Hutchence. La donna era sposata con Thomas Cohen, cantante degli Scum. Lascia due bambine: Astala e Phaedra, entrambe in tenera età. In precedenza Peaches era stata sposata con il musicista Max Drummey, con il quale nel 2009 aveva lasciato l’Inghilterra per trasferirsi a New York, ma i due si erano separati a soli sei mesi dalle nozze. Lavorava come dj e modella, ed era spesso ospite di programmi televisivi. Era molto attiva nel modno della moda e partecipava spesso alle sfilate. Aveva cominciato a lavorare nel mondo della comunicazione a quindici anni, come collaboratrice del magazine “Elle”. A sedici anni già scriveva per il Telegraph e il Guardian. Successivamente aveva partecipato a vari programmi televisivi, come “Omg with Peaches Geldof” su Itv. «Peaches è morta. Siamo distrutti dal dolore», ha scritto Bob Geldof in un comunicato. «Era la più sfrenata, divertente, intelligente, arguta e fuori di testa fra tutti noi. Scrivere “era” mi distrugge. Che grande figlia. Come è possibile che non la vedremo più? Come può essere sopportabile?» Peaches era rimasta segnata dalla morte della madre. «Ricordo il giorno in cui mia madre morì - aveva detto in un’intervista - e per me è ancora difficile parlarne. Il giorno dopo fui costretta ad andare normalmente a scuola perché la mentalità di mio padre è: manteniamo la calma e andiamo avanti. Così andammo tutti a scuola cercando di comportarci come se non fosse successo nulla, ma era successo. Non provavo dolore. Non piansi ai funerali. Non ero in grado di esprimere alcun sentimento, ero completamente stordita. Solo intorno ai sedici anni ho iniziato a soffrire davvero».

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