venerdì 26 giugno 2009

LAURA PAUSINI A VILLA MANIN


Domani sera riparte da Villa Manin di Passariano il World Tour 2009 di Laura Pausini. Che poche sere fa è stata fra le protagoniste del concerto Amiche per l’Abruzzo: cento voci femminili sul palco di San Siro, oltre 55 mila spettatori e un incasso di oltre un milione e mezzo di euro. Tutto girato alla nobile causa della ricostruzione dopo il terremoto.

Laura, l’idea del concerto è stata sua. Com’è nata?

«Anni fa avevo immaginato di unire tutte le mie colleghe italiane in un concerto. Mi è sembrato che questa potesse essere l’occasione giusta per tutte noi di riunirci e cantare per chi in questo momento ha bisogno di aiuto. La prima persona che ho chiamato è stata Fiorella Mannoia e quando ho sentito il suo entusiasmo ho contattato via via tutte le altre: Elisa, Giorgia, Gianna Nannini, Carmen Consoli, Irene Grandi...».

Recentemente è tornata all’Arena di Verona. Un luogo che lei ama.

«Sì, è stato per i Wind Music Awards. Avevo già cantato all’Arena anni fa e ci tornerò anche durante questo tour estivo. È uno di quei luoghi speciali che ha rappresentato e rappresenta tuttora una parte importantissima della nostra cultura italiana, pertanto tornarvi è sempre un piacere: ci si sente onorati a cantare in posti del genere».

Lei ha cantato in mezzo mondo. C’è un posto dove ancora non è andata e vorrebbe esibirsi?

«Oddio, in questo momento sono fortunata a doverci pensare perché ci sono stati tanti posti dove sono già stata, in città e su palchi che non avrei mai pensato di conoscere. Oggi come oggi, avendo avuto queste possibilità di tenere concerti in posti di grande capienza, forse il desiderio è quello di tornare nei posti più piccoli, nei club e nei teatri. Per vedere le persone negli occhi...».

”Primavera in anticipo” è a quota sei dischi di platino. Che posto ha nella sua discografia?

«Ogni mio album ha rappresentato una parte importante della mia vita personale, perché molti dei miei dischi sono nati dagli sfoghi che avevo bisogno di fare attraverso la musica. Oppure dai momenti di gioia o di riflessione che ho vissuto. Questo contiene a livello poetico e metaforico tutte e quattro le stagioni che rappresentano quattro stati emotivi diversi, quindi forse è un po’ più completo di altri. È quello che racconta me stessa più profondamente».

La preparazione è stata lunga.

«Sì, è stato scritto in quattro anni, quindi in vari momenti della mia vita, anche molto diversi tra loro. Per questo ho usato il riferimento alle stagioni, come per presentare quattro quadri differenti che raccontano il momento del dolore, della nostalgia, della felicità, della riflessione e della gioia. Ci sono davvero tante sensazioni in questo album».

Lei lavora spesso con autori giovani.

«Man mano che passano gli anni le canzoni diventano sempre più numerose, in giro per il mondo. Ed è sempre più difficile scrivere qualcosa di innovativo. Gli autori sono importanti, nella mia carriera lo sono stati quelli che avevano già un nome e quelli che non erano conosciuti e per esempio hanno scritto per me ”La solitudine”. Io sono sempre propensa ad ascoltare le cose che arrivano dai giovani, chiaramente quando scrivono canzoni che hanno un contenuto personale. A volte per timidezza ci si rinchiude con le persone del proprio team, perché è difficile aprirsi con tutti quanti, però oggi è importante dare spazio ai giovani autori».

Questo tour toccherà Stati Uniti, Canada, America Latina... Qual è il pubblico che preferisce?

«Il mio pubblico italiano è sempre il migliore. Sono ovviamente felice di poter cantare in paesi anche lontani, ma non dimentico che tutto è cominciato da qui. E che se non avessi avuto all’inizio della mia carriere l’appoggio e l’affetto degli italiani, tutta questa splendida storia non sarebbe mai cominciata. E oggi sarebbe molto difficile sentirmi a mio agio quando sono di fronte a un pubblico straniero».

Ma la ragazzina che nel ’93 ha conquistato tutti cantando ”La solitudine” a Sanremo Giovani dov’è finita?

«È sempre dentro di me. Sono passati tanti anni, sono cresciuta e oggi esistono varie Laura Pausini. Esiste una ragazzina che è diventata donna e certamente la mia anima è cresciuta come il mio fisico, i miei pensieri, i miei sogni. Hanno preso forme diverse, a volte mi hanno permesso di maturare scontrandomi con le mie paure».

E salire su un palco le fa mai paura?

«Non più. Ci sono salita per la prima volta a otto anni, quando cantavo con mio padre al pianobar. Ora salgo, e per i primi tre minuti ho seri problemi di tachicardia. Poi il cuore segue il ritmo della musica, e così mi lascio andare. Canto e mi lascio trascinare da ciò che verrà...».

Domani a Villa Manin lo spettacolo comincia alle 21.30. In programma le canzoni nuove e i successi di una carriera lunga ormai sedici anni. Con Laura Pausini una band di otto elementi.

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