CREMONINI / BARCOLANA FESTIVAL
Manca un quarto alle dieci di ieri sera. I due megaschermi al lato del grande palco rilanciano le immagini della piazza: i palazzi illuminati, le luci, la folla... Sull’intro strumentale di ”Cercando Camilla” entrano i musicisti. Un attimo e arriva anche lui, Cesare Cremonini, che attacca con ”Louise”, altro brano dall’ultimo album ”Il primo bacio sulla luna”. Dal quale subito dopo estrae quel piccolo capolavoro pop che risponde al titolo di ”Dicono di me” (”che sono un bastardo, bugiardo e lo fanno senza un perchè...”).
Poi il nostro comincia a pescare in un canzoniere giovane ma già importante: ”Padre madre” (da ”Bagus”), ”La fiera dei sogni” (dalla riedizione di ”Squerez”), ”Le tue parole fanno male” (da ”Maggese”)... Mezz’ora dopo, quando partono prima ”50 Special” (do you remember? ”ma com’è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi...”) e poi una superba ”Vorrei” solo pianoforte e voce, il pubblico è innamorato cotto.
A maggio Cremonini aveva praticamente aperto qui il suo tour estivo, nella seratona di inizio estate dei Trl Mtv Awards. Ieri sera lo ha concluso, in una piazza Unità stavolta tutta sua, da non dividere con nessuno, eccezion fatta per le migliaia di spettatori accorsi per la serata finale di quello che un tempo era il Barcolana Festival e ora, in tempi di crisi per tutti, dunque anche per gli organizzatori degli eventi collaterali alla grande regata triestina, si è ridotto a due-serate-due. La seconda delle quali con un solo nome in cartellone. Ma va bene lo stesso, quando il nome in questione, quello dell’ex Lunapop, è in grado di metter d’accordo tutti.
Che storia, quella del ragazzo con lo sguardo furbetto. Bolognese, classe 1980, a sei anni studia pianoforte, ma a dieci è già stufo marcio di scale e preludi classici: preferisce Beatles e Freddie Mercury. A tredici anni fonda con alcuni compagni di scuola il primo gruppo, a quindici scrive le prime canzoni, a diciannove - giusto dieci anni fa - è il leader del gruppo più amato dai giovanissimi italiani, i Lunapop, a ventuno scioglie il gruppo e debutta nel cinema, a ventitre è già un solista affermato.
Di quei Lunapop, creati e dissolti con un colpo di bacchetta magica, il piacione Cesare si è portato dietro solo il fidato bassista ”Ballo”, al suo fianco anche nel quarto album solista ”Il primo bacio sulla luna” oltre che in questo tour seguito al disco e caduto nel decennale di ”50 Special”, canzone-tormentone dell’estate ’99.
Dal vivo, il ragazzo si conferma uno dei migliori autori e interpreti del pop di casa nostra. Come nel disco, mischia con freschezza e una buona dose di faccia tosta pop e rock, canzone d’autore e swing, tentazioni classiche e jazz. Lo fa dosando gli ingredienti con gusto, senza strafare. E alternando gli episodi che in pochi anni lo hanno trasformato in un protagonista di primo piano del pop italiano: da ”Latin lover” a ”Vieni a vedere perchè”, da ”Qualcosa di grande a ”Gli uomini e le donne sono uguali”. In mezzo ci infila anche un omaggio a Johnny Cash, con la voce di Ballo finalmente protagonista. Quelle di Cremonini sono belle canzoni pop, è buona musica leggera cantata bene e scritta meglio, con chiare ascendenze beatlesiane e radici ben piantate nella magica stagione degli anni Sessanta/Settanta. Il fatto che a tratti dia l’impressione di rimanere ancora in bilico fra la pop band degli esordi ormai lontani e le atmosfere da cantautore che sono comunque nel suo dna non è un fatto negativo: dà maggiore brio e leggerezza al tutto. A Trieste, finale sotto la pioggia ma successo caloroso e meritato. In attesa della regata di stamattina.
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