DISCHI - CARMEN CONSOLI
La cantantessa è tornata. La bambina impertinente è cresciuta. Confusa e felice come quando anni fa ci ha fulminati con il suo esordio, prende carta e penna e microfono e dice la sua su quest’Italia scassata. Sulle donne, sui padri e sulle figlie, sui nostri rapporti personali, su questa società. A tre anni di distanza dal precedente ”Eva contro Eva”, Carmen Consoli si ripresenta con l’album ”Elettra” (Universal), che arriva nei negozi il 30 ottobre ma si può ascoltare in Rete già da qualche giorno.
La trentacinquenne cantautrice e musicista catanese prende a prestito una figura mitologica per parlare dell’Italia di oggi, della mercificazione della donna, tema che torna spesso nel disco.
Tanto che alla presentazione romana del disco, l’altro giorno ha detto: «Sapete che vi dico, voglio diventare una escort, anzi per chiamare le cose col loro nome una ”buttana”. Tanto essendo una donna italiana verrò vista sempre così e per tale mi tratteranno...».
Ma Carmen va oltre. Usando la musica, le canzoni anche come medicina per superare la rabbia e il dolore. Nella psicanalisi Elettra, complessa figura di donna, è il contraltare femminile di Edipo: non il figlio innamorato della madre, ma la figlia innamorata del padre. L’origine è nella mitologia greca, che tramanda la figura di questa donna che istiga il fratello a vendicarsi sulla madre per la morte del padre.
«Questo è un disco sull'amore paterno - dice l’artista, che ha perso il padre pochi mesi fa -, Elettra rappresenta il mettere da parte l'amore materno per scoprire il rapporto con il padre, che è più sottile, meno scontato: un sentimento che si scopre col tempo e che racchiude tutto ciò che non è scontato».
Lavoro pieno di sfaccettature, molto ”al femminile”, acustico ma ricco di suoni rock e anche di folklore siciliano. Dieci brani che formano un unicum, sospeso fra pop e melodia, che a tratti sembra inscindibile.
"Mandaci una cartolina" è dedicata al padre scomparso, con la partecipazione di Franco Battiato, fra l’altro suo vicino di casa alle pendici dell’Etna. E presente anche in "Marie ti amiamo", la storia - con versi anche in arabo - di una bambina che ha peccato perchè non ricorda i canti di Natale.
"Non molto lontano da qui" è il primo singolo estratto dall'album, con un video ambientato in un bordello di tanti anni fa. «Mi piaceva vestire i panni della prostituta - rivela l’artista - perchè una delle idee forti dietro al disco è che ognuno si vende, sacrificando le sue reali aspirazioni per omologarsi».
Ancora: ”Mio zio” parla di pedofilia, di violenza domestica. E mostra come spesso le verità scomode vengono nascoste perchè c'è vergogna e si pensa sia meglio lavare i panni sporchi in casa.
”Col nome giusto” ci riporta alla Carmen dei momenti migliori. ”Sud Est” propone il tema del viaggio. ”’A finestra” è in dialetto siciliano: una conferma dell'amore per le proprie radici e della ricerca multilinguistica della cantante. Che dal 3 febbraio è in tour. Debutto all'Auditorium di Roma.
SKUNK ANANSIE
Sarà che Skin da sola non ha avuto lo stesso successo che le sorrideva con gli Skunk Anansie. Sarà che i suoi ”orfani” non avevano nemmeno tentato di rimpiazarla. Fatto sta che dopo quasi un decennio di pausa la band che segnato gli ultimi anni del secolo (e del millennio) torna assieme: ”Smashes & Trashes” (Carosello) è il ”best of” che segna la ”reunion” di una delle rock band più amate degli ultimi anni.
Rimasterizzato in digitale, il disco presenta brani selezionati dai primi tre album della band. Passando dalla gioiosa ”Weak” alla celeberrima ”Hedonism (Just because you feel good)”, da ”Secretly” a ”Charlie big potato”, si materializza una raccolta senza tempo dove ritrovare, traccia dopo traccia, successi ancora vivi. E i tre inediti - «Because of you”, ”Squander” e ”Tear the place up” - vibrano dell’energia necessaria a pensare a una ripartenza che vada al di là di questa uscita.
«I nuovi brani sembrano davvero enfatizzare ciò che di più buono ha la band: testi forti, ritornelli incisivi, ottimi arrangiamenti... E anche qualche stranezza gettata in mezzo», affermano gli Skunk Anansie. «Questa è la differenza tra una nuova formazione e ciò che stiamo facendo. La maggior parte delle band che tornano insieme speculano sul loro passato. Per noi questo sarebbe un punto d'inizio. Quello che per noi è davvero eccitante è il futuro là fuori».
Dei tre brani nuovi, ”Because of you” sembra quello in grado di coniugare con grande equilibrio le due anime del gruppo: l’energia travolgente unita a melodie estremamente contagiose.
Dal 9 ottobre il gruppo sta girando l’Europa in tour: il 15 novembre sono a Milano, il 16 a Firenze. A dicembre, la vocalist Skin, Cass al basso, Ace alla chitarra e Mark Richardson alla batteria entrano in studio per registrare il nuovo album, stavolta tutto di inediti, la cui uscita è prevista per la primavera/estate dell’anno prossimo. Dunque è vero: la storia degli Skunk Anansie è ripartita...
IACCHETTI Ci sono anche i triestini della Witz Orchestra, nel nuovo album di Enzo Iacchetti dedicato alle canzoni di Giorgio Gaber. Il comico pensava da tempo a questo gesto di stima e d’amore per l’amico e maestro di origine triestina. E il destino ha voluto che ad accompagnarlo in questa avventura, dopo tante altre vissute assieme dal vivo e in tivù, ci fosse proprio la band capitanata da Toni Soranno e Loretta Califra. Assieme, rivisitano i brani più famosi del primo repertorio gaberiano: da ”Il Riccardo" a "Barbera & Champagne", dal "Cerutti Gino" alla "Torpedo Blu", passando per "Ma pensa te" e "Porta Romana"... «Ho provato a metter mano alle prime canzoni di Giorgio, facendogli qualche scherzo - dice Enzino -. È chiaro che fatte da lui sono molto più vere. Ma il mio intento è quello di far sì che chi conosce Gaber non lo dimentichi mai, e chi non lo conosce possa sapere quanto fosse bravo, inimitabile e irraggiungibile». Iacchetti è da anni una delle anime del Festival Gaber che si svolge ogni estate a Viareggio.
BASTARD SONS Mentre la terza edizione di ”X Factor” sta facendo seriamente rimpiangere le prime due, prosegue la strada di alcuni solisti e gruppi lanciati dalla gara musicale di Raidue. I ”tre trentini” (e qui potrebbe partire la filastrocca...) che si fanno chiamare The bastard sons of Dioniso, finalisti dell’edizione dell’anno scorso, dopo il mini-cd ”L’amor carnale” pubblicato appena finito il programma, escono in questi giorni con l’album ”In stasi perpetua”. E dimostrano che la fama televisiva non li ha cambiati di mezza virgola. Rimangono i tre ragazzacci cresciuti fra le valli trentine, che non hanno abbandonato, amanti delle schitarrate rock e degli sberleffi irriverenti. Il disco - dicono - «riassume sei anni di rock alpestre con retrogusto di cantina». ”Mi par che per adesso” è il singolo apripista, molto trasmesso dalle radio in questi giorni. Loro lo definiscono «un connubio tra opera lirica e chitarroni distorti», rivelando che hanno mutuato da ”L'incoronazione di Poppea”, opera lirica di Claudio Monteverdi, l'ispirazione e parte del testo. Dal 28 novembre sono in tour.
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