mercoledì 2 giugno 2010

IRENE GRANDI
TRIESTE Poca gente ma molto calda, ieri sera al Rossetti, per il concerto di Irene Grandi. L’irriverente ragazzaccia rock ha da tempo lasciato il posto a un’artista matura e a tratti sofisticata. Forse migliore di quella che il pubblico ha cominciato a conoscere e apprezzare verso la metà degli anni Novanta. Ma le dinamiche del successo sono di difficile lettura e comprensione.
E ad applaudire e acclamare la cantante fiorentina sono soprattutto i fan, quelli già convinti ed entusiasti: ieri a Trieste, l’altra sera a Padova, proprio come nelle altre tappe di questo tour, intitolato alla stessa maniera dell’ultimo disco: ”Alle porte del sogno”.
È il sogno è quello che un tempo si chiamava ”il filo rosso” che tiene assieme lo spettacolo, fra canzoni di ieri e di oggi, ma anche con citazioni che vorrebbero essere colte e profonde, rimandate dalle immagini ipertecnologiche degli schermi.
Irene, che nel corso della serata si cambia d’abito quattro o cinque volte, attacca con una versione straniata e quasi ipnotica de ”La cometa di Halley”, la bella canzone che Francesco Bianconi dei Baustelle le ha scritto per l’ultimo Sanremo.
Arrivano altri brani dal nuovo album: ”Tutti più felici”, la stessa ”Alle porte del sogno”, ”Mi manca”... A guardarla sul palco, a sentirla cantare, vien da pensare che la maturità - quella artistica - arriva davvero a quarant’anni, boa anagrafica che la signora ha doppiato giusto nel dicembre scorso. Prima, stava ”in vacanza da una vita”, come le diceva sempre la mamma, con un’espressione poi usata in una delle sue prime canzoni di successo nonchè come titolo del suo secondo album.
Era infatti il ’95, e Irene era reduce dal debutto, l’anno precedente, a Sanremo Giovani. Con il Festivalone, poi, la sua carriera si è incrociata per tre volte in tre lustri: nel 2000, seconda classificata con ”La tua ragazza sempre”, scritta per lei da Vasco Rossi; nel 2007, scartata dalla commissione giudicatrice con ”Bruci la città”, anche quella scritta dal leader dei Baustelle, che nonostante la clamorosa bocciatura divenne uno dei maggiori successi di quell’anno; da ultimo pochi mesi fa, con la citata ”Cometa di Halley” che, per qualità del brano ed efficacia dell’interpretazione, meritava nettamente la vittoria. Ma si sa, a Sanremo le cose da sempre vanno così.
A cinque anni di distanza dal precedente disco di inediti ”Indelebile” - ma nel frattempo sono usciti la doppia raccolta di successi ”Irenegrandi.hits” e l’album natalizio ”Canzoni di Natale” -, l’ex ragazzaccia oggi sembra aver messo la testa a posto. Le nuove canzoni, scritte assieme a Gaetano Curreri degli Stadio e al citato Bianconi, vivono di una consapevolezza nuova, brillano di una solarità e quasi di un entusiasmo che in passato era difficile notare. Intendiamoci, l’irrequietezza e un certo positivo rimettersi sempre in discussione sono ancora la cifra stilistica dell’artista, ma il tutto sembra permeato da un senso di equilibrio che prima latitava.
E che ora si avverte quando, in un set acustico, va a rileggere brani dei suoi esordi come ”Dolcissimo amore” e ”Fuori”. Dopo ”Buon compleanno” (stava nell’album del 2003), arriva una delle perle della serata: ”Sono come tu mi vuoi”, classico di Mina del lontano 1966, che l’artista fiorentina ha riscoperto un paio d’anni fa, dandone una versione che non sfigura accanto all’originale.
C’è tempo per altre cose del passato (”Cose da grandi”, ”Terra”, ”Onde nere”...), ma quando arriva il turno di ”Prima di partire” l’artista matura e sofisticata non resiste, torna quella di un tempo, e si trasforma in acrobata, imbracata in funi che la fanno volare sul palcoscenico.
Come si diceva, il pubblico triestino è formato soprattutto da fan prodighi d’entusiasmo. Che sale alle stelle con ”La tua ragazza sempre”, ”Bruci la città”, ”Per fare l’amore”, ”Bum bum”... Siamo già in mezzo ai bis, e non ce ne siamo neanche accorti.
Ritorna anche ”Alle porte del sogno”. Quasi una sigla. E una dichiarazione di intenti. Sognare fa bene alla vita. E anche al rock, verrebbe da dire.

Nessun commento:

Posta un commento