domenica 13 febbraio 2011

DISCHI / JOVANOTTI + giusy ferreri


Ci sono certe carriere già scritte nell’album d’esordio, che tante volte è anche il migliore di un artista. Non a caso si parla della ”sindrome del secondo disco”, a voler indicare le difficoltà che molti incontrano, dopo un debutto di qualità, nel proseguire sullo stesso livello.

Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, romano di origini toscane, classe 1966, è la miglior negazione di questo assunto. Si pensi infatti che il suo primo album, uscito nel 1988, s’intitolava ”Jovanotti for president”, subito bissato l’anno succcessivo dagli altrettanto evanescenti ”La mia moto” e ”Jovanotti special”. Ed è tutta roba che non passerà alla storia della musica italiana.

Certo, non c’era bisogno di attendere questo ottimo ”Ora” (doppio cd, SoleLuna/Universal), suo dodicesimo album in studio, per accorgersi della grande trasformazione, artistica, musicale e culturale, che l’ex dj scoperto, anzi, ”inventato” da Claudio Cecchetto, ha avuto nel corso degli anni.

È infatti da almeno tre lustri, se non di più, che Jovanotti è un’altra persona e dunque un altro artista rispetto ai citati esordi. Ha scelto di mantenere lo pseudonimo che gli ha portato fortuna, ma per tutti - anche su tanti titoli dei dischi - è ritornato innanzitutto Lorenzo.

E Lorenzo oggi ha sfornato un disco di qualità, che per inciso è anche subito salito ai vertici delle classifiche di vendita. Quattro anni dopo ”Safari”, in un momento difficile da un punto di vista personale, seguito alla scomparsa della madre e del fratello, l’artista si mette a nudo con un disco che suona davvero bene, che riesce nel miracolo di mettere assieme tradizione cantautorale e reminiscenze dance, melodia e ritmo, tentazioni rock e filosofia pop.

Apre con ”Megamix”, quella dove canta che c’è ”un po’ di apocalisse e un po’ di Topolino”. Prosegue con belle canzoni molto ”alla Jovanotti”, come ”Tutto l’amore che ho” e la stessa ”Ora” scelta per il titolo. Affonda il colpo con le virate rock di ”Il più grande spettacolo dopo il big bang”.

Sperimenta quel che fino a ieri aveva messo da parte, cioè le suggestioni dance, con brani come ”Spingo il tempo al massimo” e ”Io danzo”. Non dimentica di inoltrarsi ancora nel terreno delle ballate, con ”Le tasche piene di sassi” e ”L’elemento umano”, e della musica etnica, con ”La bella vita”. Sorprende chi non ne conosce la sensibilità, ispirandosi alla canzone francese con ”Quando sarò vecchio”.

Ma nel disco, un disco allegro, quasi a compensare il momento difficile da un punto di vista personale, c’è in realtà molto di più. Dice Jovanotti: «Che cos'altro abbiamo se non la possibilità di celebrare l'Ora? Rivolgersi al futuro con fare speranzoso non sempre funziona, mentre affrontare l'Ora con un atteggiamento positivo paga. A me è successo, e racconto questa esperienza. In questo disco c'è la mia visione della musica. A me piace il tempo che passa, per questo uso sempre la mia faccia come copertina dei dischi, perchè dalla mia faccia vedo il suo scorrere».

Insomma, è diventato anche un saggio, il ragazzo che cantava ”È qui la festa?”...



CRISTINA DONA'

Finora Cristina Donà è stata un’artista cosiddetta di nicchia, cantautrice talentuosa molto apprezzata dalla critica e da una parte tutto sommato piccola del pubblico. ”Torno a casa a piedi” (Emi Music), il suo nuovo album, già entrato nelle classifiche di vendita, potrebbe avere il merito di allargare molto la platea dei suoi estimatori.

Una raccolta di canzoni che> celebrano la vita attraverso piccole istantanee. Come quella che dà il titolo all’album: una fotografia di una coppia di amanti in un caffé, una coppia di amanti ormai stanca e demotivata, incastrata nelle piccole noie di tutti i giorni.

«Osservando la scena - afferma Cristina - ho cercato di ritrarla con leggerezza e ironia. Tornare a casa a piedi è una scelta, non un imprevisto, è per me sinonimo di liberazione e anche simbolo di libertà. È un momento di riflessione, di indipendenza, di autonomia. Durante lo spostamento a piedi è possibile osservare con più tranquillità le cose. Si possono meglio cogliere i dettagli che compongono la realtà, dove ogni scontata normalità nasconde, quasi sempre, lo straordinario, nel bene e nel male».

Oltre al primo singolo ”Miracoli” e al brano citato, il disco propone ”Un esercito di alberi”, ”In un soffio”, ”Giapponese (l'arte di arrivare a fine mese)”, ”Lettera a mano”, una toccante ”Più forte del fuoco” (dedicata a Niccolò Fabi e alla sua compagna dopo la tragica scomparsa della loro bimba), ”Aquilone”, il momento acustico di ”Bimbo dal sonno leggero” e quello rock di ”Tutti che sanno cosa dire”.

Spicca la voce graffiante, da rocker di razza, dell’artista lombarda. Una voce ormai matura e definita, proprio come lo stile musicale di questo disco, che brilla ormai di un suo proprio marchio di fabbrica.

Dopo tanta gavetta, insomma, Cristina Donà ormai è un’artista che si riconosce al primo ascolto. E rispetto al precedente ”La quinta stagione", si nota una crescita, un passo avanti che va nella direzione della maturità ormai raggiunta.





GIUSY FERRERI

Domani sera, nella prima serata di Sanremo, Giusy Ferreri canterà ”Il mare immenso”, una ballata rock che ha scritto con Bungaro e Max Calò, alla quale affida le sue speranze di bissare il successo dell’album di cover ”Fotografie”, ma soprattutto quello dei precedente ”Gaetana” e ”Non ti scordar mai di me”. Il brano farà parte de ”Il mio universo”, nuovo disco di inediti che sfoggia la collaborazione di autori come Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone, Francesco Bianconi, Roberto Casalino, Rudy Marra, Massimiliano Zanotti, Luca Rustici e Ania, Gennaro Cosmo Parlato. La cantante lanciata dal primo ”X Factor” ha firmato lei stessa cinque brani dell'album, per il quale si è affidata a quattro differenti produttori, fra i quali spicca Corrado Rustici, raggiunto per l’occasione nei suoi studi di San Francisco. Fra i brani: ”Dèjà vu”, ”Piccoli dettagli”, ”Hai scelto me”, ”Noi brave ragazze”, ”Rossi papaveri”, ”Il mio comandamento”... Dopo Sanremo, vada come vada il Festival, Giusy sarà in tour a primavera. 



 AMICI 10

Uno degli interrogativi del Festival di Sanremo che comincia domani sera è vedere se per il terzo anno consecutivo vincerà una creatura di ”Amici”. Dopo Paolo Carta e Valerio Scanu, stavolta la candidata è Emma, già vincitrice dell’ultima edizione del ”talent show” targato Mediaset, che si presenta assieme al gruppo dei Modà. In attesa di sapere come andrà a finire (la bionda salentina è già fra le favorite...), becchiamoci questa nuova compilation dei ragazzi di Maria De Filippi. Dentro ci sono undici tracce di cui dieci inedite che, ancora una volta, toccano tutti i generi musicali. Apre ”Io nego”, di Simone Annichiarico e Francesco Marino, già diventato tormentone grazie alla voce di Francesca Nicolì. La giovanissima cantante pugliese interpreta anche l'ultimo brano del disco, ”Sono bugiarda (I’m a believer)”, unica cover, già nota nell’antica versione di Caterina Caselli. Ma ci sono anche Annalisa Scarrone (”Inverno” e ”Cado giù”), il cantautore Virginio Simonelli (”Non ha importanza” e ”A maggio cambiò”), Diana Del Bufalo (”Nelle mie favole”), Antonella Lafortezza (”Nell’immensità”)... Ragazze e ragazzi da tener d’occhio. 

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