giovedì 17 febbraio 2011

SANREMO 2


Sanremo alla seconda serata, affiora la noia. Dopo che il debutto è stato nel segno di poche belle canzoni (Vecchioni su tutti) ma soprattutto della satira delle ”iene” Luca e Paolo. La loro ”Ti sputtanerò”, sull’aria di un vecchio successo di Morandi, dedicata a Fini e Berlusconi, è già la canzone più ascoltata e cantata del Festival. Altro che i big in gara.

L’«eterno ragazzo» di Monghidoro si ripresenta per fortuna senza la Clerici ma di nuovo con quella improponibile giacca fosforescente: appare più rilassato, forse rinfrancato dagli ottimi dati degli ascolti. Uno spezzone per ognuna delle due eliminate della prima sera, Anna Tatangelo e Anna Oxa, che però già stasera possono essere ripescate e concorrere alla vittoria finale.

E poi entra ”l’argentina più amata dagli italiani”, Belen Rodriguez: scambio di cortesie con l’altra bellona del Festival di quest’anno, la sassarese Elisabetta Canalis. Morandi scherza: «Ma non dovevate litigare? Così non facciamo notizia». Poi riattacca col tormentone autoironico: «Dài, stiamo uniti, siamo una squadra...».

Comincia la seconda passata di sedicenti big. Prima cantante in gara Nathalie, poi c’è Al Bano. Il secondo ascolto non aggiunge molto a quello della sera precedente. La vincitrice dell’ultimo ”X Factor” è brava, ma questa sua ”Vivo sospesa” non le rende giustizia, passa via senza lasciare traccia. Il patriarca pugliese di Cellino San Marco, che al quindicesimo Sanremo ha scoperto la canzone di denuncia sociale con ”Amanda è libera”, non risulta assolutamente credibile. È proprio vero: ci sono certi artisti che non accettano la dignitosa uscita di scena.

La situazione migliora con il godibile medley che Luca e Paolo dedicano ad alcuni grandi successi di Morandi. Che alla vigilia aveva detto: canterò solo nella serata-evento dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia (dunque stasera, e il brano previsto è ”Rinascimento”, di Mogol e Gianni Bella). Ma evidentemente si lascia trascinare dalla simpatia delle due ”iene”, entra e accenna ”Un mondo d’amore”.

Tocca a Emma con i Modà: ”Arriverà” ha un crescendo che funziona, e non a caso è data fra i brani favoriti per la vittoria finale. Unico problema: dovesse salire sul podio, dopo le vittorie di Marco Carta e Valerio Scanu, sarebbe la prova della dittatura dei campioni di ”Amici” sul Festival.

Ma ecco la diva Patty Pravo, che la prima sera era sembrata la caricatura di se stessa. Scivola sempre su qualche stecca di troppo, ma la sua ”Il vento e le rose” non è una brutta canzone. Anzi.

Si conferma invece una bella e originale canzone ”Tre colori”, gioiellino senza tempo che Tricarico maneggia con cura: sembra quasi aver paura che il giocattolo che Fausto Mesolella (Avion Travel) gli ha affidato possa rompersi da un momento all’altro.

Arrivano gli immancabili fiori di Sanremo. E le due ”iene” non perdono l’occasione: «Diamo i fiori alle mazze», e scendono in platea coinvolgendo il direttore di Raiuno Mauro Mazza e il direttore artistico Gianmarco Mazzi seduti in prima fila. E aggiungono: «Direttore, ci scusi se ieri l'abbiamo preso per i fondelli...»

È il turno del primo ospite internazionale, l’attore Andy Garcia, che chiacchiera con Morandi, fa il galante con le primedonne del Festival («Io guardo... ma non tocco...»), poi si siede al pianoforte e intona il suo canto per ”Cuba libre”. «Dedico questa canzone a Cuba, che vorrei fosse libera. Come l'Italia», dice l’attore americano originario proprio dell’isola caraibica, da dove è andato via due anni prima della rivoluzione castrista e dove non ha più messo piede.

Tornano i cantanti. Max Pezzali con il suo oreccchiabile, ma tutto sommato innocuo rockettino. Luca Madonia con Franco Battiato, che canta solo l’ultima strofa della raffinata canzone ma finisce per sembrare proprio lui, ”L’alieno” del Festival. Luca Barbarossa con Raquel Del Rosario: al secondo ascolto il loro allusivo duetto ha già stufato. Meglio, molto meglio la classe senza tempo degli eleganti La Crus. E anche Davide Van De Sfroos: forse non aiutato dal dialetto del suo lago, che non permette di cogliere appieno l’ironia dei suoi eroi salgariani sbarcati sulla riviera romagnola, ma certo una bella boccata d’aria fresca, in mezzo a tante atmosfere e melodie mosce.

Il gioco della satira di Luca e Paolo stavolta funziona così: il primo tenta di portare il discorso su Berlusconi, il secondo tira in ballo Roberto Saviano («che pare che la lotta alla camorra la fa solo lui...») e Michele Santoro («e chissà se andremo ancora in onda...»), Gianfranco Fini («appena ha visto una ragazza giovane ha perso la testa: ci credo la casa a Montecarlo, con tutti quei parenti...») e Luca Cordero di Montezemolo. Ma l’effetto è meno esilarante della serata precedente.

Completano il cast dei big il grande Roberto Vecchioni (applausi a scena aperta e ovazioni per la sua bellissima ”Chiamami ancora amore”) e la sempre più incerta Giusy Ferreri. In fondo, quasi fosse un obbligo, fra altre chiacchiere, ospiti e battute, si trova spazio anche per la prima parte della gara dei Giovani. Che il Festival dovrebbe valorizzare e invece relega in tardissima serata.

«Sono partiti in settecento e sono arrivati in otto», dice Morandi. I quattro in gara ieri sera: la brava Serena Abrami, con ”Lontano da tutto”, scritta da Niccolò Fabi; il pianista jazz Raphael Gualazzi, che ha già un certo successo in Francia, con ”Follia d’amore”; Anansi (Stefano Banno), un passato di corista con Roy Paci, con ”Il sole dentro”; Gabriella Ferrone, con ”Un pezzo d’estate”, che mette in luce una bella sensibilità soul. E la serata scivola via bella moscia.

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