giovedì 18 agosto 2011

ROTOTOM SUNSPLASH IN SPAGNA


Il Friuli Venezia Giulia lo ha cacciato, la Spagna lo ha accolto a braccia aperte. E’ il Rototom Sunsplash Festival, la cui diciottesima edizione - la seconda lontano da casa - è cominciata ieri sera a Benicassim, cittadina spagnola pochi chilometri a nord di Valencia. Trecento artisti reggae in dieci giorni, per vedere i quali sono attese oltre duecentomila persone. Che vogliono dire anche tanti, tantissimi soldi.

«In Italia - dice Filippo Giunta, anima del festival - negli ultimi anni mi dovevo occupare a tempo pieno dei rapporti con la questura. Qui finalmente mi posso dedicare al festival. Che porta alla regione di Valencia, secondo El Mundo, qualcosa come 18 milioni di euro. Soldi che, con la nostra partenza, ha perso il Friuli Venezia Giulia...».

Il festival è nato e cresciuto nella nostra regione (prima edizione nel ’94 a Spilimbergo, poi trasloco a Latisana e dal 2000 al 2009 a Osoppo, al Parco del Rivellino), ma poi è emigrato in cerca di lidi meno ostili. Trovati nella generosa terra spagnola. Dice Giunta: «Abbiamo aperto il campeggio mercoledì. E la sera abbiamo offerto al paese una sorta di pre-festival, con una grande festa che ha coinvolto tutti ed è durata fino all’alba...».

Ma torniamo all’estate di due anni fa. La goccia che fece traboccare il vaso fu l’avviso di garanzia a Giunta per il reato di agevolazione dell'uso di sostanze stupefacenti. E al sindaco di Osoppo per abuso di ufficio, per aver concesso l'uso dell'area di campeggio esterna al festival.

«Una vicenda - spiega il presidente dell’associazione Exodus, dal titolo di un celebre brano di Bob Marley - che è ancora aperta. Con i ritmi lentissimi della nostra giustizia, il mese scorso il giudice dell’udienza preliminare ha deciso un nuovo rinvio. A gennaio si deciderà se aprire o meno il procedimento...».

Teoricamente Giunta rischia una pena fra i tre e i dieci anni di reclusione. In realtà, esistono buone possibilità che la vicenda si chiuda con un nulla di fatto. Ma l’attacco giudiziario, unito alla decisione politica della giunta regionale di bloccare i finanziamenti pubblici alla rassegna, fece capire agli organizzatori del festival che era tempo di migrare.

«Abbiamo scelto Benicassim perchè qui da quindici anni si svolge un altro importante festival pop, dunque già esistevano spazi e strutture, fra cui un campeggio di trenta ettari. E poi, quando siamo venuti per la prima volta per un sopralluogo, le autorità locali, che fra l’altro sono di destra, ci hanno fatto letteralmente ponti d’oro».

Al Sunsplash Festival 2011, che si conferma la più importante rassegna reggae europea, titolo guadagnato già nelle ultime edizioni in terra friulana, lavorano trentacinque persone tutto l’anno («l’anno scorso eravamo tutti friulani in trasferta, quest’anno abbiamo anche molti spagnoli, con rappresentanze francesi, tedesche, persino messicane e argentine...). Gli addetti diventano cento negli ultimi tre mesi e addirittura duemila nel mese del festival. Una comunità multietnica, distribuita fra quattro palchi, cinque locali, una cinquantina di bar e ristoranti e un centinaio di negozi.

L’edizione di quest’anno è dedicata a Bob Marley, nel trentennale della sua scomparsa. Con la partecipazione fra gli altri del figlio Stephen Marley (la cui esibizione era prevista ieri sera, in apertura del festival), della vedova Rita Marley, degli altri figli Ziggy e Ky-Mani, ma anche di Luciano, Jimmy Cliff, Bunny Wailer, Johnny Clarke, Michael Prophet, Horace Andy, Brigadier Jerry, Toot & The Maitals, Lutan Fyah, degli italiani Africa Unite e di altri protagonisti della musica reggae.

Ma il festival non è soltanto musica. «Le autorità locali - aggiunge Filippo Giunta - sono molto contente anche della nostra programmazione culturale, culminata con la partecipazione lo scorso anno della ministro della cultura giamaicana e quest’anno di Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace iraniana. Sempre contro la cultura dell’odio e all’insegna dei nostri valori: solidarietà, nonviolenza, tolleranza, cura per l’ambiente».

Tornereste in Italia? «Solo se cambiassero le condizioni nei rapporti con le istituzioni, e comunque con un secondo festival da riproporre a Osoppo: quello principale ormai rimane qui, in Spagna. Venendo via, ci è sembrato di uscire da un incubo. E qui abbiamo trovato una situazione ottimale».

Insomma, come dicono quelli del Rototom Sunsplash, “basta crederci e volerlo con forza: un altro mondo è possibile”. Magari lontano da casa.



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