venerdì 8 giugno 2012

SPRINGSTEEN, debutto a milano, oggi già a firenze

«Ciao Milano, siete pronti?». Sono le 20.35 di ieri, Bruce Springsteen sale sul palco sulle note registrate di “C’era una volta in America”. Ripete il suo saluto ai sessantamila di San Siro tre volte, poi attacca con “We take care of our owin”, manifesto del rock patriottico del nuovo album “Wrecking ball”. Quella che dice: «Ci prenderemo cura di noi stessi, faremo noi i nostri interessi, ovunque sventoli la bandiera saremo noi a prenderci cura di noi stessi...».
Sole ancora alto, bisogna cominciare presto per evitare i guai passati a Milano (uno sforamento di orario, anni fa, è finito in tribunale...), la folla è già in delirio. Col Boss, maglietta gilet e jeans neri, sul palco una E Street Band “allargata”: Cindy Mizelle e Curtis King ai cori, Jake Clemons (nipote del compianto Clarence) al sassofono, Clark Gayton al trombone, Curt Ramm alla tromba, Barry Danielian alla tromba, Eddie Manion al sax, Roy Bittan al piano e al sintetizzatore, Nils Lofgren chitarra e cori, Garry Tallent al basso, Steve “Little Steven” Van Zandt anche lui chitarre e cori, Max Weinberg batteria, Soozie Tyrell violino e Charlie Giordano tastiere. Non c’è Patti Scialfa: il Boss chiede «dov’è Patti?», poi si risponde che «è casa con i bambini ma vi saluta tutti...».
Fra i sessantamila di Milano c’è anche il sindaco di Trieste Roberto Cosolini. In questo tour si è già visto il debutto a Siviglia e la tappa a Berlino. Ma per mettere a referto il suo concerto numero 45 del suo idolo, evidentemente non è stato capace di attendere fino a lunedì, quando Bruce sarà di scena a Trieste allo Stadio Rocco. E chissà che il sindaco-fan non stia meditando di regalarsi anche la tappa intermedia del breve tour italiano, quella di domenica allo Stadio Franchi di Firenze... Con Cosolini, comunque, molti triestini ieri sera a San Siro, fra cui ovviamente Daniele Benvenuti, autore del libro appena pubblicato “Springsteen in italian land 1985-2012”. Sono molti, infatti, i seguaci del Boss che lo seguono in diverse date del tour.
A Milano il concerto è proseguito con “Wrecking ball”, la classicissima “Badlands”, “Death to my hometown”, “My city of ruins” (con assolo di Jake Clemons). E la scaletta - sempre suscettibile di modifiche, soprattutto quando si tratta di Springsteen - prevedeva poi “Spirit in the night”, “Because the night”, “No surrender”, “She’s the one”, “I’m on fire”. E ancora “Shackled and drawn”, “Waitin’ on a sunny day”, “The river”, “The rising”, “Lonesome day”, “We are alive”, “Thunder road”. Fino al rush finale con “Born in the Usa”, “Born to run”, “Glory days”, “Hungry heart”, “Dancing in the dark”, “Tenth avenue freeze-out”, “Twist and shout”... Ma chissà poi se le ha fatte tutte.
In attesa del concerto triestino, oggi Springsteen festeggia con sua moglie Patti Scialfa il ventunesimo anniversario di nozze. Probabilmente a Firenze, dove dovrebbe arrivare con due giorni di anticipo sul concerto di domenica, nel quale salirà sul palco anche la signora, chitarrista e corista della band.
Sarebbe il secondo anniversario fiorentino, dopo quello del 2003, non a caso anno dell’ultimo concerto del Boss nella città toscana. Allora festeggiarono all’Hotel Savoy, e chissà che la cosa non si ripeta. Poi, lunedì mattina, rotta verso Nord Est. Verso Trieste.

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