domenica 10 giugno 2012

SPRINGSTEEN yes I remember grappa...

«Certo che ricordo Udine, dopo il concerto ci offrirono dell’ottima grappa. Che spero di trovare anche a Trieste...».
Bruce Springsteen può stare tranquillo. La confezione regalo della nota grappa regionale è già pronta, la troverà lunedì nella stanza d’albergo. Prima del concerto allo Stadio Rocco.
Il riferimento alcolico è roba di quattro mesi fa, quando a Parigi si è svolta la blindatissima presentazione alla stampa europea del nuovo album, “Wrecking ball”. Inviti selezionatissimi. Solo sei giornalisti italiani, fra cui il vostro cronista, ammessi all’evento. Preparato con tanto di depistaggi.
Appuntamento sotto la sede parigina della Sony, in Rue de Châteaudun. Da dove un pullman ci avrebbe portato in una “località segreta” fuori città, sede della presentazione, a un’ora di strada dal centro. Vietatissimo portare computer, registratori, macchine fotografiche. Ma trattavasi, appunto, di depistaggio. Il pullman ci mollò infatti davanti al Teatro Marigny, su una laterale degli Champs Elysées. Lì il Boss, arrivato da poche ore dal suo New Jersey, dove stava provando il tour che ora arriva a Trieste, ha presentato quello che già a un primo ascolto ci sembrò un gran disco, un lavoro politico e disilluso, che parla - nell’anno delle elezioni - dell’America lacerata dalla crisi economica di questi anni.
Giacca nera stropicciata, camicia e jeans scuri, orecchino al lobo destro, scarpacce nere giuste per quelli “nati per correre” e aspetto da “working class”, la sessantatreenne rockstar dimostrò di essere in forma. E con molta voglia di parlare.
«È un momento duro - disse fra tante altre cose - nel quale gli americani hanno visto crollare le certezze. Un periodo devastante, questo clima si sentiva fra la gente. Ho visto tanti amici perdere lavoro e casa. Ma prima di Occupy Wall Street non c’era nessuno che parlasse di uguaglianza economica, non c’era una voce di protesta contro una situazione che colpiva l’idea stessa di America».
Dopo l’ascolto e l’intervista collettiva, nel corso dell’aperitivo organizzato nel foyer del teatro, il massimo rocker vivente - scortato da manager, bodyguard e addetti vari - fece il giro dei vari gruppetti di giornalisti, avvicinandosi anche ai sei italiani “ammessi” all’evento.
Presentazioni, strette di mano, “genuflessioni” dei più zelanti, quattro chiacchiere più o meno di circostanza. E fu a quel punto che bastò dirgli: ti aspettiamo a Trieste, Trieste vicino Udine, ti ricordi il concerto a Udine del 2009, che il Boss dimostrò di avere memoria lunga. «Yes, I remember grappa...».

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