domenica 9 dicembre 2012

CHIARA, GOFFA MA CON UNA GRAN VOCE, TRIONFATRICE DI X FACTOR

«Papà, scusa se ti ho messo in questa situazione...». C’è tutta Chiara Galiazzo, la ventiseienne padovana che ha vinto il sesto “X Factor” italiano, in questa frase detta allo stranito genitore, coinvolto con amici e parenti nei festeggiamenti, con contorno di domande per forza di cose scontate, dell’altra sera, poco prima di mezzanotte, in diretta su Sky Uno. Laureata in economia, insicura, l’aria un po’ goffa di chi si sente inadeguata e perennemente fuori posto, Chiara ha battuto in finale il rapper/performer bolognese Ics e l’urlatore di Bassano del Grappa Davide, detto “boiler” perchè strappato dal canto al mestiere di riparatore di caldaie. Soprannominata “la voce di questa edizione”, la mancata economista aveva colpito prima i giurati e poi il pubblico, sin dal casting che quest’estate aveva ridotto gli aspiranti cantanti da 60mila ai dodici che se la sono giocata in questi mesi. Durante i quali, guidata dall’esperienza di Morgan, ha inanellato una serie di interpretazioni da professionista: da una rilettura assolutamente credibile di “Purple rain” di Prince fino all’inedito “Due respiri”, scritto per lei da Eros Ramazzotti, ospite della finale. “X Factor”, dopo il passaggio da Raidue a Sky, si conferma vetrina di assoluto rilievo per le nuove leve della musica italiana. Lo confermano i numeri: un milione di spettatori per ognuna delle due serate della finale (cifre importanti per una pay tv), dodici milioni di voti giunti in questa edizione dal pubblico. Roba da far invidia alle primarie del Pd... Capitolo giudici. Morgan, tutor anche del secondo classificato Ics, incassa l’ennesimo successo: a conferma delle sue doti di eccentrico ma a modo suo geniale “allenatore”. Elio meno dissacrante del solito, forse stanco, quasi normalizzato dalla tivù. Simona Ventura (caposquadra del terzo classificato Davide) e Arisa entrambe, per motivi diversi, assolutamente fuori posto. E protagoniste due settimane fa di una patetica piazzata. Tutta roba che fa audience.

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