martedì 11 dicembre 2012

LA FIABA NERA DEL CARSO di Lucio Fabi

Siamo nell’estate 1616. Nell’attacco al Forte Stella, vicino a San Martino del Carso, un giovane ufficiale veneziano viene decapitato dagli austriaci che difendono il forte. La sua testa mozzata viene issata su una lancia ed esposta per dileggio. Parte da questo episodio storico realmente accaduto il libro “La fiaba nera del Carso”, che il triestino Lucio Fabi ha scritto per Mgs Press e presenterà domani alle 18 alla libreria Minerva assieme al regista e scrittore Lino Marrazzo. Una narrazione sospesa fra realtà e fantasia, dove anche quest’ultima prende comunque spunto dalla prima. L’episodio del “teschio maledetto” ricercato da più generazioni di un’unica famiglia nei dintorni del monte di San Michele è effettivamente ricordato nei testi storici. Sullo sfondo delle battaglie fra Veneziani e Arciducali e degli assalti italiani alle trincee austriache esattamente tre secoli dopo il fatto originario, nel 1916. Ma la storia inciampa anche nella figura di un “poeta speciale” in cui è facile riconoscere Giuseppe Ungaretti, passando per la bonifica dei tanti cimiteri di guerra carsici degli anni Venti e Trenta, per arrivare alla costruzione nel 1938 del Sacrario di Redipuglia. E spingendosi persino nel futuro, quando l’autore immagina che nel 2016, dunque quattro secoli dopo la decapitazione dell’ufficiale veneziano, un ricercatore è protagonista e testimone dell’inatteso epilogo. Al mercatino di Gradisca, sulla bancarella di un certo Toni... «La vicenda storica del giovane ufficiale di vent’anni cui mozzano la testa nel 1616 - spiega Lucio Fabi - è stata per me il pretesto per innestare gli eventi storici: la prima guerra mondiale, coi ricordi di Ungaretti che combatte sul nostro Carso; la seconda guerra mondiale, con i ricordi dei partigiani, le lotte fra italiani e sloveni, le foibe... Per arrivare ai giorni nostri, con le recenti polemiche sui resti dei caduti di Redipuglia, coi gradoni danneggiati e i problemi di conservazione del Sacrario, fino agli interventi di promozione culturale e turistica del Carso in prossimità del centenario della Grande guerra...». Ancora l’autore: «Tutto è nato da un’escursione notturna in questi luoghi. La storia della testa mozzata tornava sempre, con profezie sulla fine del mondo, nei territori in cui guerra e sofferenza sono sempre state ammantate da un’aura di dolore. Non volevo scrivere nè una storia lacrimevole nè un saggio, dunque mi sono costretto in un numero limitato di pagine, in cui inserire fatti veri e di fantasia riguardanti persone e storie che conoscevo». Per Fabi, storico e consulente museale, autore di vari volumi soprattutto sulla Grande guerra, si tratta del primo romanzo.

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