giovedì 8 agosto 2013

ANIMALI CROCIFISSI AL TEATRO ROMANO DI TRIESTE, 35 ANNI FA, GRUPPO78....

Animali crocifissi al Teatro Romano, in una sera d’estate di 35 anni fa, con l’artista d’avanguardia viennese Hermann Nitsch. E un filmato della serata che spunta fuori da un cassetto, e oggi verrà presentato per la prima volta al pubblico. Promozione e diffusione dell’arte contemporanea attraverso le performance, come ricorda Maria Campitelli, anima del sodalizio, sono sempre state l’obiettivo del Gruppo 78. Sono passati trentacinque anni dalla nascita dell’associazione. Che oggi alle 19, al DoubleRoom Arti Visive (via Canova 9, Trieste), conclude “35 performance del Gruppo78”, rassegna celebrativa - curata da Campitelli con la collaborazione di Massimo Premuda - di sette lustri di attività, attraverso un percorso che rievoca le performance storiche. Si chiude e si festeggia con la proiezione dei filmati originali che documentano le performance realizzate nel ’78 a Trieste da Otto Mühl e Hermann Nitsch, esponenti dell’Azionismo viennese. Il primo, scomparso proprio un mese fa, all’Istituto d’arte. Il secondo al Teatro Romano, in una performance che provocò anche proteste e polemiche. «Il Gruppo78 non era ancora nato - ricorda Maria Campitelli, all’epoca docente all’Istituto d’arte -, anzi, possiamo dire che lo abbiamo formato, con Rosella Pisciotta, Cesare Picotti e altri artisti e appassionati, proprio sulla scia di quei due eventi, che erano stati organizzati dalla nostra scuola e dal Gruppo Arte 4». Ancora Campitelli: «I filmati erano stati realizzati con la sua cinepresa da Umberto Armocida, padre di Arianna, allora studentessa dell’Istituto d’Arte, che aveva preso parte alle performance e recentemente ha ritrovato le pellicole nel corso della preparazione di questa rassegna. Si tratta di filmati senza sonoro, ma di grande importanza storica. Testimoniano avvenimenti che hanno portato anche a Trieste quel flusso innovativo e rivoluzionario che aleggiava nella ricerca artistica degli anni 60/70, dove la riscoperta e la rivisitazione del corpo occupava un posto centrale». E veniamo alle due performance. Mühl propose nella scuola superiore triestina un evento dimostrativo del lavoro che svolgeva in quegli anni: autopresentazioni che coinvolsero gli studenti, fra pittura, rapporto con il proprio corpo, danza a diretto contatto con i materiali più disparati (dalla salsa di pomodoro alle piume), “body art”... Ma se la prima performance si svolse nel chiuso di una scuola, la seconda fu realizzata all’aperto, in centro, in quel Teatro Romano che all’epoca non ospitava abitualmente spettacoli. «Nitsch - ricorda Campitelli - mise in scena una sorta di rituale, un sacrificio ispirandosi a quello di Gesù Cristo. Erano tempi di evasione dai linguaggi tradizionali, anche attraverso la “body art”, l’espressività attraverso il corpo». Al Teatro Romano, a partire dal pomeriggio, in quell’estate del ’78 furono messe in scena delle simboliche crocifissioni. Campitelli: «Non furono ovviamente utilizzati animali vivi. Recuperammo parti di animali morti e sangue al macello. Avevamo ovviamente il permesso della questura, i cui funzionari fra l’altro potevano sorvegliare quanto avveniva dalle proprie finestre. L’artista voleva simboleggiare il sacrificio catartico dell’umanità, attraverso la messa in scena e la simulazione del sacrificio supremo, quello della croce». La performance, alla quale parteciperano studenti dell’Istituto d’arte, ma anche del Liceo Dante, doveva durare tutta la notte. «Fu interrotta verso mezzanotte - ricorda Campitelli - perchè dalle finestre delle case vicine alcune persone cominciarono a lanciare sacchetti pieni d’acqua e pezzi di vetro...». Dopo la proiezione dei video, alle 20 va in scena “Urizen” videoperformance di danza con Francesca Debelli e Antonio Giacomin aka Fluido, già presentata nel 2010 al Festival dei Due Mondi di Spoleto, ispirata al poema di William Blake “The book of Urizen” e ai disegni che accompagnano i testi. I video, spiega una nota, raccontano la nascita di Urizen, personaggio inventato da Blake che impersona la razionalità e la regola.

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