sabato 3 agosto 2013

CONCERTO GREEN DAY 25-5 A TRIESTE è già un LIBRO per ARCANA

È già diventato un libro il grande concerto che i Green Day hanno tenuto poco più di due mesi fa a Trieste, in piazza Unità, in un clima decisamente autunnale. La casa editrice Arcana manda infatti in questi giorni in libreria il volume fotografico “Uno! Dos! Tré!... Cuatro! - Green Day in Italia” (collana Arcana Live; pagg. 150; 16,90 euro), dedicato proprio al recente tour italiano della band californiana, che ha toccato il 24 maggio l’Arena Fiera di Rho a Milano, il 25 Trieste, il 5 giugno Roma e il 6 Bologna. Grazie alle immagini del fotografo Henry Ruggeri (che per Arcana ha già firmato due volumi bio-fotografici dedicati a Vasco Rossi: “Brividi” e “Vasco dalla A alla Zocca”) e ai testi del giornalista musicale Emanuele Binelli Mantelli (suoi, sempre per Arcana, i commenti ai testi dei Muse “Love is our resistance” e degli stessi Green Day “¡Uno!, ¡Dos!, ¡Tré!”), i quattro concerti vengono fatti rivivere a beneficio dei fan e in qualche modo consegnati alla storia, perlomeno a quella del rock in Italia. La parte riservata al concerto triestino si apre con le foto dell’incontro dei tre Green Day con Marky Ramone, storico batterista dei Ramones, protagonista di alcuni eventi di contorno, a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia, organizzati la sera prima del grande concerto in piazza Unità. Il capitolo si apre con queste parole: «Trieste è la città della bora. Quale migliore occasione per gli agenti atmosferici (vento freddo e pioggia) per torturare ancora una volta i fan dei Green Day?» Già, i fan. I tanti fan arrivati da mezza Europa centrorientale per il concerto nel capoluogo giuliano. Il libro dà spazio a molte loro testimonianze. Arsenio Benoli: «Sei ore ad aspettare in piedi sotto la pioggia, il vento e il freddo, ma se potessi tornare indietro lo rifarei». Giulia Andriulo: «In due ore e mezza sono riusciti a farmi dimenticare i problemi che una tipica ragazza di diciott’anni potrebbe avere, sono magici per questo». C’è anche l’esperienza speciale di Lorenzo Lacky Lacarra, chiamato sul palco da Billie Joe Armstrong a cantare una strofa di “Longview”, con tanto di finale con bacio al cantante e tuffo fra la folla: «Non dimenticherò mai la notte del 25 maggio 2013, la mia notte, la notte dei Green Day». L’ultima pagina del capitolo, a fianco dell’immagine di un grande manifesto del concerto fotografato in una via cittadina (la pubblichiamo qui sopra, sotto il titolo), c’è anche la scaletta del concerto, dalla “99 Revolutions” dell’apertura fino ai tre bis: “American idiot”, “Jesus of Suburbia” e “Brutal love”. Il libro conferma il grande successo del tour, arrivato a “rimborsare” i tanti fan italiani della band dopo il doppio forfait dell’Heineken Jammin’ Festival del 2010 e dell’I-Day Festival del 2012. Scrive Emanuele Binelli Mantelli all’inizio del volume: «Quei quattro concerti-cuatro sono stati un’autentica liberazione per tutti gli idiots italiani. Più di 20mila persone a Milano secondo “Il Corriere”, 12mila in piazza Unità d’Italia a Trieste, oltre 20mila all’Ippodromo delle Capannelle a Roma per Repubblica.it, e 15mila all’Unipol Arena di Bologna. Un totale di oltre 60mila teste (chi cresta adolescenziale, chi barbe da trentenni, chi anche, perchè no, capelli tendenti al grigio) liberate dalla “maledizione italiana”...».

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