sabato 11 gennaio 2014

L'OMBRA DEL SICOMORO, nuovo libro di JOHN GRISHAM

Prima di suicidarsi, un ricchissimo uomo d’affari bianco, malato terminale di cancro, invia per posta a un avvocato che non conosce personalmente un testamento olografo (scritto a mano, da solo) nel quale disereda figli e nipoti e lascia quasi tutto l’ingente patrimonio alla badante di colore che lo ha assistito negli ultimi anni di vita. Comincia da qui “L’ombra del sicomoro” (pagg. 535, euro 20), il nuovo libro di John Grisham, inventore un quarto di secolo fa e da allora maestro del legal thriller. In questa storia, ambientata nel 1988, tornano i temi del razzismo e delle discriminazioni razziali che avevano innervato diversi capitoli della sua ormai ricca bibliografia. Torna anche il protagonista de “Il momento di uccidere”, il suo primissimo romanzo apparso nel 1989 negli Stati Uniti e all’alba degli anni Novanta in Italia, con le sue ambientazioni e le sue atmosfere. Torna nella persona di Jack Brigance, l’avvocato bianco che combatteva contro la discriminazione che altri bianchi portavano verso il suo cliente di colore e che vinceva un processo clamoroso. Lo ritroviamo tre anni dopo che se la passa professionalmente abbastanza male: quel processo gli ha portato fama e considerazione - soprattutto fra la gente di colore di Clanton, Ford County, Mississippi rurale e un po’ arretrato - ma pochissimo denaro. E non è stato nemmeno rimborsato dall’assicurazione per quella sua bella casa, nella quale viveva con moglie e figlioletta, bruciata dai razzisti amici dell’imputato di quel vecchio processo. Il nuovo processo, innescato dall’impugnazione da parte dei parenti del discusso e misterioso testamento olografo, riporta Jack al centro della scena e promette di riassestare le sue finanze. Un processo difficile, che ruota attorno a una domanda: perchè quell’uomo ha lasciato quasi tutto alla badante? E dunque cosa c’era stato fra i due per giustificare quella decisione prima di farla finita? E l’uomo era capace di intendere e di volere quando ha scritto il nuovo testamento? O forse era stato circuito, se non plagiato dalla donna? E in definitiva: quali antichi segreti si celano dietro questa storia? Grisham affronta il tema affatto appassionante del diritto successorio. Testamenti, eredi, proprietà, quella roba lì. Ma con la maestria che gli è universalmente riconosciuta fornisce alla trama struttura, solidità di narrazione, colpi di scena, persino suspense. Fra parenti avidi che sbucano dal nulla, traffici di basso livello fra avvocati, giurie da scegliere, accordi che si trovano a dover rispettare le ultime volontà del defunto. E in un ambiente provinciale e razzista, culturalmente arretrato, dove basta un nulla per infiammare la miccia delle contrapposizioni razziali e delle invidie sociali. Bella storia, scritta magistralmente. Per la quale è gioco facile prevedere una trasposizione cinematografica, com’è già successo per molti romanzi di successo dello scrittore americano.

2 commenti:

  1. Un dettaglio: il titolo originale inglese è Sycamore Row, inteso sia come toponimo che come fila di alberi. Non si tratta però di "sicomori" (tipici di Asia e Africa tropicale e Palestina), come si legge nella versione italiana del romanzo, bensì di molto più comuni platani, in inglese americano sycamore. Un vistoso errore di traduzione causato da un falso amico che lascerà perplessi non solo i lettori della prevedibile trasposizione cinematografica ma anche chi ha una minima conoscenza delle piante e sulla copertina nota una foglia di platano.

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