I Finley ma anche Little Tony, Frankie Hi Nrg ma pure Amedeo Minghi, L’Aura e persino Toto Cutugno... L’unico luogo al mondo dove possono coesistere artisti così diversi è ovviamente il Festival di Sanremo, i cui partecipanti di quest’anno sono stati svelati ieri sera, in diretta su Raiuno, da Pippo Baudo. Affiancato da Piero Chiambretti - che dal 25 febbraio sarà con lui al Teatro Ariston, a officiare il rito della 58.a edizione della massima rassegna canora di casa nostra - il patron di Militello ha comunicato alle masse televisive il frutto del lavoro di selezione svolto dalla commissione artistica da lui presieduta e formata da Marino Bartoletti, Federica Gentile e Paolo Buonvino.
I magnifici venti sono allora Fabrizio Moro con «Eppure mi hai cambiato la vita» (vincitore lo scorso anno fra i Giovani), Tricarico con «Vita tranquilla» (cantautore originale, fra gli autori dell’ultimo Celentano), Loredana Bertè con «Musica e parole» (Baudo ha risposto alla sua richiesta di aiuto...), Max Gazzè con «Il solito sesso» (ha già portato in passato la sua musica di qualità nella Città dei fiori), Toto Cutugno con «Un falco chiuso in gabbia» (ritorno al passato remoto), Sergio Cammariere con «L’amore non si spiega» (torna dopo il terzo posto a sorpresa nel 2003 con «Tutto quello che un uomo»), i Finley con «Ricordi» (gruppo amatissimo dagli adolescenti), Eugenio Bennato con «Grande sud» (la musica popolare partenopea sul palco dell’Ariston), Mietta con «Baciami adesso» e Amedeo Minghi con «Cammina cammina» (destini che riprendono a incrociarsi).
E ancora Giò Di Tonno e Lola Ponce con «Colpo di fulmine» (coppia del musical «Notre Dame de Paris»), Frankie Hi Nrg con «Rivoluzione» (padre dell’hip hop italiano), Gianluca Grignani con «Cammina nel sole» (bello e dannato, sempre in cerca di una consacrazione che però tarda ad arrivare), L'Aura con «Basta!» (voce che arriva dalla musica di oggi, amata dai giovanissimi), Little Tony con «Non finisce qui» (altro ritorno al trapassato remoto: festeggia mezzo secolo di carriera), Paolo Meneguzzi con «Grande» (amato dalle ragazzine, soprattutto in Sud America), Anna Tatangelo con «Il mio amico» (canzone scritta dal fidanzato Gigi D’Alessio), Mario Venuti con «A ferro e fuoco» (valido interprete catanese, già nei Denovo e già a Sanremo), Michele Zarrillo con «L'ultimo film insieme» (la quintessenza del pop che sposa la melodia), Federico Zampaglione e Tiromancino con «Il rubacuori» (la scena pop romana che da anni si è imposta anche a livello nazionale).
Insomma Baudo - che a giugno compie settantadue anni e detiene il record delle edizioni presentate (dodici) - non si discosta dalla nota ricetta: un occhio alla tradizione e l’altro ai giovani, un pizzico di nazionalpopolare e una buccia di qualità, un grande ritorno e un paio di outsider. La solita macedonia, con diverse presenze di qualità e l’obiettivo di far contenti tutti. E il rischio, sempre in agguato, di scontentare ognuno.
Fra gli scontenti, quest’anno come ogni anno, ci sono quelli che avevano presentato una canzone ma non hanno passato l’esame: Povia con Francesco Baccini, Raf, i Quintorigo con la Banda Osiris, i Matia Bazar, i Tazenda, Ron, Anna Oxa, Samuele Bersani, Gerardina Trovato, Pacifico, Paola Turci, Alex Britti, Francesco Renga, Marco Masini, Mario Biondi, Manuela Villa, Massimo Ranieri, Peppino Di Capri, lo stesso vincitore dell’anno scorso Simone Cristicchi e tanti altri nomi, magari meno noti, che avevano mandato un brano.
Chissà se è contento Enzo Mazza, presidente della Fimi, Federazione industria musicale italiana, che giorni fa ha detto: «Sanremo tra cinque anni sparirà, la tv generalista sta per essere travolta dallo tsunami che ha investito l'industria discografica, e ormai il Festival è un prodotto puramente televisivo, seguito tra l'altro da un pubblico in età avanzata». Tutto vero, ma attenzione a fare previsioni azzardate: la «ricetta macedonia» potrebbe garantire alla rassegna ancora molte edizioni...
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