sabato 26 gennaio 2008


 


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TRIESTE Gino Paoli ha cantato a Trieste tante volte. Da solo o con Ornella Vanoni, al Rossetti o nel parco dell’ex manicomio di San Giovanni. Sabato primo marzo, alla Sala Tripcovich, il concerto che terrà sarà del tutto particolare. Primo, perchè il cantautore nato a Monfalcone ma genovese d’adozione sarà accompagnato dal quintetto jazz del trombettista Enrico Rava (torinese nato per caso a Trieste, in via Tor San Piero, a Roiano, e poi diventato in realtà «cittadino del mondo»), formato da Flavio Boltro alla tromba, Danilo Rea al pianoforte, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria. Dunque le canzoni immortali di Paoli saranno presentate al pubblico in una veste diversa dalla solita: «risciacquate in jazz», se così si può dire.

Ma c’è anche un altro motivo che renderà particolare il concerto del primo marzo alla Tripcovich: il fatto che viene organizzato dall’Associazione culturale Franco Basaglia, nell’ambito delle iniziative per il trentennale della Legge 180, che chiuse i manicomi e fu il frutto di un lavoro svolto soprattutto a Trieste, negli anni Settanta. Anni in cui Gino Paoli fu uno dei primi musicisti (con gli Area, Giorgio Gaslini, Ornette Coleman...) a venire a cantare e suonare nel grande parco di San Giovanni che era ancora un manicomio ma si stava lentamente e progressivamente aprendo alla città.

Il jazz è un vecchio amore di Paoli, tornato in primo piano lo scorso anno grazie all’album «Milestones, un incontro in jazz» (etichetta Blue Note), inciso dal vivo con gli stessi musicisti che vedremo a Trieste. In quel disco - e nel concerto - alcune delle più celebri canzoni del cantautore vengono spogliate e rivestite di abiti nuovi, passando da una swingante «La gatta» a una toccante «Sassi», da «Senza fine» trattata alla maniera di uno standard alla struggente «Una lunga storia d’amore». Con incursioni in classici del jazz come «Time after time», «I fall in love too easily», «Stardust»...

Nella mattinata del primo marzo, Gino Paoli sarà protagonista di un incontro pubblico nel quale verrà presentata l’iniziativa - già anticipata dal «Piccolo» - dell’Orchestra dei matti di Trieste, di cui l’artista potrebbe diventare un testimonial.

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