TRIESTE L’altra sera al Teatro Sistina di Roma, dove ha fatto tappa il suo tour italiano che oggi alle 21 si conclude al Politeama Rossetti di Trieste, Dionne Warwick è salita sul palcoscenico in ritardo. E invece di attaccare subito a cantare sulle note di «Walk on by», come previsto dalla scaletta, si è sentita in dovere di rivolgersi al pubblico. «Scusatemi per il ritardo - ha detto la cantante americana - ma ho appena scoperto di essere stata derubata in albergo...».
Già, poche ore prima, dalla sua stanza del lussuoso Hotel De Russie, in via del Babuino, a due passi da piazza di Spagna e da piazza del Popolo, erano infatti spariti un anello con diamanti, un brillante da cinque carati, una collana, un Rolex e altre sciocchezzuole. Per un valore complessivo di circa 120 mila euro. Cose che succedono. E che certo non si ripeteranno nella più tranquilla Trieste...
Dove arriva la cantante del New Jersey e il Politeama Rossetti si mette il vestito della festa. Per ospitare - come si diceva - la conclusione del breve tour, seguito a quello dell’estate scorsa, cominciato il 5 gennaio a Campione d’Italia e già passato da Roma, Napoli, Bari e Firenze.
Classe 1940, vero nome Marie Dionne Warrick, l’artista è una grande signora della musica contemporanea. Dopo gli esordi da ragazza in un coro gospel, debutta nel ’63 col singolo «Don't make me over», sulla copertina del quale il suo cognome viene riportato in maniera errata (Warwick anzichè Warrick) originando però quello che sarebbe rimasto il suo cognome d’arte. Dello stesso anno è l’album intitolato «Presenting Dionne Warwick».
Successivamente «Walk on by» ma soprattutto nel ’67 «Here where there is love» (in particolare grazie al singolo «I say a little prayer», rispolverato per il film «Il matrimonio del mio migliore amico», interpretato da Julia Roberts, Cameron Diaz e Rupert Everett nel ’97) la consacrano come cantante di successo mondiale. Sono di quegli anni anche le sue partecipazioni al Festival di Sanremo, nel ’67 con «Dedicato all'amore» e nel ’68 con «La voce del silenzio». E sempre nel '68 è la prima cantante di colore a vincere il Grammy Award, con il brano «Do you know the way to San Jose?».
Nei decenni successivi Dionne Warwick - famosa soprattutto per le sue interpretazioni delle canzoni di Hal David e Burt Bacharach - si è sempre mantenuta su un buon livello qualitativo, collaborando fra gli altri con Barry Manilow, gli Spinners, Barry Gibb dei Bee Gees (il famoso duetto di «Heartbreaker», nell’82).
Nell’85 partecipa alla registrazione di «We are the world». L’anno dopo è alla guida di un progetto benefico per la ricerca sull'Aids e canta «That's what friends are for» con Gladys Knight, Elton John e Stevie Wonder. È il suo quinto Grammy Award, dopo quelli vinti fra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta.
Nello spettacolo che arriva anche a Trieste l’artista propone i suoi brani più celebri, da quelli degli esordi fino alle cose più recenti. Passando per «Alfie», «That's what friends are for» e «I never fall in love again».</CF> Nella scaletta non mancano «I’ll never fall In love again», brano scritto da Burt Bacharach e Hal David, e interpretato anche da Ella Fitzgerald, Elvis Presley ed Elvis Costello, e «That's what friends are for».
La cantante del New Jersey - che attualmente vive in Brasile e considera possibile una nuova collaborazione con Bacharach - presenta nello show anche un medley di successi brasiliani, una novità per il suo repertorio ma anche la sua più recente passione musicale. E l’anno scorso è uscito il suo nuovo album intitolato «My friends & me», tutto al femminile, nel quale duetta fra le altre con Cindy Lauper, Gloria Estefan, Angie Stone, Kelis e Gladys Night.
In questo tour Dionne Warwick è accompagnata da Katheline Rubicco al pianoforte, Renato Pereira alle percussioni, Todd Hunter e Valbert Lewis alle tastiere, Jeffrey Lewis alla batteria, Robert Short al basso e Ted Hunter alla chitarra.
Nessun commento:
Posta un commento