mercoledì 18 giugno 2008

ALLEVI


Musica totale, musica senza frontiere né steccati. Musica di Giovanni Allevi, il pianista e compositore marchigiano che l’altra sera ha aperto il concerto di Zucchero allo stadio milanese di San Siro. E ne ha ovviamente approfittato per presentare alcuni brani del suo nuovo disco «Evolution» (Ricordi SonyBmg), il primo in cui il nostro affianca al fidato pianoforte (per lui una sorta di coperta di Linus...) l'orchestra sinfonica, quella dei Virtuosi Italiani, nel tentativo di dar vita a una «nuova musica classica contemporanea».

Dopo cinque dischi di pianoforte solo («13 dita» uscito nel ’97 sotto l’egida e per l’etichetta di Jovanotti, «Composizioni» nel 2003, «No Concept» nel 2005, «Joy» nel 2006 e il disco dal vivo «Allevilive» pubblicato l’anno scorso) e anche un dvd («Joy Tour 2007»), che hanno raccolto uno straordinario successo di pubblico vendendo oltre 300 mila copie (di cui 135 mila «Joy», 80 mila «No Concept» e 75 mila «Allevilive»: tre dischi ancora presenti ai primi posti della classifica Fimi-Nielsen, nonostante siano stati pubblicati da tempo), e dopo il libro «La musica in testa» (edito da Rizzoli: sei edizioni e oltre 50 mila copie vendute), Allevi ha dunque dato spazio al suo inesauribile estro compositivo realizzando il suo nuovo album con un’orchestra sinfonica.

«Il classico rimanda a una tradizione, quella sinfonica, che - spiega l'artista - fa parte del nostro immaginario collettivo, ma il nostro tempo possiede degli elementi inediti rispetto al passato: la contemporaneità consiste in una struttura ritmica che ci è familiare dai Beatles in poi». Ecco allora la ritmica di oggi che irrompe nel linguaggio tradizionale, ma senza l'utilizzo di strumenti contemporanei: per rendere l'effetto di basso e batteria, la cosiddetta sezione ritmica di una band, sul fronte classico bastano contrabbasso, tuba e fagotto, così che «l'orchestra conquista il presente con i suoi soli mezzi, senza l'aiuto dell'elettronica».

La sfida di Allevi sembra essere quella di far entrare i brani di «Evolution» - «Foglie di Beslan», «Whisper», «Keep moving», «A perfect day»... - negli iPod dei ragazzi, dopo che le musiche dei dischi precedenti popolano da anni le programmazioni radiofoniche.

Ciò sull’onda di un’evoluzione, «emotiva e musicale», come dice lui stesso, che ha fra l’altro ispirato uno dei brani di punta del disco, «Angelo ribelle», sorta di manifesto musicale dell’attuale stato di grazia ma anche della poetica del musicista ma anche un po’ filosofo di Ascoli Piceno. Che spiega: «L'angelo ribelle è in ognuno di noi: con le mie note spero che spicchi il volo, librando le ali che la quotidianità ci ha fatto dimenticare di possedere».

Disco coraggioso, che ora Giovanni porterà in tour. Parte il 20 giugno dalla basilica di San Francesco d'Assisi, il 12 luglio fa tappa all’Arena Alpe Adria di Napoli.


X FACTOR


L’«X Factor» inglese ha lanciato artisti come Leona Lewis (quella di «Bleeding love», vista anche a Sanremo). La versione italiana non è a quei livelli, ma ha ottenuto un buon successo di pubblico. Grazie anche alla presenza di una esplosiva Mara Maionchi - che il critico tv Aldo Grasso ha definito «un mix tra Iva Zanicchi e Vanna Marchi» -, storica manager della discografia di casa nostra, reinventata come personaggio televisivo nel ruolo di giurata assieme a Morgan e Simona Ventura.

Dopo l’alto gradimento riscosso su internet – il giorno successivo alla finale era già al numero uno della classifica degli album più scaricati su iTunes – è arrivato anche nei negozi tradizionali il cd «X Factor Compilation» (SonyBmg): tredici cover in versione integrale raccolte in una sorta di «greatest hits» delle interpretazioni migliori che hanno animato il talent show di Raidue.

Il gruppo salentino Aram Quartet - che ha vinto la gara - apre l’album con una travolgente rilettura di «Per Elisa», il brano di Franco Battiato e Giusto Pio con cui Alice ha vinto Sanremo nell’81. Poi arrivano gli altri tre finalisti: Tony ed Emanuele rendono onore a Lucio Battisti rispettivamente con «Il tempo di morire» e «Con il nastro rosa», mentre la rivelazione Giusy omaggia Gabriella Ferri con la sua originale rivisitazione di «Remedios».

Gli altri nove artisti sono stati scelti fra quelli che avevano mostrato maggior personalità: dalla sofisticata Silvia di «Why» (Annie Lennox) ai raffinati Cluster («Don’t you worry ‘bout the thing» degli Incognito), dai SeiOttavi («Spiderman theme») al melodico Antonio («Di sole e di azzurro» di Giorgia), da Gino («Adagio» di Lara Fabian) alla grinta rock di Annalisa in «Mentre tutto scorre» dei Negramaro. E ancora un ricordo delle fugaci apparizioni di Vittoria («What’s up» delle 4 Non Blondes), Luna («Ti sento» dei Matia Bazar), l’eterea energia di Ilaria («Oceano» di Lisa), che si è consolata per l’eliminazione nella semifinale con il terzo posto su iTunes alle spalle di Aram Quartet e Giusy.

Saranno famosi? Chissà...


ALANIS MORISSETTE Ha avuto un periodo di gestazione molto lungo, ci ha messo dentro temi pungenti, momenti irrisolti della sua vita, altri in pieno divenire. Ma alla fine «Flavors of entanglement», il nuovo disco di Alanis Morissette, fotografa alla perfezione il momento che l'artista canadese sta vivendo. Dodici anni dopo il travolgente successo di «Jagged little pill», Alanis dimostra di avere ancora tanta grinta, altrettanto dolore, ma in tutte le sue sfumature. Fra le undici tracce brillano alcuni balzi melodici, come quello tra la lunare «Not as we», o la struggente «Torch», e la potente «Citizen of the planet», che apre il disco. Il sigillo di qualità lo ha messo il produttore di elettronica inglese Guy Sigworth, noto per avere lavorato anche con Bjork e che ha scritto l'album insieme alla Morissette. Che non ha messo da parte l'attivismo di un tempo: in «Versions of violence» parla di un lato «più insidioso e spesso trascurato della violenza, quello emotivo e privato».Alanis Morissette sarà domenica all'Heineken Jammin' Festival, a Venezia.


STATUTO  Gli Statuto sono stati i primi a portare lo ska nel nostro paese e continuano da 25 anni a tener fede alla loro impronta musicale. In controtendenza rispetto a quanto succede nel mondo della musica, e volendo mantenere vivo un supporto oggi in via d’estinzione, hanno anticipato l'uscita dell’antologia «Elegantemente rudi» pubblicando in vinile un estratto di quindici brani. Il doppio cd «Elegantemente rudi» (SonyBmg) festeggia i 25 anni di carriera del gruppo e contiene quaranta tra le canzoni più importanti degli Statuto e l'inedito «Qualcuna da mare». Sempre in perfetto stile mod, gli Statuto hanno percorso le strade di mezza Europa con le loro Vespe e Lambrette, eleganti ed effervescenti su qualsiasi palco, da quello di Sanremo al concerto per i licenziati della Lancia/Fiat di Chivasso, dal Festivalbar al Leonkavallo, dal Cantagiro al concerto in Plaza de la Revoluciòn, all’Avana, a Cuba, davanti a 200 mila persone. L'impegno sociale è stato sempre un loro punto fermo. Che li ha portati a scrivere «Ragazzo ultrà», brano riconosciuto come canzone ufficiale di tutte le curve degli stadi italiani e l’inno per la loro squadra del cuore, il Torino.

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