domenica 1 giugno 2008

DE GREGORI È possibile scriver male dell’ultimo disco di Francesco De Gregori senza incorrere nel reato di lesa maestà? Dopo quattro decenni trascorsi a incensare il cantautore romano («Theorius Campus», a quattro mani con Venditti, è del ’72; il debutto solista, con «Alice con lo sa», dell’anno successivo), temiamo sia arrivato il momento di superare l’imbarazzo e interrompere una tradizione positiva. Dicendo chiaro e tondo che «Per brevità chiamato artista» (Columbia SonyBmg), già generosamente immortalato da una nota firma del Tg1 come «uno dei più belli e importanti della sua carriera», è in realtà un brutto disco.

Peggio: un disco inutile, nel quale il cinquantasettenne De Gregori - che in passato ha scritto alcune delle pagine, quelle sì, più belle e importanti ed emozionanti della canzone d’autore italiana - dà l’impressione di raschiare il fondo del barile. Lo si capisce già dal titolo, che lui stesso ammette di aver ripreso da un’espressione usata nel primo contratto discografico da lui firmato. «Credo di aver pensato fin da allora - ammette - che prima o poi l'avrei usata in una canzone...». Era l’alba degli anni Settanta, il momento è arrivato.

Eccola, allora, la canzone che apre e dà il titolo al disco. Una ninna nanna nel classico stile De Gregori, con tutti i suoi luoghi comuni (zoppi che camminano dritti, pittori senza mani...), che ti aspetti sempre stia per aprirsi su un inciso, un guizzo, insomma un qualche cosa, e invece prosegue per cinque minuti e mezzo, sempre uguale a se stessa, in un piattume ottimo solo per conciliare il sonno.

«Finestre rotte» ha il pregio di interrompere l’incipiente abbiocco, ma non va oltre. Un rockettino debole debole, che non lascia traccia. «Celebrazione» si fa ascoltare, è passabile, ci fa quasi credere di aver pensato male troppo presto, ma poi - già al quarto brano - arriva la mazzata finale: «Volavola» è un brano al di là del bene e del male, «vola il pavone e vola il cardellino, se vai cercando un sassolino d’oro vedi che nel mio cuore ce n’è uno...». Aleggia un’inquietante atmosfera tipo Heidi che fa temere di aver sbagliato disco da inserire nel lettore.

Si prosegue così, fra una «Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra», che ricorda da lontano la vecchia «Ballata dell'uomo ragno», e una quasi dignitosa «L’angelo di Lyon», firmata però dal fratello Luigi Grechi (cognome della madre, adottato tanti anni fa dal primogenito per non essere accusato di voler brillare di luce riflessa...). Concludono il disco «Carne umana per colazione», «L'imperfetto» e «L’infinito»: l’impressione è quella di un tentativo di rifare, a volte con indubbio mestiere e persino una punta d’ispirazione, canzoni che lo stesso De Gregori ha già scritto. Molto meglio.

Lo dimostrano anche i concerti e le rare comparsate televisive (l’ultima dinanzi all’adorante Fazio...), dove lo spazio per le cose nuove è ridotto allo stretto indispensabile. Poi, per alzare il livello qualitativo e magari tirare l’applauso, si punta sugli antichi capolavori. Tutti ormai vecchi di almeno un quarto di secolo. Peccato. Davvero peccato.


MAX PEZZALI Max Pezzali, prima come 883 (all’inizio sigla di un duo con Mauro Repetto, mantenuta per un periodo anche dopo l’uscita del socio) e poi da solista, racconta dal 1992 di un album come «Hanno ucciso l’uomo ragno» la vita dei ragazzi di provincia. Sogni, inquietudini, aspettative, miti, delusioni adolescenziali. A Pavia e non solo.

Nel suo percorso mancava un album registrato dal vivo. Lacuna colmata con la pubblicazione di questo «Max Pezzali Live 2008» (Warner): diciannove brani nel cd, con due inediti («Mezzo pieno o mezzo vuoto» e «Ritornerò», una ballata che è anche un'apologia dei grandi amori, capaci di segnare la vita), e venti nel dvd, registrato nel corso dell'ultimo tour. Da «La regola dell’amico» a «Come mai», da «La dura legge del gol» a «Nord Sud Ovest Est», da «Gli anni» a «Sei un mito»...

Pezzali lo spiega così: «L'album racchiude anni di tournée, centinaia di migliaia di chilometri, palazzetti dello sport, panini all'autogrill e hall di albergo semibuie a smaltire l'adrenalina, rivivendo con i musicisti la serata appena trascorsa. Sorrisi e urla e autografi con persone così diverse di città in città ma in fondo così uguali, che sono cresciute con me durante questo lungo tragitto. E calendari che sembrano interminabili all'inizio, ma che poi alle ultime date si vorrebbe non finissero più»

«Il live racconta più di qualunque altra testimonianza discografica la vita che facciamo, e perchè abbiamo deciso di farla. Era giunto il momento di lasciare una testimonianza di quel che facciamo dal vivo. Finora non l’avevo fatto perchè solo un disco nuovo mi emoziona, ma dopo quindici anni di carriera ho voluto testimoniare l'andare in giro inteso come emozione unica e irriproducibile».

Ancora Pezzali: «Quando ero piccolo la mia finestra sul mondo era l'edicola della stazione, che oltre alle solite riviste ne prendeva qualcuna di musica o di moto. Oggi la tecnologia ci mette tutti sullo stesso piano. Non c'è più l'impossibilità di cambiare le cose, è solo una questione di volontà».

Dal 14 giugno Pezzali è di nuovo in tour. Partenza da Monza.


MORGAN / BLUVERTIGO Dopo la consacrazione come personaggio televisivo grazie a «X-Factor», Morgan riscopre la sua vera vena di cantante e musicista. «È successo a Morgan» è una raccolta di 17 canzoni: 14 sono tratte dai suoi tre album da solista, «Canzoni dell'appartamento», «Non al denaro, non all'amore, nè al cielo» e «Da A ad A»; poi ci sono rarità:«Il nostro concerto» di Umberto Bindi, «23 Roses» e «L'oceano di silenzio», di Franco Battiato, da una raccolta tributo a lui dedicata. Ma Morgan, insieme ad Andy, Livio e Sergio, è anche Bluvertigo, una della band più innovative nel panorama italiano. Dopo un periodo di silenzio, il gruppo è tornato assieme per dare vita a un nuovo capitolo della loro carriera. Teatro di questa reunion sono stati gli studi di Mtv, dove è stato registrato «Storytellers». Le telecamere hanno catturato immagini e suoni di un loro concerto ora racchiuso in un cd con dvd, contenente dodici brani in versioni esclusive per il programma. Il dvd propone integralmente la serata, oltre al video «Fuori dal tempo».


CARMEN CONSOLI «Eva contro Eva - Il dvd» di Carmen Consoli documenta la registrazione di un disco, gli allestimenti di un tour, un concerto, un viaggio, ma è soprattutto un racconto: il racconto della vita quotidiana di una cantante e della sua band storica, amici di tutta una vita. Alle lunghe sequenze registrate dei backstage si alternano scene dal concerto registrato al DatchForum di Assago, Milano, il 22 maggio 2006, nell'ambito del tour intitolato «Dal Simeto al Tamigi». Attraverso l'Europa - partenza da Sant'Agata Li Battiati (Catania), arrivo a Londra - a bordo dello «sleeping bus», Carmen ha portato sui palchi la sua band più numerosa, arricchita da sonorità world grazie alla presenza di numerosi strumenti tradizionali. Anche le scenografie sono tra le più imponenti che la cantautrice siciliana abbia mai avuto: un palco maestoso dietro il quale scorrono grandi immagini di nuvole in fuga, superfici acquatiche, foglie secche e piccoli ricami. Le canzoni di Carmen fanno il resto.


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