domenica 22 giugno 2008

TEATRINO EX OPP


Il teatrino dell’ex manicomio di San Giovanni riapre stasera con una rappresentazione dell’Odissea. Titolo perfetto per celebrare la restituzione alla città di quell’edificio piccolo ma figlio di una storia grande e importante. Una storia che, pur limitando il nostro raggio di osservazione agli ultimi trent’anni, somiglia per davvero a un’odissea.

Effervescente culla della controcultura negli anni Settanta della chiusura dell’ospedale psichiatrico, malinconico deposito di detersivi dell’Azienda Sanitaria negli anni Ottanta, vittima delle lungaggini burocratiche e di un restauro ventennale che sembrava non dovesse aver mai fine.

Sì, perchè le vecchie tavole di quel periferico palcoscenico sono state calpestate attorno alla metà degli anni Settanta da un futuro Premio Nobel come Dario Fo, da un padre della canzone d’autore come Gino Paoli, da un futuro dominatore di classifiche come Franco Battiato. E ancora da protagonisti della nostra musica di allora come Peppe e Concetta Barra, i Saint Just di Jane Sorrenti, la compianta Dodi Moscati...

Ma non c’era soltanto il teatrino, a ospitare artisti grandi e piccoli nel manicomio che stava vivendo la rivoluzione basagliana di cui quest’anno si celebra il trentennale. Negli adiacenti spazi all’aperto (un campo sportivo che poi venne spazzato via da un’orrenda costruzione, un grande prato sul quale si affacciavano le abitazioni di alcuni degenti del vecchio frenocomio inaugurato nel 1908...), il 15 maggio 1974 suonò il grande profeta del «free jazz» Ornette Coleman, e subito dopo gli Area di Demetrio Stratos (di cui era appena uscito il disco «Caution Radiation Area», con dentro un brano intitolato «Lobotomia», dedicato a Ulrike Meinhof e caratterizzato da suoni ossessivi e lancinanti...), e poi il quartetto jazz di Giorgio Gaslini, con il friulano Andrea Centazzo alla batteria. E ancora, negli anni successivi, il milanese nato in Brasile Alberto Camerini, il cantautore gay Alfredo Cohen, il visionario Juri Camisasca assieme al citato Battiato...

I giovani triestini entravano nel grande comprensorio di San Giovanni richiamati dalla musica, dai laboratori teatrali, dalle proiezioni cinematografiche. Si mischiavano con i cosiddetti matti, sorpresi e felici di essere espropriati per una sera del loro parco-prigione. Entravano in contatto con il lavoro che Basaglia e i suoi collaboratori stavano portando avanti, restandone spesso affascinati.

Sono passati trent’anni. E oggi, nel giorno della festa dei Fuochi di San Giovanni, dopo una chiusura che sembrava dovesse diventare eterna, il teatrino riapre con una maratona di musica, teatro, danze, incontri, giochi che coinvolgerà tutto il parco. Alle 16 si parte, nel piazzale della chiesa, con le band giovanili di Georock 2008, il tradizionale evento di fine anno scolastico dell'istituto Max Fabiani, e i gruppi della Festa europea della musica organizzata dall’Arci. Alle 17 laboratori creativi per i più piccoli. Alle 19 monologo teatrale di Claudio Misculin da «La luce di dentro – W Basaglia» e inaugurazione del teatrino ristrutturato. Alle 21 «Omero Odissea», con le figure e le macchine di Antonio Panzuto, di cui riferiamo qui sotto. E alle 23, davanti al teatrino, fuoco al tradizionale falò di San Giovanni, con la musica di Quebra molas e Capoeira Uniao.

Poi, da domani, la città avrà di nuovo a disposizione uno spazio che le era stato sottratto.

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