venerdì 6 giugno 2008

MARK KNOPFLER


CODROIPO Oltre seimila biglietti già venduti. Altri ancora a disposizione nell’abituale circuito delle prevendite. E il popolo del rock pronto a mettersi nuovamente in marcia, per il primo grande evento musicale dell’estate 2008 nel Friuli Venezia Giulia. Stavolta si punta tutti su Villa Manin di Passariano, che anche quest’anno sta per diventare - anticiclone permettendo - una sorta di capitale estiva regionale delle sette note. Si comincia domani con Mark Knopfler, leggendario chitarrista inglese, già leader degli altrettanto leggendari Dire Straits, che ieri sera al PalaLottomatica di Roma ha aperto la seconda parte del suo tour italiano: stasera è all’Adriatic Arena di Pesaro, domani conclude il tris tricolore nella nostra regione.

Per lui, per l’ex ragazzo nato a Glasgow il 12 agosto 1949, che cominciò a suonare la chitarra a quindici anni, influenzato dalle canzoni del suo idolo Bob Dylan (che tanti anni dopo lo avrebbe chiamato a collaborare negli album «Slow train coming» e «Infidels»), domani si metteranno in viaggio appassionati di tutte le età. Provenienti da tutta la regione, ma anche dal vicino Veneto, dall’Austria, dalla Slovenia, dalla Croazia. «Abbiamo avuto richieste di biglietti da mezza Italia - dicono gli organizzatori -, anche dalle zone dove si svolgono gli altri due concerti del tour, perchè c’è sempre una fetta di fan irriducibili che, in queste occasioni, seguono tutte le date della tournèe del loro idolo...».

Vediamo, allora, come nasce una leggenda musicale che dimostra di essere ancora così solida e radicata. Padre di origini ungheresi, madre inglese, da ragazzo il giovane Mark studia giornalismo all'Harlow Technical College di Leeds, e per un anno lavora come cronista al quotidiano Yorkshire Evening Post. Poi si laurea in lingua e letteratura inglese alla University of Leeds, e per un periodo insegna inglese a stranieri e ragazzi svantaggiati.

Nel ’73 si trasferisce a Londra assieme al fratello minore David, anch'egli «malato» di musica. Suona nei Brewers Droop, gruppetto blues. Suona la chitarra col pensiero a Chet Atkins, Jimi Hendrix, Django Reinhardt... Nel ’77, col fratello e due amici (il bassista John Illsley e il batterista Pick Withers, che negli anni Sessanta suonava in Italia con Mal and the Primitives), mette assieme un gruppo.

All’inizio si fanno chiamare Cafè Racers, poi optano per Dire Straits, che significa «gravi difficoltà», forse per scherzare sulle ristrettezze economiche in cuii si arrabattano. Propongono rock’n’roll classico, con influenze blues, country e jazz: roba assolutamente fuori moda rispetto ai gusti dell'epoca (punk, new wave, disco...).

Nel ’78 esce il loro primo album, registrato in dodici giorni e intitolato semplicemente «Dire Straits». Dentro c’è quel gioiello di classe ed eleganza che rimane tuttora «Sultans of swing». Il disco fa il botto. Ripetuto l’anno dopo da «Communiqué», nell’80 da «Making movies», nell’82 da «Love over gold»... Ormai i Dire Straits sono delle star, il cui marchio di fabbrica sta proprio nei fraseggi e negli assoli chitarristici di Mark Knopfler. La sua Fender Stratocaster rossa e bianca diventa quasi un feticcio per milioni di appassionati.

Seguono anni di altri dischi («Brothers in arms», dell’85, vende da solo 29 dei cento milioni complessivi di copie vendute in carriera), tour in mezzo mondo, collaborazioni illustri, pause di riflessione. L’epopea dei Dire Straits si conclude nel ’95. L’anno dopo esce il primo album solista di Mark, «Golden heart», ricco di atmosfere che ricordano gli anni d’oro del gruppo. È l’inizio di una nuova carriera, fatta di altri dischi (il più recente è «Kill to get crimson», uscito l’anno scorso e arrivato a un anno di distanza da «All the roadrunning», a quattro mani con Emmylou Harris) e altre tournée. Come quella che domani arriva a Villa Manin. Seconda parte - come si diceva - di un tour italiano che ad aprile ha già toccato Milano, Mantova e Bolzano.

Ma si diceva che Knopfler è solo il primo big in arrivo. Già martedì, sempre a Villa Manin, c’è un altro mago delle sei corde: Joe Satriani. E sempre nella dimora ducale arrivano anche Pat Metheny il 15 luglio, i Rem (con gli Editors) il 24 luglio, Antonello Venditti il 26 luglio, Gianna Nannini il 3 settembre. Stavolta non c’è lo spazio per ricordare gli altri appuntamenti già fissati in altre località della regione. Sarà per la prossima volta.

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