domenica 14 marzo 2010

DISCHI


MALIKA AYANE


A volte nascono le stelle. Così, quasi per caso. Premio della critica all’ultimo Festival di Sanremo, Malika Ayane arriva al secondo album con una visibilità ma anche una credibilità - ed è quel che più conta - che poco più di un anno fa poteva solo sognare.

Milanese, ventisei anni, madre italiana e padre marocchino, Malika - dopo il Coro di voci bianche della Scala - ha cominciato la sua carriera con gli spot pubblicitari. Incantevole quello del 2007 per la Saab, cui lei regalava la sua magnifica voce nel brano ”Soul weaver” (poi compreso anche nel suo primo album, uscito nel settembre 2008).

La svolta: ovviamente l’incontro con Caterina Caselli, che si conferma talent scout di prima grandezza, mettendola sotto contratto per la sua Sugar e permettendole di crescere artisticamente.

Il debutto al Sanremo Giovani dell’anno scorso con ”Come le foglie”, scritto per lei da Giuliano Sangiorni dei Negramaro, che diventa uno dei tormentoni della primavera-estate 2009, regala alla musica leggera italiana una sua nuova, splendida protagonista.

Tutto in meno di due anni, insomma. ”Ricomincio da qui”, da lei scritta con Pacifico su musica di Ferdinando Arnò (con lei sin dai tempi degli spot pubblicitari), è stata una delle poche cose da salvare musicalmente dell’ultimo Festival.

E ora questo ”Grovigli” (Sugar), che è una bella conferma. «È il titolo - dice - di una canzone a cui tengo molto ma per questioni di tempo non sono riuscita ad inserire nel disco. Penso però che rappresenti bene le varie canzoni e i vari generi che si inseguono nell'album. Non ho nessun problema a fare sia l'interprete sia l'autrice, mi piace scrivere i testi, e vorrei riuscire a farlo anche con la musica, ma finché ci sono artisti come Paolo Conte nei miei dischi, sarà difficile sbloccarmi».

Già, Paolo Conte. Uno che appena l’ha sentita ha detto: «Il colore di questa voce è un arancione scuro che sa di spezia amara e rara». Per questo disco ha scritto per lei ”Little brown bear”, nel quale duetta con la padrona di casa, e ”Chiamami adesso”.

«Conte - rivela lei - l'avevo incontrato quando era uscito il mio primo disco ed era molto soddisfatto del lavoro. Mi sono molto sospresa quando mi ha mandato il brano inedito, e specie quando ha accettato di cantarlo insieme a me. In passato aveva detto che la mia voce sapeva di spezie, mentre questa volta ha scritto direttamente a Caterina Caselli dicendole che la mia voce somiglia a un calycanthus che fiorisce in inverno e ti porta via lontano».

Un altro duetto d’autore è quello con Cesare Cremonini, suo nuovo fidanzato, che ha scritto per lei ”Just believe in love”. E nel disco c’è anche la superba cover di "La prima cosa bella", vecchio successo di Nicola Di Bari, che sta nella colonna sonora dell’omonimo film di Paolo Virzì. E ancora il rock delicato di ”Satisfy my soul”. Ma tutto l’album è ricco di gioiellini. Benvenuta fra i grandi, cara Malika...


PAOLO PIETRANGELI


Paolo Pietrangeli ha sessantacinque anni. Da tanto tempo fa il regista televisivo (ha legato il suo nome soprattutto al Maurizio Costanzo Show) ed è un apprezzato autore di documentari, ma è stato - tutto sommato è ancora - un grande cantautore politico. Quando ancora esisteva la canzone politica e di protesta.

La sua canzone più nota rimane ”Contessa”, sorta di colonna sonora del Sessantotto italiano, il cui ritornello (”Compagni, dai campi e dalle officine...») talvolta risuona ancora nei cortei e nelle manifestazioni della sinistra.

”Antologia” (Ala Bianca, distr. Warner) è il cd doppio che ripercorre attraverso quarantotto canzoni tutta la sua carriera. Un lungo percorso che parte dagli anni Sessanta di "Valle Giulia", per arrivare a cinque canzoni inedite: "Paure. Magari no (la commessa)", "La questione meridionale", "Dibattito sulle sorti della sinistra a mozioni contrapposte in una notte desolata di Chianciano Terme (Sliding door)", "Fiore di Gaza" e "Addio padre madre addio".

Ma si diceva di ”Contessa”. Pare che Pietrangeli l'abbia scritta ispirandosi a una conversazione ascoltata involontariamente in un elegante caffè di Roma, quando negli anni Sessanta la nascente stagione della contestazione cominciava a rimettere pesantemente in discussione equilibri sociali fino ad allora mai toccati. Negli anni seguenti diviene una canzone popolare nella vera accezione del termine. E della canzone popolare riprende stile e andamento, nonché il parallelo tra lotte operaie e studentesche.

Molti dei brani storici sono riproposti nelle versioni originali. E riportano automaticamente l’ascoltatore a un’Italia che non esiste più: storie e riflessioni, opposizione e poesia quotidiana, in due ore e mezzo di grande canzone d’autore sociale e popolare nel senso più autentico del termine.


POOH


Il sottotitolo di questo doppio dvd è ”Ancora una notte insieme”. Quella del 30 settembre scorso a Milano, serata d’addio del batterista Stefano D’Orazio (nella foto) che lascia dopo quarant’anni la premiata ditta. E quella notte ritorna in queste quarantotto canzoni - da ”Anni senza fiato” a ”Chi fermerà la musica”, passando per ”Piccola Katy”, ”Tanta voglia di lei”, ”Pensiero”, ”Dammi solo un minuto” e tante altre - che ripercorrono una carriera senza eguali nel mondo della musica leggera italiana. Ora i tre Pooh vanno avanti da soli, con lo storico paroliere Valerio Negrini che rimane della squadra e con la certezza di non voler sostituire D’Orazio con un ”nuovo Pooh”. La formazione, dicono, verrà piuttosto integrata di volta in volta con altri strumentisti. Appuntamento già fissato ad aprile in Canada e per il 27 novembre al Palalottomatica di Roma e il 30 novembre al Forum di Assago di Milano, preludio di un tour più ampio. La leggenda insomma continua. E anche l’azienda...


NAIF HERIN


Quinto album per l’originale cantautrice valdostana che ha mosso i primi passi della sua promettente carriera a cavallo fra Italia e Francia. Le tredici canzoni proposte nel disco sono state scritte nell’arco degli ultimi quattro anni e sono una bella occasione per intraprendere un viaggio nell'universo musicale di una cantautrice che ha saputo recepire e far proprie influenze diversissime: dalla musica popolare alla musica elettronica, fino alla miglior canzone d’autore. I suoi estimatori ne sottolineano il talento cristallino, l’energia funk, quella sua voce leggera e intensa, in una personalità particolare e ricca di ironia che ne fanno un'artista originale dalla freschezza stilistica ricercata. Naif - nata in una valle di montagna, che oltre a cantare suona chitarra, tastiere e basso - propone una musica difficilmente classificabile e rintracciabile nel panorama musicale italiano. Fra i brani: ”I tuoi sogni”, ”La ballata del povero giuda desolato”, ”Attraversando l’Italia”, ”Immensamente”...

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