venerdì 19 marzo 2010

DYLAN a LUBIANA e ZAGABRIA


Bob Dylan è di nuovo in zona. Il suo ”never ending tour”, la tournèe praticamente infinita, interrotta soltanto da qualche sosta per riprendere letteralmente fiato, che dal lontano 1988 lo porta a suonare in ogni parte del mondo (mai meno di cento date all’anno), fa infatti di nuovo tappa nella nostra zona.

Attualmente il menestrello di Duluth (sessantanove anni il 24 di maggio) è in Giappone, poi il suo tour toccherà Corea, Grecia, Turchia e Romania. E a giugno arriva nei paesi della ex Jugoslavia e poi, con ogni probabilità, anche in Italia.

Ma vediamo le date sicure: 4 giugno a Skopje, Macedonia; 6 giugno a Belgrado, Serbia; 7 giugno a Zagabria, Croazia; 13 giugno nella vicina Lubiana, Slovenia. Poi, nella seconda metà del mese, sono previsti due concerti a Viareggio e a Parma (nell’ambito del Parma Poesia Festival), peraltro ancora da confermare.

Un’occasione comunque da non perdere, per i tanti amanti vecchi e nuovi del grande poeta e cantautore americano, più volte candidato al Premio Nobel e insignito del Premio Pulitzer alla carriera nel 2008, che in questi concerti si diverte spesso a ”massacrare” - se ci è passato il termine - i suoi classici.

Dylan non è infatti fra quelli che ripropongono dal vivo le loro canzoni sempre nella stessa, identica maniera in cui il pubblico si attende di ascoltarle. Anzi, ama non solo cambiare arrangiamenti ma sembra quasi che si diverta a rendere i vecchi e famosi brani il più possibile irriconoscibili. Spesso, in concerto, solo i conoscitori più profondi del suo repertorio riescono nell’impresa di riconoscere canzoni anche storiche sin dall’inizio. Tanto sono diverse dall’originaria versione discografica consegnata ai posteri.

Del resto, il grande e vecchio Bob è uno che ama sorprendere. Sempre. Lo ha fatto anche pochi mesi fa, pubblicando l’album natalizio ”Christmas in the heart”. Una raccolta di standard natalizi come ”Little drummer boy” e ”Here comes Santa Claus”, con tanto di campanellini e coretti in stile anni Cinquanta, le cui royalties raccolte negli Stati Uniti sono state devolute alla Feeding America per sfamare famiglie bisognose nel periodo natalizio.

Al proposito l’artista ha dichiarato: «È una tragedia che, solo negli Stati Uniti, venticinque milioni di persone (sette dei quali bambini) vadano a letto affamate e si sveglino la mattina dopo senza avere la certezza di quando e come potranno mangiare. Ho deciso di fare questo piccolo gesto, che forse contribuirà, almeno durante le feste, a risolvere i problemi di parte di queste persone».

Da ricordare infine che il mese scorso Bob Dylan ha cantato alla Casa Bianca, davanti alla famiglia Obama, nel corso di una serata organizzata in onore dei diritti civili. Per la sua prima volta alla White House, il musicista ha eseguito solo ”The times they are a-changin”. Brano del ’64, evidentemente ancora molto attuale.

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